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Perché Savoini è sempre rimasto nei cuori dei tifosi biancorossi?
"Perché ha rappresentato un caso quasi unico nel calcio … una persona che ha dedicato tutta la sua vita alla stessa squadra, il Vicenza, prima come giocatore e capitano - recordman di presenze con 317 partite -, poi come allenatore - indimenticabile la salvezza acciuffata nel 1990 a Ferrara che ci evitò l’onta della retrocessione in serie C2 - . Un punto di riferimento rimasto sempre attivo, anche nella vecchiaia ... presenza costante in tribuna d’onore anche negli ultimi anni della sua vita nonostante gli acciacchi dell’età. I tifosi per questo lo hanno sempre considerato “la bandiera” biancorossa per antonomasia".
Lui è rimasto legato fino alla fine ai colori del Vicenza: quali erano le sue qualità di uomo?
"Giulio Savoini ha fatto della serietà, del rigore morale, della correttezza e della fedeltà i cardini della sua vita professionale e personale. Come giocatore, nella sua lunga carriera non ha mai ricevuto ammonizioni o espulsioni … un bel record! Se nel quotidiano era rimasto una persona molto precisa e abitudinaria, aveva saputo esprimere le sue doti di umanità e gentilezza soprattutto nel suo rapporto con i giovani calciatori che ha allenato a fine carriera. E qui c’è un elenco di nomi veramente famosi... Non potendo citarli tutti ne faccio uno su tutti: Roberto Baggio".
Oggi il calcio, come la società, è molto cambiato: bandiere come Savoini non ci sono più?
"È vero, il calcio è molto cambiato. L’avvento dei procuratori e delle Pay Tv ha completamente stravolto il rapporto dei giocatori con le società e il modo di essere tifosi, e non in meglio ovviamente. Adesso il calcio è business, non c’è più spazio per l’aspetto “romantico” o per la poesia espressa da certi giocatori o da certe squadre … spiace ammetterlo ma ormai è solo business".
Il libro ha avuto da subito un grande successo: ve lo aspettavate? Quali sono i commenti più belli che avete ricevuto?
"Il Signor Giulio è una raccolta di ricordi raccolti dai quattro autori tra le persone che hanno conosciuto Giulio Savoini come giocatore, come allenatore o più semplicemente come amico. In ogni singolo contributo viene evidenziato un aspetto del suo carattere o un aneddoto a lui legato. Fa solo piacere sapere che molti lettori abbiano apprezzato l’idea di non confezionare la solita biografia di stampo giornalistico, ma di affidare il suo ricordo a più persone a lui in qualche modo care".
Siamo al presente: il Vicenza di oggi può sperare di tornare ad essere una "nobile provinciale"?
"Il Vicenza sta attraversando uno dei momenti più tristi della sua storia centenaria. Dopo la sconfitta contro la Pro Vercelli la squadra è scivolata al quart’ultimo posto, in piena bagarre per la salvezza. E che questo accada dopo la recentissima splendida celebrazione al Teatro Olimpico dei 40 anni del Real Vicenza di Giambattista Fabbri suona un po’ come un monito a non dimenticare la nostra storia e il nostro blasone. Il Vicenza è diventata la Nobile Provinciale nel momento in cui ha saputo trovare Presidenti lungimiranti, che sceglievano giocatori il cui valore morale e umano era molto più importante del valore economico. Un gruppo di amici uniti sotto la stessa bandiera, con la stessa fame di vittorie. Poco importa se era la piccola squadra di Davide contro il gigante Golia… eravamo temuti e rispettati in tutti i campi d’Italia. Adesso purtroppo è cambiato il calcio e sono cambiati anche gli uomini… mi auguro che il Vicenza riesca a rimanere in serie B e che i tifosi possano provare – dopo tanti anni di delusioni - la soddisfazione del Rinascimento Vicentino!".
nr. 17 anno XXII del 6 maggio 2017
