NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Un mondo da buttare

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Un mondo da buttare

Quale è il mondo da buttare?

Un mondo da buttare (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Oggi viviamo in una società talmente complessa e arida che le persone sensibili o piene di buona volontà non sanno come raccapezzarsi per trovare un punto di riferimento eticamente valido. Non voglio soffermarmi, qui, sui tanti mali che guastano il cosiddetto tessuto sociale come la corruzione, la disgregazione sociale, la precarietà nel lavoro, il conflitto tra generazioni e gruppi sociali, ma vorrei rifarmi al sottotitolo del libro, ovvero “Una diversa forma d’amore nell’odierna civiltà del fondoschiena”. Che civiltà è infatti la nostra, dove ciò che conta è l’apparenza, cioè un corpo costruito secondo i canoni della moda, l’esaltazione o la diffusione della pornografia, dove la violenza è mascherata dal piacere? In questa civiltà paradossalmente interessa più il filmino hard della showgirl di turno che la decrescita dell’occupazione o l’aumento del prezzo della benzina".

Cosa si cela sotto le inquietudini del protagonista e di alcune delle presenze femminili?

"Dalia, una delle protagoniste del mio romanzo, ovvero la giornalista grintosa e giramondo, rimarca al protagonista Stefano Vitti, quanto sia essenziale all’individuo dei nostri giorni non tanto la libertà, ma – piuttosto – la sicurezza. D’altronde si vive nella precarietà sia economica che valoriale, confusi da culture e proposte diverse, spesso in contraddizione, e avvolti dalla paura degli estranei e dalla mancanza di orizzonti chiari. I protagonisti del romanzo vivono tutti queste discrasie sociali ed esistenziali, più o meno velatamente".

Barbara e Katrina sono altre due protagoniste. Che tipo di donne sono e quali ideali incarnano?

"Barbara è fissata con l’aspetto estetico e ha molti pregiudizi sugli uomini. Vive male il rapporto col suo corpo, non lo accetta e quindi non si accetta. Ha un fidanzato col quale condivide una storia spenta, incolore. Ritiene che questa assenza di passione derivi dalla mediocrità della sua immagine, sebbene lui faccia di tutto per convincerla del contrario. Paradossalmente, nel momento in cui si sottoporrà a diversi interventi di chirurgia estetica, il fidanzato le preferirà una donna più vecchia di lei. Katrina invece è una bellissima ragazza della Lettonia che ha ceduto alla vanità e ai sogni, e che cerca un lavoro in grado di appagarla su entrambi i fronti. Più che un’occupazione, si fa spazio il dubbio che sia alla ricerca di conferme. Sa perfettamente che il mondo non è fatto per gli ingenui e che contano solamente certe doti fisiche e la fortuna".

Poi però si fanno spazio altre due figure femminili: Sarah e Dalia...

Sarah è una conoscente di Barbara, studia psichiatria e ben presto diverrà una sincera amica del protagonista. Dopo averlo conosciuto meglio, non a caso, si proporrà di mettere un po’ d’ordine nella psiche di Stefano, mettendo un freno alla naturale inclinazione dell’uomo nei riguardi di quella frenesia dei sensi che può condurre a sofferenze. C’è poi Dalia: giornalista grintosa, indipendente, nei confronti della quale il protagonista avvertirà subito una forte attrazione fisica e spirituale, fino a considerarla il suo mentore. Dalia è, per certi aspetti, una di quelle figure che appartengono ai sogni, alle illusioni che si coltivano nell’intimo per non soccombere agli scacchi della vita. Una figura di riferimento: amica, sorella, madre e amante. In qualche modo è Dalia la figura femminile più importante: personaggio forte ma discreto, unisce le caratteristiche delle donne con le quali Stefano entra in contatto: se il protagonista scherza spesso con Barbara, s’invaghisce di Katrina e si affida alla saggezza di Sarah, Dalia sintetizza allora i bisogni di Stefano, le peculiarità che lui insegue all’interno dell’universo femminile".

Un mondo da buttare (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Perché parla di civiltà del fondoschiena? E qual è il messaggio del libro?

"Se la nostra vita seguisse percorsi predefiniti, privi di ostacoli, forse ci verrebbe impedita la ricerca dell’amore vero, quello slegato dall'estetica. Sta in questo, forse, il messaggio che ci offre il romanzo: l’aspetto delle cose si nasconde in profondità, e per raggiungerlo non possiamo esaminare distrattamente la superficie. Occorre calarsi in questa ricerca, anima e corpo, infischiandosene dei codici imposti dalla civiltà. E accettando la possibilità che il destino s’intrometta a scombinare l’ordine che fin lì avevamo attribuito alla realtà che ci circonda. L’equilibrio viene smarrito e si finisce a testa in giù, talvolta, ma chi ci assicura che non sia proprio quella la giusta prospettiva da cui osservare le cose?".

 

Ausilio Bertoli, sociologo della comunicazione (a Urbino è stato assistente del professor Mascilli Migliorini e di Gabriele Pavolini) e pubblicista, vive nel Vicentino, dov’è nato, e a Padova. Scrive testi di narrativa, di saggistica e di critica culturale. Negli ultimi anni ha pubblicato i romanzi antropologici: La sirena dell’immortalità, L’amore altro. Un’odissea nel Kosovo, Rosso Africa e L’istinto primo. È anche autore del saggio I temi della comunicazione.

 

nr. 23 anno XXII del 17 giugno 2017

Un mondo da buttare (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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