NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Il cuore appeso

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Il cuore appeso

Cos'è un cuore appeso e che significato ha nella storia delle due donne?

Il cuore appeso (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Molti cuori sono appesi: appesi a un passato che incombe o appesi in attesa di un qualcosa che sembra non dover mai giungere. I cuori appesi sono cuori che attendono. Attendono che la vita riservi loro il meglio e non li faccia precipitare ma volare alti o aspettano di poter rimuovere quel dolore che li tanto li ha feriti e che vogliono scordare per poter ricominciare. Ci sono molti “cuori appesi” sulla terra, alcuni riescono a non cadere altri invece volano via con il vento. Per quanto riguarda le protagoniste, Sara e Lea, questo è quanto mi scrive una mia lettrice e devo dire che ha centrato perfettamente ciò che volevo esprimere. Sara racconta la sua vita non per capire il proprio passato, del quale ha una percezione lucida, a tratti tagliente, ma per liberarsene emozionalmente, perché il suo cuore non sia più ‘appeso’ ai ricordi. Lea invece ascolta per uscire fuori dal proprio presente, che la imprigiona in un ruolo di amante nell’ombra. Sono entrambi cuori sospesi, in attesa, di chiudere con un passato uno e di sperare in un futuro l’altro, ma pronti a cambiare e a modo loro tornare a battere e ad amare".

Le due protagoniste sono molto diverse per età, ma hanno qualcosa di forte che le accomuna?

"Sara e Paola. Due donne, due epoche, due personalità, ma entrambe destinate ad amare l’uomo di un’altra donna. Questo amalgama tra le due protagoniste è il fulcro di tutta la narrazione che si divide equamente fra capitoli di Sara e di Lea, intitolati con il nome delle due donne: la tramatura delle rispettive esperienze si intreccia strettamente, determinando una sintonia sempre maggiore fra le personalità differenti della giovane e dell’anziana. Due generazione a confronto? Non proprio, ma solo due donne che sono entrambe alla ricerca dell’amore. Sono entrambe state delle amanti, delle trafficanti di segreti perché entrambe devono vivere il loro amore in silenzio, nell’ombra. Ma, anche se in epoche diverse e con personalità dissimili, sono entrambe destinate ad amare l’uomo di un’altra donna e pagarne le conseguenze. Solo il colpo di scena finale aprirà lo scrigno dei segreti e farà capire al lettore il ruolo di entrambe".

La storia è ambientata in parte a Vicenza ma soprattutto in alcune città affascinanti, Venezia e soprattutto Lisbona: perché questa scelta?

"Vicenza perché è la mia città, dove sono nata e dove tutt’ora vivo. Lisbona la amo particolarmente, ha un fascino esclusivo, città tra l’altro di uno dei miei autori preferiti: Pessoa. Con i suoi marciapiedi a mosaico, gli elevador, questa enorme foce di un fiume che pare mare, i suoi fado e la saudade che la pervade… il posto ideale dove ambientare una storia d’amore unica, irripetibile, coinvolgente e sconvolgente, assoluta. E poi Venezia, la regina, la città dei passi. Sempre città sull’acqua perché viaggiare sull’acqua ha un qualcosa di arcaico, un ritorno alle origini, al grembo materno. Una promessa di viaggio o di fuga".

Com'è stato accolto il libro dai lettori? Cosa le scrivono o chiedono?

"Quando scrivo non penso a come reagirà il lettore. Scrivo parole che mi sono dettate dall’anima. Pare che ai lettori questo piaccia visto che mi arrivano mail e messaggi con i loro entusiasti commenti. Il sentire comune è un po’ lo stesso: un libro che rimane, affermano, un libro da leggere e rileggere più volte. Erano otto anni che non pubblicavo un mio romanzo e vista la risposta dei miei lettori mi pare che il risultato sia stato anche questa volta soddisfacente".

Da dove prende l'ispirazione per i suoi romanzi, e per questo in particolare?

Il cuore appeso (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"Da dove nasca la magia della creazione me lo sono chiesta più volte anche io. A volte da un suono, un odore, una canzone, un viaggio, uno sguardo, una frase. Un libro è come uno specchio dove troviamo quello che abbiamo dentro di noi e ci coinvolge, mente e cuore. I miei lettori sanno che la mia scrittura parte da lontano: dall’introspezione, dalla riflessione, dall’ispirazione e spesso deve risultare musica. Come posso spiegare le frasi che prendono forma, la trama che diviene storia, vita? Non mi è possibile far capire come le parole affiorino e si depositino sulla carta, è un qualcosa che viene dal profondo, una porta che si apre, come un seme piantato che via via crescerà, magari all’inizio storto, avviluppato da erbacce, che però poi si nutre piano piano e sboccia rigoglioso. Servono emozioni perché senza emozioni non vi può essere romanzo, ma solo sterili parole. La scrittura deve anche essere raffinatezza; bisogna distinguersi in un mondo dove ormai la mediocrità e la superficialità hanno la meglio. Tra un capitolo e l’altro deve scorrere la vita, tra un silenzio e l’altro le parole devono farsi fragore, solo così un libro potrà rimanere avvinghiato all’anima di chi lo leggerà".

Come vede oggi il mondo della piccola editoria? Quali difficoltà incontra un autore che vuole farsi conoscere?

"Molte difficoltà. La piccola editoria deve sopravvivere e per farlo purtroppo è disposta a pubblicare un po’ di tutto abbassando così la qualità di quanto poi andremo a trovare in commercio. I piccoli editori dovrebbero cambiare i loro obiettivi e puntare su pubblicazioni più selezionate, su una pubblicità mirata e una distribuzione appropriata non necessariamente capillare.

Non è facile per un autore “sconosciuto” e pubblicato da un editore piccolo e poco presente nei media, riuscire a farsi leggere. I librai stessi a volte non sanno come scegliere vista l’incredibile offerta spesso anche mediocre. Non resta che affidarci al lettore che con il passaparola potrà continuare fare vivere e a fare leggere ad altri i romanzi che più lo hanno emozionato".

 

Monica Bianchetti, vicentina, vive in un paese dell'hinterland berico. Ha pubblicato nel 2005 il romanzo La bambina di Venezia ed è seconda classificata al premio Adolfo Giuriato di Vicenza con il racconto La bicicletta. Nel 2006 ha pubblicato il romanzo Il cielo sopra l’albero e sempre nel 2006 è finalista (tra i primi dieci su oltre 1700) al secondo Festival delle lettere di Milano con il racconto Il mare in una lacrima. Nel 2007 ha pubblicato la raccolta di racconti Le curve delle parole e nello stesso anno è finalista al concorso di poesia Un fiore di parola con la poesia Ragazza di Lisbona. Nel 2008 esce il libro Il sapore della neve. Ha collaborato inoltre con l’autore Alberto Di Gilio al libro Asiago 1915-18 La porta della pianura e Altopiani 1915-18 I guardiani di pietra.

 

nr. 26 anno XXII dell'8 luglio 2017

Il cuore appeso (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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