Il rischio? Quello di dover pagare 16 euro in più all'anno di tassa dei rifiuti. La colpa? «Non certo del Comune - afferma l'assessore all'Ambiente Antonio dalla Pozza - ma dello Stato che fa un po' il furbetto».
L'allarme è scattato quando la Cassazione ha stabilito che la tassa sui rifiuti solidi urbani è di fatto una tassa e non una tariffa; di conseguenza si è applicata l'Iva su di un importo dove non doveva essere applicata in quanto, per l'appunto, tassa.
Pertanto tutti gli utenti hanno diritto al rimborso del 10 per cento dei 10 anni retroattivi. Inoltre si evince che chi richiede il rimborso bloccherà di fatto l'Iva sulle prossime procedure.
Di fatto sono già migliaia i cittadini che in tutta Italia hanno aderito all'azione legale avviata dal Codacons per ottenere la restituzione dell'Iva pagata sulla tassa per lo smaltimento rifiuti. Se fosse una tariffa, l'Iva sarebbe applicabile, ma essendo una tassa questo non è legittimo. Non si può infatti "Ivare" una tassa. Ora questi soldi possono essere recuperati, seguendo le semplicissime istruzioni riportate sul sito del Codacons. Basta raccogliere le bollette degli ultimi dieci anni ed inviare una mail all'indirizzo ivarifiuti@codacons.it
Se, insomma, è stata applicata l'Iva (nella misura del 10%) sulle voci di raccolta e smaltimento rifiuti, si può richiederne il rimborso immediato. Ad esempio, se si paga una tassa di 900 euro l'anno, il Comune ti sta sottraendo 90 euro di Iva illegittima che, moltiplicati per 10 anni (il massimo che puoi richiedere), sono 900 euro gettati letteralmente via. La Corte di Cassazione, in linea con l'orientamento comunitario, ha stabilito che il corrispettivo che i cittadini devono pagare per la raccolta e smaltimento dei rifiuti, è una tassa e non una tariffa: la tariffa di igiene ambientale (TIA) mantiene infatti la natura pubblicistica propria della vecchia Tassa per lo smaltimento dei rifiuti urbani (TARSU). Questa Iva al 10% non doveva e non deve essere pagata, e ora può essere recuperata attraverso il ricorso alle Commissioni tributarie.
«Sulla questione della TARSU/TIA è necessario un quadro normativo certo, che permetta ai Comuni di gestire il prelievo sui rifiuti: sono ancora troppe le aree di ambiguità che le amministrazioni devono affrontare dopo la sentenza della Corte Costituzionale», afferma Antonio Dalla Pozza, assessore all'Ambiente di Vicenza. Sulla questione si è da poco tenuta una riunione Anci dedicata alla questione interpretativa. Su questo punto l'Anci ha emanato una circolare che ha «avuto l'indubbio merito di sollevare il problema dell'applicazione della sentenza della corte Costituzionale», ma che non «vuole essere esaustiva rispetto all'intera problematica, viste le enormi difficoltà applicative incontrate dalle amministrazioni». Secondo Dalla Pozza, le priorità per l'Anci, così come è emerso dal dibattito tenutosi all'interno della Commissione, sono sia di «trovare una linea interpretativa univoca», che di "fare pressione" sul Parlamento perché intervenga con una legge che colmi il vuoto normativo creato dalla decisione della Corte.
«Il meccanismo è complesso. E ad oggi siamo bloccati come comuni, tutti dovrebbero aumentare tariffa 10 per cento rispetto a quello che è stato stabilito. Stiamo però aspettando un intervento normativo. Nessun comune vuole scaricare sui cittadini il peso di questa ennesima beffa. Lo Stato tace e aspetta che la situazione esploda e che siano poi i comuni a rivalersi sui cittadini. L'Iva è una partita di giro. Lo Stato l'ha incassata. Adesso dice alle aziende "quell'Iva non recuperatela da me, ma rivelatevi sui cittadini". Non mi pare giusto».
Per Dalla Pozza, dunque, il governo cerca di scaricare sui comuni il compito di pagare il 10 per cento in più e quindi lo scenario che si apre anche a Vicenza è di un aumento del 10 per cento della tariffa.
Il gettito per lo smaltimento si aggira sui 16 milioni 700, a Vicenza, quindi un milione e 670 mila di Iva è stato pagato per nulla.
L'aumento, fatti i conti, è semplice da individuare essendo di circa 160 euro la tariffa media per un cittadino: 16 euro.
Una ennesima beffa per i cittadini?
«Vedremo, ma ricordo che il Comune di Vicenza ha una delle tariffe più basse in Italia, alla faccia di quello che afferma l'opposizione con Marco Zocca».
nr. 13 anno XV del 10 aprile 2010