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«La nostra clinica lavora soprattutto con gli italiani. Quasi tutti vengono per aver sentito della nostra clinica da amici».
Cosa li spinge? Solo il prezzo?
«Il movente è quello. Molti sono scettici nei nostri confronti perché non sanno che in questo Paese l'odontoiatria si è molto evoluta. Probabilmente esistono dei "macellai", come vengono definiti in Italia i nostri dentisti più sbrigativi. Ma la nostra professionalità non si può discutere».
Si dice che i lavori vengono eseguiti in fretta e con materiali scadenti.
«Sono leggende urbane. I lavori non vengono eseguiti in fretta. Almeno da noi e nell'altra grande clinica che conosco. Consigliamo sempre i tempi di attesa necessari nelle varie fasi di un intervento. Riguardo ai materiali, ebbene, vengono dalla Germania, sono i più innovativi nel mercato. In molti casi siamo più avanti noi degli italiani su questo fronte».
Perché prezzi così bassi?
«Ovvio che lo stile di vita, i costi medi nel nostro paese sono più bassi che in Italia. Penso comunque che i medici italiani si siano abituati bene negli anni. Io lavoro dal lunedì al sabato, dalle sei di mattina. Lavoro sempre e i miei pazienti non aspettano. In Italia si aspetta e molto spesso ti fanno tornare parecchie volte per un intervento che si può concludere in poche sedute».
Per esempio?
«Per esempio ad un mio paziente, forse un caso limite, è stato richiesto di tornare 5 volte da un dentista per una semplice otturazione».
Avete preventivi bassi. Mi parli di un altro caso limite.
«Ad un signore, per un importante lavoro era stato fatto in Italia un preventivo di 80 mila euro. Da me 16 mila. Il lavoro è stato fatto con soddisfazione ed il paziente si è comprato una macchina nuova. Non sto dicendo che i medici italiani lavorano peggio, ma sicuramente non possono dire che lavoriamo peggio noi, perché mi trovo davanti a continui esempi di lavori sbagliati e costosi in Italia sui quali devo intervenire per rimediare».
Il vantaggio, oltre al risparmio e la velocità degli interventi, che non significa superficialità, ma semplicemente razionalità, è anche quello che il viaggio può trasformarsi in turismo, soprattutto d'estate».
nr. 16 anno XV del 1 maggio 2010
