In tempi difficili, questi lo sono senz'altro, occorre ingegnarsi e sfruttare al meglio le risorse, per definizione limitate, che si hanno a disposizione.
Questa la filosofia alla base delle tessere per i bisognosi che da circa un mese vengono distribuite nel vicariato di Thiene. L'iniziativa, gestita dalla parrocchia di San Sebastiano e abbracciata da tutte le comunità della zona, consiste in una gestione controllata delle donazione elargite a chi, nella morsa della crisi, si trova in particolare difficoltà.
Il tutto avviene con l'ausilio di due semplici strumenti: un tesserino di cartone, con tanto di foto, in cui sono indicate alcune delle generalità del bisognoso, e un foglio di carta, diario delle donazioni ricevute.
Il tesseramento per quanto utile può, forse, apparire ad alcuni una misura eccessiva, sinonimo di tempi tristi in cui anche la generosità ha bisogno di una sua burocrazia e di alcune tutele.
«La nostra è stata una scelta ponderata e difficile- spiega Don Lino Cecchetto parroco di San Sebastiano- si tratta di sapere cosa è stato dato e a chi, in modo di poter aiutare più persone possibile».
Del resto, la crisi economica, che evidentemente c'è e continua a farsi sentire, ha aumentato in modo cospicuo il numero di bisognosi che ogni giorno bussano alla porta di chi fa della carità cristiana uno stile di vita. Per questo, inevitabilmente, anche le parrocchie hanno dovuto attrezzarsi, correndo ai ripari.
«Serve molto aiuto- continua don Lino- da noi, venivano alla distribuzione del cibo che facciamo ogni sabato, circa quaranta persone, in poco tempo siamo passati a più di cento. La tessera comunque non serve per le elemosine giornaliere, di prima necessità, serve ad accompagnare i fratelli che hanno bisogni onerosi, come può essere, ad esempio, un affitto o una bolletta. Abbiamo iniziato a distribuire la tessera in aprile e ormai ne abbiamo fatte un centinaio. Quando un "fratello" bussa alla nostra porta, o a quella delle quindici parrocchie che partecipano, se non ha la tessera gli indichiamo il centro di solidarietà di Malo dove può farsela fare, poi, ovviamente gli si viene incontro. In questo modo le parrocchie sanno meglio quali sono le necessità delle comunità, quanto è stato dato, a chi e si riesce anche ad indirizzare le persone nelle proprie parrocchie».
Difficilmente i quattro evangelisti, nel riassumere il concetto di carità, avrebbero mai immaginato che i famosi pani e pesci, avrebbero assunto la forma, forse un po' asettica, di un tesserino di riconoscimento. Eppure, l'espediente sembra funzionare, evitando, anche, una triste "guerra tra bisognosi" per chi riesce a ricevere più aiuti».
L'iniziativa ha riscosso un certo consenso anche nell'Amministrazione comunale, sempre attenta ai bilanci e spesso alle prese con approfittatori di diverso tipo.
Il Sindaco di Thiene, Marita Busetti, ha, infatti, definito una "bella cosa" la gestione degli aiuti proposta delle parrocchie delegando all'assessorato ai servizi sociali di Thiene, l'apertura di un tavolo per studiare e allargare l'iniziativa a tutti gli enti, non solo direttamente collegati con la Chiesa, coinvolti in questo genere di servizi e si è scagliata contro chi approfitta di una situazione difficile per vivere alle spalle di altri.
«So per certo- spiega il sindaco- che ci sono persone che fanno il giro di tutti gli aiuti. I cappuccini per esempio danno a tutti e spesso si trovano a dare due volte alle stesse persone. Capita anche in Comune, c'è gente che approfitta della generosità altrui, per questo serve sempre di più fare interventi mirati, altrimenti si rischia di creare un percorso pericoloso di sprechi. La generosità non deve essere cieca, bisogna stare attenti. Io sarei stata forse più rigorosa in certe scelte, ma credo che l'iniziativa delle parrocchie sia una cosa intelligente. Occorre a dare degli interventi organici e pensati. A questo scopo ho dato mandato al mio assessore di creare un tavolo di discussione partendo da quanto fatto dalle parrocchie. Non so a che punto sia con i lavori, devo ancora sentirla, ma stiamo lavorando in questo senso».
Sebbene i toni e lo spirito delle parrocchie e del Comune appaiono in qualche modo diversi, le tessere dei poveri sembrano aver aperto la via ad un nuovo modo, efficiente e razionale, per gestire gli aiuti. I quesiti sul rischio e l'opportunità di un tesseramento della povertà dovranno aspettare. Per il momento, la gestione oculata dell'aiuto, appare un inevitabile sacrificio. "Di necessità virtù" dice la saggezza popolare.
nr. 18 anno XV del 15 maggio 2010