Non si placa il dibattito politico intorno alla questione della sicurezza in Campo Marzo. Una vicenda che ha visto l'attacco, anche piuttosto duro del centro- destra che ha tacciato l'amministrazione Variati di responsabilità oggettiva per non riuscire a debellare il fenomeno della delinquenza diffusa nel maggior parco cittadino.
Ora alla vigilia della inaugurazione della statua di Gandhi nell'esedra di Campo Marzo, entra in gioco la "difesa" dello stesso Variati da parte di altri due esponenti di spicco della politica cittadina. E nasce anche una proposta concreta. Riprendere in mano quel piano di riqualificazione, datato anni Novanta, e firmato dall'architetto Mamoli, che però aveva al suo interno delle intuizioni che sembrano soddisfare appieno le esigenze di rilancio della zona e anche le esigenze di Associzioni ambientaliste come Italia Nostra. Un progetto a limitato impatto ambientale che darebbe però un ampio respiro e nuova dignità all'urbanistica della zona. L'appello a Variati, contenuto nelle seguenti interviste, verrà raccolto dal primo cittadino?
Perché a suo modo di vedere il servizio di vigilanza in Campo Marzo va ripristinato? Il Sindaco deve tornare ad affidare il controllo dell'area ai privati?
Ciro Asproso, Verdi: «Il servizio di vigilanza privata dei parchi cittadini più che rispondere ad esigenze di sicurezza, assolve una funzione di marketing urbano; tanto più importante se il messaggio politico che si vuole comunicare fa leva sull'insicurezza, sulla paura del diverso e sulla enfatizzazione dei reati, tuttavia, la sua reale efficacia è ancora tutta da dimostrare. A Campo Marzo, l'Amministrazione Variati, ha scelto invece di puntare sulla rivitalizzazione e su un uso più articolato del luogo pubblico: dalla succursale estiva della Biblioteca Bertoliana, all'area per la sgambettatura dei cani, al servizio di wi-fi gratuito. Ci vorrà del tempo per coglierne i frutti, ma credo si sia imboccata la strada giusta».
Cinzia Bottene, No Dal Molin: «Io penso ad un servizio di tutela dell'area e dei cittadini che utilizzi la polizia locale, così come accade in tutto il resto d'Europa. Prima di tutto, però, bisogna far vivere campo Marzo. Mi sembra che l'idea che aveva avuto Matteo Quero andasse proprio in questa direzione. Se i cittadini lo riempiono con la loro presenza si allontana il degrado».
A suo parere un servizio come quello svolto in passato dalle Pantere è davvero un costo inutile? E che ne pensa della volontà della Lega Nord di presidiare con cittadini (o ronde) l'area?
Asproso: «Non so dire se sia del tutto inutile, ma in un periodo di crisi ogni spesa va valutata con maggiore oculatezza e considerati i tagli, imposti al sociale e ad altri servizi essenziali per i cittadini, ritengo che quello delle Pantere sia un costo sacrificabile, peraltro, senza particolari rimpianti. Quanto alle ronde, mi sembra evidente che dopo le correzioni introdotte al pacchetto sicurezza, il fenomeno sia andato afflosciandosi anche in seno alla Lega. Un conto sono i proclami e la propaganda politica, altro, è trovare delle persone realmente disposte a dedicare tempo alla comunità, in forma gratuita e soprattutto anonima».
Bottene: «Le sparate leghiste servono solo a creare allarme sociale e, anziché far tornare la gente a vivere la propria città, li impaurisce e li allontana. Che le ronde se le facciano alle loro sagre».
È un'area che attraverso la rivitalizzazione pensata dalla giunta di centrosinistra può "gestire" se stessa o serve anche un controllo più attivo delle forze dell'ordine?
Bottene: «Come dicevo prima, l'idea che aveva lanciato Matteo Quero andava nella giusta direzione. Bisogna pensare a spazi come questo come a delle moderne agorà. Torniamo a vivere le nostre città, è il modo migliore per tutelarle».
Servirebbe un posto fisso di polizia in viale Milano?
Asproso: «Parliamoci chiaro, se Campo Marzo fosse davvero come vogliono dipingerla: una zona franca per delinquenti e spacciatori, ebbene, dovrebbe occuparsene il Comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza, presieduto dal Prefetto. In quella sede, andrebbero individuati gli strumenti e le strategie più efficaci per far fronte al fenomeno. Non escludo un posto fisso di Polizia, ma non mi pare questo il caso. Poiché è sempre buona regola non intromettersi nel mestiere degli altri, ritengo molto più congruo per degli amministratori, incoraggiare i cittadini a vivere il parco, piuttosto che presidiarlo "militarmente". Per far questo c'è bisogno di tempo e forse, anche di un restyling urbanistico. In effetti, i vicentini hanno abitudini consolidate e se Corso Palladio è il luogo dello struscio per eccellenza, per molti, è raro spingersi oltre Porta Castello. Nel progetto di recupero di Campo Marzo, un ruolo importante possono svolgerlo i privati, in accordo con il Comune: riqualificando l'area intorno al Caffè Moresco e rimuovendo il degrado in cui versano i due esercizi pubblici, lungo Viale Venezia».
Bottene: «Se accompagnato da un ragionamento complessivo che punta a eliminare la ghettizzazione, a favorire l'incontro tra culture e persone diverse, e ad includere piuttosto che ad escludere, può essere anche un deterrente per chi poi non si comporta in maniera adeguata. Se si pensa che un posto di polizia risolva magicamente i problemi, secondo me si fa un errore».
Sono attive telecamere in zona o anche l'area del parco dovrebbe avere più strumentazione di controllo?
Asproso: «Potrei sbagliare, ma mi risulta che siano già state installate delle telecamere dalla precedente amministrazione. Il punto in realtà è un altro, anche ammesso che riuscissimo a posizionare occhi elettronici in ogni angolo della città - e pur tralasciando le sacrosante considerazioni sul diritto alla privacy - senza adeguato personale in sala di regia, non saremmo comunque in grado d'intervenire con tempestività».
Bottene: «Ripeto, bisogna agire su più piani, e a monte sulla percezione che i cittadini hanno della propria città. Se uno si sente esclusivamente un "fruitore" e non un appartenente ad una comunità e ad un luogo, continueremo per anni a discutere senza trovare una soluzione. Bisogna avere il coraggio di fare un salto culturale in questa direzione».
Lei che farebbe (Pantere a parte) per sanare questa situazione? E sono davvero aumentati gli arresti e la attività criminosa in questi due ultimi anni?
Asproso: «So bene che l'orientamento di Variati è diverso e lo dimostra il progetto di sistemazione recentemente approvato. Tuttavia, la riqualificazione di Campo Marzo presentata dall'arch. Mamoli nel 1996, conteneva delle intuizioni davvero interessanti che ritengo ancora valide: riunificare l'area est con quella del Parking Verdi eliminando le auto da Viale Roma, (in tal modo si otterrebbe un unico polmone verde nel centro della città); creare una barriera naturale - con una sorta di collinetta sul lato di Viale Venezia - al fine di riconciliare architettonicamente Campo Marzo, con il suo prolungamento originario, verso Monte Berico. Il risultato finale sarebbe di grande suggestione: la Stazione ferroviaria verrebbe occultata da una quinta arborea e con essa il traffico veicolare, inoltre si annullerebbe l'effetto "landa" che coglie talvolta il visitatore. Infine, toglierei quegli stupidi divieti che impediscono alla gente di sdraiarsi per terra, a leggere un libro o a riposare».
Bottene: «Farei vivere questa città. La sicurezza la si crea innanzitutto facendo crescere la partecipazione. Questo deve essere l'obiettivo, il resto deve servire da corollario. Che senso ha avere luoghi pieni di polizia, ma vuoti di cittadini?».
nr. 27 anno XV del 17 luglio 2010