NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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Alluvione: i beni mobili (auto) potrebbero essere ristorati dalla Regione, come gią avvenuto a Vallą

Il danno seguito alla tromba d'aria che nel giugno del 2009 colpģ Vallą di Riese Pio X ammontava a 40 milioni di euro, alla fine solo 10 ne sono stati stanziati, ma per i vicentini vi č un precedente che fa ben sperare soprattutto per chi ha avuto mobili e auto da buttare

di Luca Faietti
faiettil@tvavicenza.it

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Alluvione: i beni mobili (auto) potrebbero essere

Beni immobili e mobili, una speranza di ristoro dei danni subiti c'è e viene dall'esempio di un Comune del trevigiano colpito un anno fa da una violentissima tromba d'aria, Riese Pio X, soprattutto nella frazione di Vallà. «Abbiamo avuto due tipi di interventi -spiega l'assessore e vicepresidente del Consiglio Loris Guidolin che vive proprio nella frazione colpita - quello della Provincia per un milione di euro ha riguardato i danni strutturali, mentre l'intervento della Regione è andato a toccare anche i danni ai beni mobili, quindi auto, mobilio vario, muretti di recinzione e così via». Una testimonianza importante quella di Guidolin che dà speranza ai tanti vicentini che hanno perso praticamente tutto dopo la terribile alluvione del primo novembre.

A Vallà vi furono case e capannoni crollati, alberi d'alto fusto sradicati, 28 persone ferite. La tromba d'aria distrusse abitazioni e strade, fece crollare per gran parte una palestra, strappando tetti e coperture e lasciando dietro di sé uno scenario di devastazione simile a quello di un terremoto.

I danni materiali (ingenti quelli all'agricoltura) furono davvero notevoli e le fatture arrivate in Comune ammontano a circa 4 milioni su un danno stimato di 40. I senzatetto furono alcune decine, ed ebbero un riparo grazie all'intervento della Protezione Civile, e grazie al piano di emergenza fatto scattare dalla Provincia di Treviso.

Fu soprattutto il vento - raffiche di 70-80 km orari che si registrarono anche a Treviso città - a portare devastazione. La tromba d'aria, dovuta allo scontro tra una massa d'aria fredda da nordest ed un flusso caldo preesistente, meridionale, proseguì la sua corsa fin nella provincia di Pordenone.

«Un consiglio che posso dare ai vicentini? Innanzitutto la piena solidarietà della gente trevigiana che ha vissuto sulla sua pelle la devastazione portata dalla tromba d'aria. Capisco il dramma della vostra gente ed esprimo piena solidarietà. Per prima cosa vorrei dire di fare molta attenzione a fatturare ogni genere di lavoro che eseguiranno sulle loro case. Senza fattura non si possono infatti avere i contributi che verranno stanziati dalla regione e dalla Provincia. Se uno poi decidesse di sistemare da solo la sua casa deve conservare gli scontrini del materiale acquistato. In questo caso noi pagheremo anche sulla base di scontrini. È chiaro che le cose debbono essere fatte alla luce del sole ed in massima trasparenza. Noi abbiamo istituito una commissione tecnica che ha valutato i danni subiti dalle abitazioni ed ha stabilito dal primo sondaggio eseguito quale fosse il danno da ristorare. Se uno insomma aveva subito un danno al garage poi non poteva pretendere di vedersi riconosciuto un danno al tetto».

La tromba d'aria che ha colpito Vallà è del giugno del 2009 quindi quasi un anno e mezzo fa. Sono già stati effettuati i primi pagamenti? «Purtroppo ancora no, ma a fine novembre abbiamo avuto il via libera per consegnare i primi soldi. Si proseguirà a trance. La prima prevede il ristoro del 26 per cento della somma relativa al danno subito. Il periodo delle domande di rimborso è durato sino a marzo di quest'anno, per cui c'è stato anche tutto il tempo per fare le dovute verifiche in giro. Con i soldi pubblici non si scherza e quindi tutto doveva essere adeguatamente documentato. Massima attenzione anche all'IVA. In caso di ristrutturazione infatti è minore del normale. C'è chi ha pagato il 20 per cento, quando invece sarebbe stato corretto il 4% o il 10%. Dico ai vicentini di informarsi al meglio prima di eseguire o far eseguire i lavori alla propria abitazione».

Riguardo i beni immobili poi ad intervenire è stata la Regione: «Sì grazie ad una ordinanza specifica del Commissario Straordinario ai lavori pubblici Carraro si è stabilito un prezziario con il quale verranno liquidati questi beni. Ci sono, insomma, dei tetti massimi oltre i quali ovviamente non si può andare. Per cui se per un televisore viene stabilita una somma massima di 300 euro, il cittadino non può pretendere di più».

Il lavoro più lungo resta però quello della quantificazione dei danni. «Un lavoro lunghissimo e complicato, per il quale è stato necessario andare a mettere in campo una squadra di tecnici comunali con questo gravoso compito sulle spalle». C'è voluto un anno e mezzo, però ora finalmente i primi risultati si vedono. «Certo, avevamo chiesto circa 40 milioni, ce ne hanno dati solo una decina. Non molto, ma già tanto visti i tempi che corrono in materia di tagli agli enti locali».

 

nr. 40 anno XV del 6 novembre 2010

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