![]() |
![]() |
|
![]() ![]() |
||
![]() |
![]() |
Scegliere un percorso di studi, non è mai una cosa semplice. Lo sanno bene i ragazzi di terza media e le loro famiglie. A quindici anni, si ha voglia di sognare, senza pensare alle conseguenze, al lavoro, al posto fisso. Preoccupazioni che, invece, assillano la mente di schiere di genitori pronti a suggerire, ma talvolta un po' confusi sul da farsi. Sapere cosa fare, del resto, significa anche capire chi siamo e dove stiamo andando.
A dare loro una mano è scesa in campo Confindustria Vicenza con il progetto: "SCUOLA E LAVORO- conoscere per scegliere" una serie di appuntamenti e dibattiti tenutasi sabato mattina in cinque punti diversi della provincia. Una serie di confronti serrati tra imprenditori, professori, economisti e psicologi, che ha fotografato la realtà del mondo del lavoro in relazione alle necessità future e odierne del mercato.
Decidere che scuola far fare al proprio figlio non è sempre stato così difficile, una volta la questione richiedeva meno tempo. Semplificando, si sarebbe potuto dire: liceo, scientifico per gli amanti dello studio, quelli che poi sarebbero finiti all'università, istituti tecnici, scuole professionali, per i ragazzi più pronti ad immergersi nel mondo del lavoro.
Un'equazione fin troppo chiara, che garantiva a tutti un posto nella società.
Qualcosa, però, è cambiato.
La globalizzazione prima e la crisi poi, hanno rimescolato le carte.
I giornali sono pieni di neo laureati in cerca di un'occupazione, non tutti gli ingegneri trovano un'azienda, di scienziati della comunicazione, filosofi, e psicologici ce ne sono troppi e servono a poco.
Non c'è da stare allegri, eppure, l'istantanea che esce dagli appuntamenti voluti dall'associazione industriali (un successo in termini di pubblico), non è del tutto negativa.
La crisi c'è, non serve nemmeno un grafico per saperlo, ma, in realtà il lavoro non manca.
Occorrono infermieri, tecnici, periti, ne servono e spesso non se ne trovano. Una ricerca di figure tecniche che talvolta si conclude all'estero, dove le imprese sono costrette a recuperare figure professionali da noi assenti o forse non più appetibili.
Una situazione paradossale, almeno a sentire le aziende e chi vede in questa crisi il momento giusto per un ulteriore scatto verso il futuro.
Quello che stiamo vivendo, dunque, è un periodo di trasformazione in cui anche le vecchie sicurezze traballano. La disoccupazione, specialmente quella giovanile, continua a crescere. Servono, dicono più voci dal mondo delle imprese, scelte di lungo periodo, scuole più vicine al mondo del lavoro e investimenti, quelli che proprio in questi giorni vengo a mancare, nella ricerca e nel sistema scuola.
L'inglese, insegnato ormai dappertutto, non basta più. Meglio spingersi verso nuovi orizzonti linguistici, come il cinese, viaggiando quando è possibile. Investire nelle conoscenze tecniche e tecnologiche, avvicinarsi al lavoro non solo alla fine del proprio percorso scolastico, sono diventati passaggi fondamentali per riuscire nella vita. Che dire, però, ai ragazzi delle medie che, ad un passo dal primo grande salto della loro vita, sognano un futuro di tipo umanistico?
«È giusto assecondare i ragazzi e il loro cuore -ha affermato nel suo video messaggio d'inizio dei lavori l'assessore provinciale Morena Martini- ma è anche giusto ascoltare le richieste del mercato del lavoro che chiede tecnici e saperi specifici, sognare è importante, ma non bisogna lasciare che i sogni diventino illusioni».
Occorre, dunque, essere concreti, senza che questo assuma i toni di una sconfitta ripartendo dal concetto che ogni lavoro, se legale, è ugualmente considerevole di rispetto.
Le professioni in crescita, le posizioni sempre più ricercate dalle imprese, sono quelle legate alla meccanica e all'elettronica, alle nanotecnologie e all'informatica.
Seguono i tecnici commerciali, gli addetti al marketing, gli operatori del settore turistico.
In supporto a questa tesi parlano i dati della ricerca del professor Lionzo, economista e docente dell'università di Padova, presentata all'inizio delle conferenze di Confindustria Vicenza. Nel biennio 2009 2010, le imprese hanno assunto, e assumeranno tra i laureati, un maggior numero di ingegneri (più 29%) seguiti da economisti (più 7%) e addetti al settore medico sanitario (più 11%).
La stessa ricerca indica un calo delle richieste di diplomati nel settore amministrativo commerciale (- 7%) ed un aumento sostanzioso della assunzioni per i periti meccanici (più 52%). In aumento anche le richieste di diplomati nel settore della biotecnologica (più 48%), mentre, l'unica boccata d'aria fresca per i meno matematici e più creativi, è data dall'aumento di richiesta per grafici e pubblicitari.
In generale, il mondo del lavoro cerca: autonomia, imprenditorialità, orizzonti internazionali, capacità di problem solving e di comunicazione. Occorre. Il concetto illuministico di un sapere enciclopedico è ormai superato, il segreto del successo è conoscere quello che altri non sanno, fare bene un lavoro specifico, tralasciando magari, gli studi in lettere classiche.
Un boccone amaro per qualcuno che, avvertono gli psicologi, si supera mantenendo una certa curiosità verso ogni nuova forma di apprendimento, affrontando in modo propositivo ogni nuova sfida.
A chi sognava di fare lo scrittore, dunque, non resta che prenderla con filosofia e intanto studiare qualcos'altro.
nr. 43 anno XV del 27 novembre 2010