Sul Dal Molin questo è il tempo di ottenere. Di portare a casa i risultati per cui una larga parte della città si è battuta e l’amministrazione si è impegnata. Di dare concretezza a quelle compensazioni e mitigazioni a cui Vicenza ha diritto, per limitare il danno che la nuova base militare porterà al sistema ambientale, urbanistico e viabilistico della nostra città. Non è il tempo di blaterare, di sparare sciocchezze, di inventarsi fantasie. E non è neppure il tempo di mostrarsi divisi o di mettere i bastoni fra le ruote per miseri calcoli di convenienza politica ed elettorale. Vicenza non perdonerebbe coloro che facessero deragliare un accordo così importante come il protocollo d’intesa con lo Stato che stiamo perfezionando in questi giorni.
Mi preoccupa, e non capisco, lo strano spettacolo a cui stiamo assistendo in questi giorni. Leggo ad esempio le deliranti affermazioni del consigliere provinciale del PdL Roberto Cattaneo [a destra], secondo cui ci sarebbe un risibile accordo per dare in uso uno degli hangar dell’ex aeroporto alle associazioni contrarie alla realizzazione della base. Ovviamente è una colossale sciocchezza, che solo uno sprovveduto o qualcuno in malafede può sostenere senza ridere. Per una ragione molto semplice: il lato est del Dal Molin, quello non occupato dalla base militare americana, vogliamo ottenerlo per aprirlo alla città, per trasformarlo in uno spazio di tutti, con una destinazione a parco, per attività sportive e ricreative. Deve diventare un luogo che tutti i vicentini faranno proprio, i vicentini di oggi ma anche le future generazioni. Dovrà essere un polmone in cui passare i weekend, costruire socialità, svago, cittadinanza, in cui fare sport, in cui giocare. E dovrà essere il luogo simbolo attorno a cui una comunità divisa dalla costruzione della nuova base statunitense sul lato ovest si può riconoscere e riunire, curando le ferite che la vicenda del Dal Molin “militare” ha lasciato. Per questo non potrà mai essere un luogo di una sola parte. E poi, chiunque conosca gli accordi che si stanno perfezionando con lo Stato sa che l’unico edificio che ha già un’assegnazione è l’hangar storico, per il museo dell’aeronautica che celebrerà la storia importante e gloriosa del rapporto tra Vicenza e il volo.
Siccome non credo che Cattaneo sia uno sprovveduto, devo pensare che sia in malafede. Anche perché vedo prese di posizione, veti, strane sparate fatte all’ultimo momento e in modo convulso e poco chiaro. Penso all’idea di realizzare nell’area che dovrebbe diventare parco una grande base regionale della protezione civile: un’ipotesi già bocciata dal Consiglio Comunale di Vicenza. Perché vogliamo che quella grande area verde resti così, verde, e sia tutta destinata alle attività di cui parlavo prima. Una nuova base di protezione civile, posto che ci siano i fondi per farla, è un obiettivo importante e apprezzabile, ma va fatta altrove, dove ci sia un adeguato sistema di accessi stradali rapidi e dove ci sia spazio anche per le altre forze d’emergenza, come i Vigili del Fuoco. Penso alla bizzarra richiesta dell’ultimo momento, sempre di Cattaneo, di inserire nelle compensazioni le garanzie per i lavoratori civili nelle basi americane di Vicenza: con tutto il rispetto per loro, si tratta di una richiesta particolare e peraltro complessa, che non può stare tra quelle di interesse generale di tutta la città su cui dopo mesi siamo giunti finalmente a una bozza di accordo. E non capisco bene se Cattaneo parla come politico o come dipendente, a sua volta, della Ederle. Penso ancora alla strana richiesta, pure questa di improbabile fattibilità, di ottenere tra le compensazioni la riduzione di dazi doganali per le imprese orafe: che non rientra tra le compensazioni votate a larghissima maggioranza dal Consiglio Comunale (compreso il PdL), visto che oltre alla tangenziale nordest e all’ottenimento del lato est del Dal Molin, le due richieste irrinunciabili, la città vuole, se sarà possibile ottenere altro, una speciale attenzione al progetto di una linea di trasporto pubblico elettrico e allo sviluppo del polo universitario. Ma poi, ci si rende conto dei problemi e dei tempi che ci vorrebbero anche solo per valutare e alla fine bocciare una richiesta che coinvolge il commercio tra due nazioni come quella sulla riduzione dei dazi? Possiamo perdere altro tempo proprio adesso e rimettere tutto in discussione?
Il pericolo che corriamo con questi comportamenti è molto serio. Dopo mesi di lavoro su un testo di intesa con lo Stato, basato su un tavolo di concertazione fatto con tutte le categorie economiche, i partiti, le associazioni interessate, di cui era a conoscenza anche la Provincia, ora che siamo a un passo dalla firma saltano fuori idee estemporanee, progetti alternativi, proposte in libertà. C’è il rischio che chi ci guarda da Roma si freghi le mani e pensi: questi sono dilettanti allo sbaraglio, che litigano tra di loro. Facciamoli litigare e teniamoci i soldi nella capitale.
A costo di essere noioso, ripeto per l’ennesima volta: sulle compensazioni ad esprimersi è solo ed esclusivamente il Consiglio Comunale di Vicenza, città che porta per intero il peso della nuova base, e che in perfetta e dolorosa solitudine ha combattuto una battaglia di dignità contro un progetto imposto dall’alto dai diversi governi romani. La Provincia ha un ruolo, fondamentale, nel coordinamento del progetto della tangenziale: se sulle modalità ci sono aspetti da chiarire, come ha chiesto nei giorni scorsi il presidente Schneck, è giusto chiarire. E andare avanti. Ma sul resto, e non mi riferisco al presidente della Provincia, non è il tempo di blaterare, o di gettare idee nel tritacarne solo per apparire sui giornali o lusingare questo o quel gruppo di interessi, per poter dire: vedete, io ho provato a fare questo per voi, ma non me l’hanno permesso. Questa è bassa politica. Della peggior specie, perché – irresponsabilmente – viene fatta sulla pelle della nostra città e della nostra comunità. Vicenza è già stata presa in giro abbastanza.
Basta, quindi, con le parole al vento e le dichiarazioni irresponsabili. Altrimenti dovrò pensare che davvero qualcuno punta solo a far saltare il banco, per fare un dispetto a un’amministrazione magari “sgradita” a qualcuno. Ma quel qualcuno starebbe, molto semplicemente, svendendo gli interessi della comunità locale per fare politichetta. E dovrebbe rispondere davanti a tutta la città del tradimento, ripeto tradimento, degli interessi collettivi vicentini.
nr. 12 anno XVI del 2 aprile 2011