Inizialmente le maglie dei rimborsi per i danni causati dall’alluvione erano talmente larghe che ai cittadini veniva suggerito di inserire nell’elenco di tutto anche i vestiti andati perduti, adesso, quasi certamente per problemi di disponibilità economica, le maglie sono divenute strettissime e nella rete del “no” sono cadute le auto vendute e le seconde case. Il commissario vicario per l’emergenza alluvione Mariano Carraro mercoledì era a Vicenza per illustrare la recente ordinanza del presidente del consiglio ed è stato perentorio su un altro aspetto: chi ha avuto i soldi in anticipo senza averne diritto dovrà restituirli, su questo uno dei pochi sindaci presenti Claudio Catagini di Altavilla ha replicato che lui non andrà mai a chiedere indietro i soldi a chi l’alluvione l’ha vissuta sul serio e ora si trova escluso dai rimborsi a seguito di una non facile interpretazione di norme e regolamenti diventati improvvisamente rigidi. Risulta infatti che non sia previsto di riconoscere i danni patiti dalle abitazioni non principali, il che esclude dai rimborsi i proprietari delle seconde case, fuori dall’elenco dei “cittadini di serie A” anche chi è proprietario di un ufficio, di un negozio, di un capannone che ha sì patito danni, ma al momento dell’alluvione era vuoto o non e ospitava una attività. Farà poi molto discutere la questione auto: “otterrà indennizzi solo chi le ha fatte riparare o regolarmente rottamare, ha detto Carraro, non sarà riconosciuto nulla a chi, e sono tanti, ha radiato o alienato il proprio mezzo, dando ascolto a quelle persone che nei gironi immediatamente dopo l’alluvione andavano casa per casa ad offrire qualche centinaio di euro per eliminare le auto rimaste sommerse dall’acqua. Queste le novità-sorprese a sette mesi dall’alluvione, ma gari a fronte di decine di comuni che ottenuti i soldi non li hanno né spesi in ripristino di opere né per anticipo dei danni agli alluvionati, ma intanto così parlarono Governo e Regione, i cittadini adesso sperano che il movimento dei sindaci, ricordando il dramma di novembre, si mobiliti per convincere chi può farlo a modificare l’ordinanza.
nr. 23 anno XVI del 18 giugno 2011