NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Quei cancelli si stanno aprendo

Si può dire concluso il grande lavoro di recupero delle ville venete. Spiega la presidente dell’Ente, Giuliana Fontanella: “Ovviamente servono sempre fondi per i restauri, ma oggi è più agevole visitarle”

di Giuseppe Brugnoli
giusbrug@tin.it

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Quei cancelli si stanno aprendo

Giuliana Fontanella, vispa cinquantenne di Chiampo dove insegna scienze motorie (la vecchia “ginnastica” nella scuola media), è da un paio di mesi la nuova presidente dell'Ente Ville Venete, che nel Veneto e nel Friuli raccoglie e ordina oltre 4200 costruzioni soprattutto rinascimentali, Quei cancelli si stanno aprendo (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)con tutti i capolavori del Palladio e di grandi architetti dei migliori tre secoli dell'arte italiana. La prima domanda viene quasi naturale, e anche un po' provocatoria.

Signora Fontanella, a lei che viene, se ci è concesso dire, “dai monti” non dà qualche preoccupazione un incarico di questo genere, che la mette a contatto ogni giorno con fior di conti e contesse, illustri rappresentanti del bel mondo a livello nazionale e internazionale, ricconi anche non blasonati ma in possesso, oltre che di meravigliose ville venete, anche del modo di fare di chi è uso a comandare?

«Proprio per niente, anzi questo incarico mi piace molto, e conto di fare buone cose. Del resto, io sono abituata agli incarichi pubblici: dopo nove anni di impegno come consigliere di minoranza a Chiampo, ho fatto il sindaco per due mandati, quindi sono stata vicepresidente della Provincia di Vicenza, e infine, dal 2005 al 2010, consigliere regionale. Ma se lei parla di quelli che vengono dalla montagna, sappia che da Chiampo viene Silvio Negro [a sin.], per moltissimi anni insigne Quei cancelli si stanno aprendo (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)vaticanista del Corriere della Sera e autore di un libro di ricordi “La stella boara”, che è citato come una delle migliori opere del nostro dialetto. Ma Chiampo è la patria anche dello Zanella, il poeta della conchiglia fossile, e ha dato i natali al prof. Faedo, che fu rettore dell'Università di Pisa, e al prof. Peretti, insigne latinista. Io non mi metto certo tra questi, ma al loro seguito. Difatti, Silvio Negro, che a Chiampo ha ancora parenti di cui sono amica, è stato il primo presidente dell'Ente Ville Venete, che fu fondato da Bepi Mazzotti il 6 marzo 1959».

Pare che ci sia un risveglio d’interesse, di questi tempi, per le antiche dimore. Si recuperano castelli in rovina, si restaurano magioni nobiliari lasciate tranquillamente fino a ieri rovinare. Soltanto tra le ville venete, che secondo i registri dei proprietari sono oltre quattromila, non si registra alcun movimento. Chi le ha, se le tiene, e i cancelli sono sempre chiusi anche ai visitatori colti che vorrebbero vederle non dal di fuori soltanto.

«Non è vero, o comunque era vero fino a ieri; oggi si sta cambiando. Bisogna notare che il Veneto, con la breve appendice nella pianura friulana, è l'unica zona al mondo che possiede ville, e non castelli, come tutte le altre regioni al mondo che hanno dimore storiche. Il merito è della Repubblica di Venezia, che ha assicurato la pace per quattro secoli ai suoi territori, e che, favorendo i ricchi proprietari di Venezia o del suo dominio affinché costruissero imponenti o meno imponenti ville, ha anche assecondato la bonifica e l'utilizzo agricolo delle terre di pianura. Queste ville, in gran numero, stavano andando tranquillamente in rovina, finché non fu fondato l'Ente ville venete per aiutare i proprietari vecchi e nuovi a salvarle, a valorizzarle da un punto di vista non soltanto architettonico ma anche paesaggistico e artistico, per le opere d'arte, sculture e affreschi, che contengono. Oggi questo lavoro, imponente, di recupero, si può dire concluso, anche se c'è sempre bisogno di restauri, spesso imponenti. Gli ultimi, con 2,7 milioni di euro, per la villa Contarini a Piazzola sul Brenta [foto a des.], e di 1.450 milioni di euro, per la villa Venier di Mira, i cui affreschi al pianterreno minacciavano di staccarsi, sono stati ottenuti dal ministero con Quei cancelli si stanno aprendo (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)un provvedimento d'urgenza voluto dal vice presidente e assessore alla cultura della Regione Veneto Marino Zorzato, con provvedimento urgente firmato, poco prima della mia nomina, dall'allora commissario straordinario dell'Ente Angelo Tabaro».

E i suoi programmi, cosa prevedono?

«Oltre a continuare questi necessari interventi di aiuto e di concorso con i proprietari, anche se la situazione attuale dell'economia (non soltanto regionale) si sta facendo difficile, stiamo realizzando, con la Regione Veneto e il coordinamento dei proprietari delle Ville Venete presieduto dalla contessa Diana Lorena Camerini, la “Carte dei servizi delle Ville venete”, un documento di impegni per i proprietari che intendono aprire le loro dimore e farne una sede espositiva delle attività del territorio, o un lungo di incontri culturali e artistici con mostre e rassegne, o anche una “villa aperta” magari con tempi e giorni predeterminati, in cui il visitatore possa assaporare per qualche ora il vero modo del “vivere in villa” secondo la tradizione del soggiorno nelle epoche classiche».

Un impegno notevole…

«Sì, ma non pensiamo di mettere in questa “carta dei servizi” tutte le ville, ma soltanto quelle i cui proprietari sono più aperti ad un contatto con il turismo di notevole livello proveniente soprattutto da oltre Oceano, dove la “cultura della villa” è ancora molto apprezzata come negli Stati meridionali degli Stati Uniti. Questo programma è stato presentato a Villa Pigafetta Camerini di Mossano nel corso dell'incontro promosso dalla Regione e dal nostro Ente sul tema “La valorizzazione turistica di un prodotto culturale: le Ville venete”. Come ha detto in quell'occasione l'assessore regionale al turismo Finozzi, che ha presentato su questo programma un progetto di un milione e 900 mila euro al Ministero del turismo: “Siamo di fronte ad un passaggio essenziale, per consolidare a livello mondiale il primato turistico del Veneto. Ci proponiamo entro il 2020 di registrare venti milioni di arrivi”. Io aggiungo quello che disse Mazzotti, alla fondazione dell'Ente ville venete: “Se non diamo loro vita, non serve restaurarle”, e valorizzare questo grande, in gran parte ancora sconosciuto, patrimonio, è prima ancora che un'opportunità turistica un impegno culturale».


Quei cancelli si stanno aprendo (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)

 

nr. 25 anno XVI del 2 luglio 2011

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