Gli angeli del week end sgobbano sempre di più.
Neppure a Vicenza la crisi li risparmia.
Troppi conti che non tornano, troppi “rossi” brucianti, troppe falle da rappezzare. Con la nota aggravante dei due giorni di sosta bancaria, durante i quali la fame resta tale e anche i più potenti cellulari non intercettano nessuno in grado di spiegare il perché di un bonifico in ritardo.
Per fortuna c'è chi prega senza saperlo. Come il tipografo precario Tarcisio Rigotto che, dopo avere appreso dal proprio sportello bancomat di avere 31 euro fino a lunedì, somma mentalmente le spese necessarie per lui, moglie e due figli piccoli: latte, pane, “o sei uova o un formaggio”, ricarica telefonica, sigarette, più i litri di benzina per andare a Cornedo, dove abita sua mamma, gravemente ammalata, e ritorno. Di sicuro saltano le mance ai bimbi, il cinema parrocchiale della domenica, e i calzini estivi di cui ha urgente bisogno, visto che gira ancora con quelli di lana, ficcati nei mocassini mezzo sfondati, vecchi di due anni. Dopo quella visione da incubo, Tarcisio dà un calcio al bancomat, bestemmia, scarta l'idea di rapinare un supermercato, e si siede affranto su una panchina del parco giochi lì accanto, dalle parti di Santa Croce Bigolina. Dove, molto semplicemente, si sente una nullità fino ad avere gli occhi gonfi di lacrime. E' questo il momento in cui, senza saperlo, “prega”. Per l'esattezza lo fa il cuore, messo a nudo fino a “muovere” le ali del primo angelo di passaggio, che si chiama Mehabel, e plana dalle parti di viale Trento per soffiare un filo di brezza sulle sue tempie. Quanto basta perché Tarcisio Rigotto faccia la scelta per lui migliore in questo momento: andare a casa, e sfogarsi con sua moglie Lorena. Troverà affetto, comprensione, e qualche goccia di energia in più in vista di lunedì, quando tornerà a cercare lavoro dalle parti di Sandrigo.
Va molto peggio a chi pensa di pregare, e fa invece tutt'altro. Gli angeli, dall'alto delle loro nuvole, seguono con apprensione, ma senza poter intervenire, le sorti di Efrem Ceola, postelegrafonico esodato, a cui lo stesso bancomat ha comunicato un saldo di 289 euro. Fino a lunedì è quanto certamente basta per una spesa con cui sfamare moglie e figlia tredicenne, acquistare un paio di partite in Tv, e magari aggiungerci una gita al mare domenica mattina. Il problema si chiama Myriam, escort colombiana di 29 anni il cui costo è di 100 euro, comprensivo di pillolina rigenerante. L'ultima volta che è stato da lei, due settimane fa, pensa di averne tratto giovamento, Efrem. Che, “sedato” da Myriam, per tutta la settimana successiva non ha mai alzato le mani su moglie e figlia. Proprio ricordando questo, prima di comporre il fatidico numero di cellulare, entra in chiesa a chiedere perdono per la gita al mare che farà saltare alle donne di casa. Ai demoni che si ingrassano pedinandolo stretto, non costerà nulla togliere le sue mani da moglie e figlia per un altro mesetto, prima dello zero in conto corrente che potrà trasformarlo in un ancora inedito “mostro del Livellon”, massacratore di donne innocenti.
Avessero più tempo per lui, gli angeli vicentini del week end, forse potrebbero aiutarlo a rinvenire nella memoria il ricordo giusto, a cui appigliarsi: nonna Regina che esce claudicante per fare la spesa al mercato, sua moglie Giovanna quando, prima delle cure di psicofarmaci, scriveva fiabe per bambini, la bellezza di un gol di Roby Baggio. Perché, quando si sprofonda all'inferno, qualsiasi ragione è buona per alzare gli occhi al cielo.
Ma hanno poco tempo per lui, gli angeli in missione nel cielo di Vicenza. Troppi i casi disperati a cui dedicano tante loro energie, e quasi sempre invano. Come Mariateresa, 63 anni, divorziata, una figlia lontana di nome Giulia, e una pensione chissà quando, dopo una vita di sfruttamento divisa fra casse di supermercato e lavoretti part time in una ditta di trasporti. Sono due settimane che non va più al bancomat dell'Anconetta, sfiduciata da quei sei euro che nessun incantesimo faceva diventare seimila, e nemmeno sessanta. Così non lo guarda neppure adesso, che sono appena arrivati i tremila euro del premio legato alla polizza assicurativa stipulato a suo nome dal marito, prima che fuggisse a Trani con una cubista rumena.
Mariateresa potrebbe pagare le bollette, con quei soldi, e riavere il telefono di casa. Fare una bella spesa al supermercato, smettendo di elemosinare pranzi in parrocchia. Regalarsi almeno un paio di vestiti per l'estate, dato che la depressione l'ha fatta ingrassare troppo e non ce n'è più uno che le vada bene. Ma in banca non passa proprio più, perché l'ultima volta quei sei euro l'hanno fatta sentire troppo male. Così gli angeli del week end la inseguono incessantemente da una sala giochi a una mensa dei poveri, da una fermata del bus al supermercato dove entra ad ascoltare la musica dei One Republic, guardando sottane a fiori che non indossa più da mo'.
L'unica speranza sta negli occhi di Vittorio, 38 anni, avvocato civilista, a cui Mariateresa chiede l'elemosina subito dopo il suo prelievo da 200 euro al bancomat di piazza Matteotti, dove ha appena verificato di avere una disponibilità immediata di 12 e non 13mila euro. Vittorio che guarda in faccia questa donna provando un infinito e misterioso senso di pena. Perché le ricorda terribilmente Giulia, la ragazza di cui era perdutamente innamorato al liceo, sparita con il suo indirizzo Facebook dopo avere preso un aereo per l'Australia.
Gli angeli del week end osservano impotenti. Possono solo sperare che il cellulare di Vittorio trilli un istante più tardi del solito, così da avere il tempo di fissarla meglio, questa donna a cui ha appena messo in mano venti euro. Fino a ricordarsi di quando quella stessa voce gli rispondeva amorevolmente al telefono “Giulia è uscita. Mi dispiace, caro, riprova magari fra un'ora”.
Vittorio potrebbe capire che oggi è proprio quella, la voce della “salvezza”.
nr. 17 anno XVIII del 4 maggio 2013