NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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La polemica olimpica

di Mario Giulianati

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La polemica olimpica

Al culmine della polemica sorta attorno allo spettacolo ‘Prima lettera di San Paolo ai Corinzi’ della regista catalana Angelica Liddell, in programma al Teatro Olimpico il 18 e 19 settembre prossimi, dopo giorni di silenzio, si pronuncia il sindaco di Vicenza e dichiara (Vicenza Piu’) “Non ci sono motivi validi per attuare una censura preventiva e quindi lo spettacolo andrà in scena come previsto”. E prosegue “Per me era importante capire se lo spettacolo potesse oltrepassare un limite che considero invalicabile, quello dell’offesa dei simboli religiosi, ed in particolare del crocifisso, della dissacrazione, della provocazione estrema fine a se stessa. Mi sono confrontato con i responsabili della rassegna e con chi ha visto lo spettacolo nella sua rappresentazione a Berlino: da tutti mi è stato assicurato che non c’è nello spettacolo alcuna volontà di offendere simboli religiosi, ed in particolare il simbolo più rappresentativo del cristianesimo, il crocifisso. Mi è stato garantito che lo spettacolo non oltrepassa quel limite. All'Olimpico non ci saranno immagini dissacranti e offensive, non ci sarà nessun crocifisso in scena, non ci saranno scene di sesso sul palco. Lo spettacolo quindi non vuole irridere, sfottere, insultare. Al contrario, mi è stato descritto come uno spettacolo certamente forte, ma tutto incentrato sulla celebrazione della religiosità intesa come spiritualità, come via ‘rivoluzionaria’ da percorrere per innalzarsi al di sopra del materialismo contemporaneo”.

La polemica olimpica (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Appare tranquillizzante ma è contemporaneamente fonte anche di interrogativi, perché, per sua stessa dichiarazione, il sindaco si è rivolto esclusivamente ai soggetti interessati direttamente e a quanti si sono pronunciati a favore dello spettacolo. Quindi una indagine molto di parte. Il tutto nasce da un articolo del giornalista Gian Marco Mancassola, che sul Giornale di Vicenza scrive “Scandaloso Olimpico. Corpi nudi, sangue, autoerotismo e sacrilegio, riti dionisiaci e tantrici: un provocatorio intreccio tra amore sacro e amore profano aprirà il 68° ciclo dei classici al teatro Olimpico. Il 18 e il 19 settembre sul palco palladiano andrà in scena la “Prima lettera di San Paolo ai Corinzi” firmato da Angélica Liddell, visionaria e trasgressiva regista catalana, artista senza misure, la si ama o la si odia. Quella di Vicenza sarà la première italiana, ma in altre piazze europee ha già diviso critica e spettatori, tra chi ci vede il marchio del genio e chi abbandona i teatri sconcertato o disgustato. Sono comunque destinate a far discutere le scene clou, come il sangue (vero) spillato a uno degli attori o il racconto di una masturbazione con il crocefisso….”. Mancassola è un giornalista serio che non si inventa le cose, quindi qualcuno deve pur averlo informato di quello che sarebbe stato il contenuto di uno spettacolo programmato all’Olimpico. Da questa nota parte, sembra, la presa di posizione del Consigliere comunale avv.to Francesco Rucco. Un’altra persona seria e equilibrata. Poi la polemica si sviluppa e entrano in campo coloro che difendono la scelta della Amministrazione e quindi il primo interessato il signor Bulgarini D’Elci, vicesindaco che ancora una volta appare sopra le righe con il suo linguaggio perlomeno robusto. A leggere la dichiarazione del sindaco si scopre che a monte di tutto c’è una intervista di Anna Bandettini apparsa il 21 agosto su Repubblica. It, dove nella introduzione della giornalista si legge “ la stessa Liddell che, in una sua "Lettera della regina del Calvario al Grande amante", confessa - e forse è solo una verginale fantasia - di quando bambina si masturbava col crocefisso”. E alla domanda “ Ma perché mettere in scena sangue vero o raccontare di masturbazioni col crocifisso?” la regista risponde "Vero/falso è una dicotomia di terribile semplicità. Io penso a come rivelare, con l'estetica, una parte dell'anima umana. Ciò che definisce il teatro è il Mistero, quel momento di epifania davanti all'inspiegabile. Il linguaggio che usi non ha importanza se a sostenerlo è la forza di cui parlava Nietzsche, la forza dell'inconscio come diceva Freud, la forza dell'origine dell'universo, la forza dell'affamato di Artaud, la forza della necessità interiore, la forza della tragedia, il tarantismo o il rito dionisiaco. Se parlo di masturbazione lo faccio dal punto di vista della fede. Mi masturbavo col crocefisso perché il mio corpo reagiva alla bellezza di un uomo crocifisso e santo, irraggiungibile. Volevo amare il Re dei Re". Alla fin fine, magari male interpretata dai vicentini e no, intervenuti nel dibattito, la “provocazione” è nata dalle stesse parole della regista. Il risultato è duplice: una vendita ottima dei biglietti e uno spettacolo che rientra in schemi già collaudati e che non presenta la temuta dissacrazione-provocazione, ma che risulta essere abbastanza scontato per i tempi in cui viviamo. Se guardiamo sotto questa ottica il tutto potrebbe sorgere il dubbio che la polemica è stata, essa si, provocata, per una faccenda di marketing. Se le cose stessero così bisogna ammettere che l’obbiettivo è stato raggiunto. Non molto elegantemente ma efficacemente. Almeno economicamente. Andare o non andare all’Olimpico, a questo punto, è del tutto indifferente sia per chi sperava nella provocazione sia per chi si augurava che questa non si realizzasse. Personalmente ritengo che non ne valga la pena. Rimane aperta la questione dell’atteggiamento assunto, non solo in questa circostanza, ma da tempo, dell’assessorato alla crescita, magari mostrando i muscoli, diretto a scardinare la tradizione, la cultura, la identità costruita nei secoli, di questa città in nome di un straordinario, si fa per dire, rinnovamento, la libertà di espressione ecc. ecc. e chi più ne ha più ne metta.

 

nr. 31 anno XX del 5 settembre 2015



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