NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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Ex Banca Popolare e il fatal destino

di Mario Giulianati

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Ex Banca Popolare e il fatal destino

Sul Giornale di Vicenza è apparso, alla vigilia della prima assemblea della nuova Banca Popolare, un ampio articolo, firmato da Marino Smiderle, titolato «Abbiamo sempre agito nell’interesse della Popolare». Un numeroso gruppo di componenti il Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare spiega come mai il 5 marzo u.s. non si sono presentati alla Assemblea che, in concreto, liquidava la storia, nel centocinquantesimo anniversario , della banca stessa. In effetti questa assenza di una buona parte del Consiglio formata da consiglieri già in carica con la Presidenza Zonin, non era stata molto ben digerita dalla Assemblea.

Ex Banca Popolare e il fatal destino (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Quindi bene hanno fatto questi signori a tentare di chiarire la loro posizione di fronte alla moltitudine di ex soci della ex Popolare, sia di quanti erano presenti e di quanti, moltissimi altri, che non lo erano. In breve dichiarano che «Il 5 marzo siamo stati invitati a non partecipare». Un invito che si presuppone nasca dalla volontà di non accrescere il disagio, e forse anche qualche cosa di più, dei componenti della Assemblea che, essendo stati tutti penalizzati, e pesantemente, dalla caduta verticale, e non ancora conclusa, delle loro azioni, quindi con la perdita pressoché totale dei loro risparmi, avrebbero potuto avere reazioni incontrollate. Atteggiamento lodevole ma informazione carente. Infatti manca il soggetto che avrebbe invitato questi consiglieri a starsene a casa. Il conoscere questo dato agevolerebbe la scelta di un giudizio, almeno sulla assenza, più benevolo, molto difficile ,in queste condizioni, da formulare per ora. Molto puntualmente il giornalista ci fa sapere che “Per questo nelle prossime riunioni del Consiglio(presieduto da Stefano Dolcetta.) si discuterà il contenuto di una lettera consegnata al presidente di cui è già possibile riassumere i concetti principali. A partire da quell’accusa di essere conniventi con un sistema ritenuto criminoso e che, secondo gli accusatori, aveva al vertice Zonin e Sorato: «Il Cda è composto da imprenditori e professionisti che ritengono di avere operato nell’interesse della banca - Se hanno commesso degli errori ne risponderanno ma non accettano di essere rappresentati come servitori sciocchi o, peggio, lestofanti”. Anche questo è molto ragionevole e più che comprensibile. Rimane il fatto che qualcuno, da qualche parte, in qualche momento, qualche “errore” deve averlo commesso. Che poi, anche i componenti del vecchio Consiglio di Amministrazione della Popolare siano incorsi nella stessa disavventura che ha colpito i 117.000 soci, circa, può solo dispiacere da un lato e far riflettere dall’altro. La riflessione è semplice. Se a non comprendere perfettamente dove stava andando , anzi precipitando la banca erano gli stessi che sedevano, e siedono tutt’ora, ai piani alti della Popolare ( tra questi, e assenti all’Assemblea, vi sono due vice presidenti e un paio di componenti dell’Esecutivo) , come era possibile che lo comprendessero soci, fiduciosi da sempre, che però non avevano il minimo di informazioni precise e corrette e magari venivano riforniti di informazioni inesatte? Dicono ancora, e lo riporta il giornalista che “i consiglieri in questione si dicono convinti che «le inchieste dimostreranno l’estraneità del Cda da qualsiasi pratica men che lecita». Se ciò corrisponde al vero, e in questo momento non possiedo alcune elemento per credere il contrario, allora ci si dovrà chiedere, e dovrà sicuramente farlo la Magistratura, chi mai governava la banca e perché esisteva un Consiglio di Amministrazione super pagato? Perché il danno è più che evidente, anche a loro stessi e anche a loro danno, ed allora chi dovrà assumersene la responsabilità oppure è solo colpa del “fatal destino”? Proprio come si gioca una partita a dadi? Insomma alla fine di questa giostra la responsabilità non sarà di nessuno? Alla Assemblea del 26 marzo, la prima assemblea della Popolare Spa, pare che non pochi di quei Consiglieri di Amministrazione della ex Popolare si siano presentati e abbiano partecipato seduti, bene allineati, in prima fila. Presumibilmente soddisfatti del risultato di una votazione sulla azione di responsabilità, che, almeno momentaneamente, li pone al sicuro da avventura giudiziarie. Alcune dichiarazioni riportate dalla stampa affermano questo.

Ex Banca Popolare e il fatal destino (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Ma tutto ciò mi fa sottolineare la affermazione del Vice Ministro dell’Economia Enrico Zanetti, che più volte ho criticato anche su queste pagine, ma che in questa circostanza non posso che condividerne il pensiero : «È stato folle non votare a favoredi una azione di responsabilità contro i precedenti vertici. Sono esterrefatto» (Giornale di Vicenza). Folle e schiocco perché, se diamo retta a quanto dichiara da tempo il dott. Iorio, la cosa che più serve ora alla Popolare è la fiducia degli ex soci e magari di quella di nuovi ma pare che questa assemblea, a mio avviso piuttosto mal gestita, il vecchio detto “la fiducia nasce dalla esperienza” sia stato completamente disatteso. Anzi, pare utilizzato proprio per far perdere la fiducia. Traggo da una pubblicità della ex nostra banca queste parole, Tornano i tempi dove la fiducia prende il posto della tristezza, dove il classico prende il posto del trendy, tornano i tempi dove una banca non ti guarda troppo dall'alto, né troppo dal basso, tornano i tempi delle buone maniere e delle condivisioni, dove il denaro è importante, ma rimane uno strumento” e ancora “Dove una banca fa solo la banca. Alla Banca Popolare di Vicenza tornano i tempi che piacciono a noi”. Una pubblicità che rappresenta un messaggio molto importante, tutto da leggere, e da ascoltare, tutto da interpretare.

Non è per nulla tornata la fiducia signori della Banca ex Popolare, tutt’altro e ha negarla è stata proprio la conduzione dell’ultima assemblea. Mentre rilevatore è proprio l’ultima frase , quella che recita “Alla Banca Popolare di Vicenza tornano i tempi che piacciono a noi”. Non piacciono ai soci ridotti al lumicino, non piacciono ai lavoratori messi sotto schiaffo, non piacciono ai clienti messi nell’angolo. Allora piacciono solo a voi che conducete il gioco. Ma quale gioco?

 

nr. 12 anno XXI del 2 aprile 2016



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