Un titolo, su Il Giornale di Vicenza, recita “Nefrologia, il caso Roi congela l’intesa”. A prima vista la questione sembra abbastanza semplice. Un reparto del San Bortolo avvia un progetto, ottiene una sponsorizzazione dalla Fondazione Roi, questa ha la disavventura di essere una, importante, vittima della deflagrazione della ex Banca Popolare e pertanto non ha più i mezzi per sponsorizzare il progetto.
Quindi questo si blocca. Triste ma inevitabile. Però vi sono, appunto dei però. Primo, il Primario di Nefrologia del San Bortolo non è un personaggio qualsiasi. Il prof. Claudio Ronco e’ una personalità a livello internazionale e il suo reparto è sicuramente di eccellenza. Secondo, il progetto non è nemmeno questo una iniziativa di poco conto. Tutt’altro. Si tratta di un accordo con la Regione Veneto, addirittura firmato direttamente dal Presidente Luca Zaia, l’Università di Padova, firmatario il prorettore vicario prof. Francesco Gnesotto, sponsor, come già accennato, la Fondazione Roi, firmatario il Cav. del Lav. Dot. Gianni Zonin. Terzo, in sintesi la ragione dell’accordo : il riconoscimento della nefrologia di Vicenza come struttura a direzione universitaria ad personam” – In altre parole se il prof. Ronco va in pensione oppure va ad esercitare altrove, tutto torna come prima. Niente più cattedra universitaria. A questo punto le cose si complicano. Tralascio per un momento la questione dello sponsor, e mi soffermo un attimo sul particolare relativo al riconoscimento ad personam. Certamente il prof. Ronco merita questo, come tantissimi altri riconoscimenti ricevuti nella sua lunga e importante carriera professionale, ma alle sue doti aggiungerei anche quella che è perfettamente in grado di preparare una adeguata sua successione (conoscendolo sono certo che questo avverrà) e che l’impianto da lui impostato e realizzato del Reparto di Nefrologia è tale che merita di essere sviluppato e continuato nel futuro. Mi sorge una perplessità relativamente al fatto che la Regione dia il suo benestare al progetto ma limitato nel tempo.
Se il San Bortolo, e nello specifico il reparto in oggetto, ha meritato questo riconoscimento la Regione , a mio avviso, avrebbe dovuto considerare la opportunità che questo progetto fosse una scelta stabile, magari auspicando una crescita in questo senso, non una più o meno rapida conclusione. Altrimenti c’è il rischio di una perdita di professionalità, di conoscenza, di una specificità altamente qualificata. Il danno sarebbe non solo del San Bortolo ma di una utenza particolarissima. Infine la partecipazione economica della Fondazione Giuseppe (Boso) Roi la cui mission è quella di operare a favore dei Musei vicentini. Della sanità, come di altri importanti settori di possibile intervento, lo statuto non fa parola. La qual cosa non significa che l’azione della Fondazione verso quel reparto del San Bortolo sia un fatto non positivo. Tutt’altro, ma anomalo si. Il Giornale di Vicenza precisa anche che la Fondazione si occupa “esclusivamente per finalità di solidarietà sociale nel campo della promozione della cultura e dell’arte”.
Altro particolare la Fondazione si è impegnata a fornire pressappoco una somma di denaro tra i 500.000 e i 700.000 euro- Una bella cifra. Denaro che oggi, dopo le note vicende della ex Popolare, al tempo presieduta dal Cav. del Lav. Dott. Zonin, pare non siano più disponibili. Quindi, salvo interventi straordinari da parte di qualche salvatore, che è auspicabile che appaia rapidamente, il progetto del prof. Ronco andrebbe in soffitta. Tra i tanti, e purtroppo a mio avviso siamo solo all’inizio, dei danni causati alla nostra comunità, dalla vicenda della ex Popolare vicentina, vi è anche questo che non è di poco conto ma che, temo, a nessuno verrà presentato il conto che graverà comunque sulla gente e specialmente sui malati. Poi arriva la ciliegina sulla torta: le dichiarazioni del Vicesindaco signor Bulgarini D’Elci che, riporto dal Giornale di Vicenza, dichiara, proprio in relazione all’impegno assunto dalla Fondazione “Lo statuto parla chiaro. Certe scelte non in linea” Perfetto ma come mai, e non è la prima volta che lo scrivo, il Vicesindaco non ha fatto ricoprire nel CdA della Fondazione il posto che spetta, sempre per statuto, al rappresentante del Comune per due anni ritenendo che la Direttrice dei Civici Musei non fosse adeguata e ha designato poi, come adeguato un consulente esterno, sicuramente persona di grande livello professionale ma, guarda caso, non retribuito dal Comune ma dalla stessa Fondazione? Pare che tutto quel che riguarda la Fondazione Roi il Vicesindaco lo scopra ora e quindi con molto ritardo, dal Giornale di Vicenza, come qualsiasi altro normale lettore.
Raramente ho avuto modo di verificare tanta incongruenza, ma come in tutte le cose c’è sempre una prima volta. In conclusione pare che questa sia una vicenda nata da una bella idea, condotta con una buona dose di superficialità, almeno in alcuni aspetti soprattutto economici, molte “disattenzioni” e senza i dovuti strumenti di garanzia e di tutela che meritava.
nr. 19 anno XXI del 21 maggio 2016