NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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L'Altopiano rialza la testa: «Pronti per la stagione sciistica»

Al lavoro i gli impiantisti dopo l'ondata di maltempo che ha abbattuto mezzo milione di abeti: l'obiettivo è liberare le piste

di L.P.

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L'Altopiano rialza la testa: «Pronti per la stagio

L'Altopiano rialza la testa: «Pronti per la stagio (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Le immagini di centinaia di boschi rasi al suolo per l'abbattimento di circa mezzo milione di abeti rossi rappresentano immagini difficili da dimenticare, destinate a passare alla storia dell'Altopiano dei Sette Comuni, una delle aree montane più colpite e danneggiate dall'uragano che ha colpito le nostre montagne (ma anche quelle del Bellunese) a fine ottobre. Dopo la stima dei danni, peraltro molto parziale, nella montagna vicentina ci si è già messi al lavoro, per pianificare le operazioni necessarie per il rilancio dell'attività boschiva - la terza fonte economica locale dopo il turismo e la zootecnia - ma anche per liberare le piste da sci, soprattutto quelle di fondo in Altopiano che vanta tracciati per complessivi 500 km. Il portale www.ladomenicadivicenza.it ha voluto approfondire il tema, aprendo il dibattito.

 

Daniele Zovi, ex generale del Comando Carabinieri-Forestale del Veneto: «L'attività turistica invernale in Altopiano non sarà penalizzata»

L'Altopiano rialza la testa: «Pronti per la stagio (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)«Dai sopralluoghi fatti sono convinto si potranno liberare le piste da sci, anche quelle di fondo, magari spostando a lato i tronchi, per poi proseguire il lavoro in primavera. L'attività turistica invernale in Altopiano sarà regolare». È questa la rassicurazione che arriva da Daniele Zovi, residente a Roana, generale di brigata del Comando Carabinieri-Forestale del Veneto, 40 anni di attività alle spalle - per buona parte proprio sull'Altopiano, che lui conosce come la sua casa - e da pochi mesi in pensione. E in effetti questi interventi parziali di pulizia, guidati dagli impiantisti e dagli imprenditori locali, sono già a buon punto (in alcuni comprensori il lavoro è praticamente concluso, ad esempio al Verena di Roana) complice anche il sereno che ha caratterizzato la prima metà di novembre

Daniele Zovi è uno dei più grandi esperti del settore, oltre che autore del volume "Alberi sapienti, antiche foreste" edito la scorsa primavera dalla Utet e considerato un volume di grande rilevanza scientifica. «La gente dell'Altopiano non si perde d'animo - assicura Zovi - e già il giorno dopo ha iniziato a lavorare per ripristinare la situazione, anche se ci vorrà molto tempo, soprattutto nelle zone in quota, difficili da raggiungere. Se infatti la stagione turistica non sarà penalizzata rispetto agli altri anni, non c'è tempo da perdere nel programmare il recupero del legname, che dovrà avvenire entro un paio d'anni, un tempo che sembra lontano ma in realtà tra nevicate, il ghiaccio e i giorni di maltempo si potrà lavorare solo per sei-sette mesi l'anno».

Gli altopianesi, secondo Zovi, sapranno compattarsi, «tuttavia - aggiunge -  di sicuro non basteranno le forze locali per farcela: sarà necessario, oltre all'impegno dei Comuni di questa terra, anche quello di Regione e Stato, per far arrivare qui attrezzature e macchinari utili per il recupero, oltre che sistemi a cavo e teleferiche per portare fuori il legname dalle aree boschive. Fondamentale riuscire a far ripartite alcune segherie e altri edifici sparsi sull'Altopiano, dando lavoro agli residenti, in particolare ai giovani, con l'obiettivo di lavorare qui il legname senza portarlo in pianura. Potrebbe diventare un'opportunità anche l'eventuale seconda fase: in futuro sarebbe assurdo che i vicentini e in veneti vadano ad acquistare pellet in Austria o nei Paesi dell'Est Europa, come è avvenuto sinora, si può avviare un produzione di pellet di abeti by Altopiano».

 

"Lettera aperta" dell'ex sindaco di Gallio Pino Rossi al Governatore Zaia: «Necessaria la nomina di un Commissario con pieni poteri»

L'Altopiano rialza la testa: «Pronti per la stagio (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Dei numerosi interventi raccolti in Altopiano particolarmente significativo è quello di Pino Rossi, ex sindaco di Gallio e ora imprenditore, che ha scritto una "lettera aperta" al Governatore del Veneto Luca Zaia, inviata per conoscenza anche agli amministratori e autorità locali. «Dopo il disastro ambientale - si legge - che si è abbattuto sull’Altopiano di Asiago e su tutto il Veneto, con la distruzione di superfici enormi di boschi secolari, stimati in alcuni milioni di metri cubi di legname, danno che si è già in grado di stimare, la preoccupazione ora è la gestione di questo evento eccezionale che non deve trovarci impreparati, che solo esperti italiani o europei potranno gestire. L’urgenza è togliere le piante il più in fretta possibile, entro la primavera prossima (i mezzi attuali lavorano anche con la neve), e non programmare un lavoro per due o tre anni pensando che le piante siano ancora vive, così da evitare con certezza la presenza del bostrico tipografo, detto anche dell’abete rosso: questo piccolo coleottero di mezzo centimetro, di colore bruno, colpisce in particolare gli abeti rossi e ha già causato la moria di intere foreste in varie parti d’Europa. Le piante a terra  faranno sicuramente nascere queste larve che con l’aumento della temperatura in primavera/estate permetterà al bostrico di riprodursi velocemente e di diffondersi anche a quote più alte, colpendo gli abeti sani, provocando un disastro ambientale che potrebbe essere epocale».

«Abbiamo la necessità - è quanto implora l'ex sindaco di Gallio nella sua "lettera aperta" quindi di mettere in mano la situazione a persone capaci che non commettano errori. La nomina di un Commissario, possibilmente di Governo, con pieni poteri (Lei Presidente), che possa attivare una unità di crisi, nel più breve tempo possibile,  così da liberare il bosco e accatastare il legname per la vendita. In alcune zone sarà necessario cedere il legname in conto lavoro di pulizia. Perché Presidente, come diceva il nostro compianto regista Ermanno Olmi, possiamo rinunciare alle cattedrali ma non ai nostri boschi».


Progetto "Salviamo un albero per salvare la montagna" di Coldiretti Vicenza. Il presidente Martino Cerantola: «Emergenza ambientale importante»

L'Altopiano rialza la testa: «Pronti per la stagio (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Preoccupazione per quanto avvenuto nella montagna vicentina non riguarda solo amministratori e imprenditori, ma anche la Coldiretti di Vicenza che per voce del presidente Martino Cerantola lancia un autentico grido d'allarme. «Con oltre un milione di metri cubi di legname danneggiato - le parole di Cerantola, che nelle visite effettuate nei Sette Comuni era assieme al direttore Roberto Palù - ci troviamo di fronte ad un’emergenza ambientale importante, alla quale dobbiamo porre rimedio con un progetto attento di ripristino, per far sì che il territorio possa ritornare allo splendore di prima e, soprattutto, vengano ridotti i danni all’indotto. L’economia montana si regge in gran parte sul turismo, fatto anche di malghe ed attività agricole, spesso di piccoli produttori, che a fatica continuano a presidiare il comprensorio. Ripristinare un territorio così vasto in meno di un anno è un’impresa decisamente complessa, se non ardua ma ci proveremo. Saremo presenti ed attenti nel vigilare le attività dei soggetti competenti e daremo il nostro apporto, per quanto possibile, perché dobbiamo ridurre al minimo il rischio che non siano praticabili le maghe il prossimo anno: tale attività è troppo importante per la sopravvivenza delle imprese agricole e degli allevamenti, ma in particolare per l’economia montana».

Al danno ambientale si aggiunge la difficoltà di operare in queste zone, nonché il pericolo, con ulteriori piogge, di smottamenti e frane. «In queste occasioni ci rendiamo conto di quanto sia importante – aggiungono Cerantola e Palù – l’intervento di salvaguardia dei corsi d’acqua, per le aree montane, ma anche per la pianura, dove inevitabilmente scariche enormi di acqua si riversano in occasione delle precipitazioni alle quali siamo stati abituati negli ultimi anni. Ripristinare gli argini e lavorare costantemente sulla pulizia dei corsi d’acqua, quindi, è un’azione fondamentale e da effettuare con costanza presidiando il territorio.

Con l'obiettivo di contribuire alla causa Coldiretti Vicenza lancia una proposta forte alle amministrazioni comunali interessate, ma non soltanto, affinché condividano il progetto "Salviamo un albero per salvare la montagna". «Intendiamo essere in prima linea - assicurano presidente e direttore della Coldiretti berica - in un processo di sensibilizzazione delle amministrazioni comunali, che porti ad effetti concreti, anche attraverso le scuole. Ad ogni ragazzino, infatti, potrebbe essere data la possibilità di piantare un albero con il proprio nome. Il bosco rinascerà e crescerà, quindi, assieme ai piccoli di oggi, che saranno giovani ed adulti e potranno continuare ad osservare un territorio in buono stato e ricco di potenzialità».

 

Una raccolta fondi per aiutare le aziende agricole: Confagricoltura regionale e provinciale sostiene i danneggiati del Bellunese e dell’Altopiano

L'Altopiano rialza la testa: «Pronti per la stagio (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Non solo la Coldiretti, ma anche un'altra importante associazione di categoria del settore agricolo, Confagricoltura Veneto, che ha coinvolto anche la struttura di Vicenza, ha attivato una raccolta fondi per aiutare le aziende agricole della provincia di Belluno e dell’Altopiano di Asiago che sono in gravi difficoltà per i danni subito a causa dell’ondata di maltempo nei giorni scorsi. I fondi raccolti con questa iniziativa di solidarietà, a cui tutti possono contribuire, verranno destinati a una o più azioni mirate a sostenere le aziende agricole danneggiate. Il sostegno va mandato al conto: IT87Y 05034 61110 000000006595 presso il Banco Bpm – filiale di Feltre, intestato a Confagricoltura Belluno, con la causale "Solidarietà aziende agricole".

«Notevoli perdite si sono registrate nelle foreste del Bellunese, soprattutto nel versante nord e dell'Altopiano di Asiago - sottolineano i vertici regionali e provinciali di Confagricoltura - dove migliaia di ettari di bosco ad alto fusto, in particolar modo di abete rosso, sono stati distrutti. Difficilmente quantificabili in termini economici i danni subiti, a fronte dell’oggettiva difficoltà nell’effettuare una stima omogenea per tutto il territorio. Il considerevole numero di schianti oltre ad aver compromesso in modo irreversibile la rinnovazione naturale, rende difficoltose le operazioni di recupero del materiale che in giacenza per un lungo periodo potrebbe divenire focolaio di patogeni e organismi potenzialmente dannosi. È vero che i danni più rilevanti si registrano nel Bellunese, ma una situazione simile è avvenuta per l'appunto nei Sette Comuni, dove dai nostri sopralluoghi è emerso che sono molto pesanti i danni inferti al patrimonio boschivo e all’agricoltura di montagna».


nr. 41 anno XXIII del 17 novembre 2018

L'Altopiano rialza la testa: «Pronti per la stagio (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)

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