Arriva una nuova speranza contro il covid. Si chiamano cellule stromali mesenchimali e sono un tipo di cellule staminali contenute nel cordone ombelicale delle donne che hanno appena partorito.
Una nuova luce si fa quindi strada nel buio tunnel della pandemia. Unico del triveneto e capofila dello studio, assieme ad altri sei centri italiani, è proprio il laboratorio di terapie cellulari avanzate dell’Ulss 8 Berica. Una vera e propria officina in cui le cellule vengono trasformate in farmaci.
Il cordone ombelicale sarà donato dalle ginecologie di Vicenza e Arzignano.
Elaborate attraverso un metodo messo a punto dall’equipe del dottor Giuseppe Astori, Direttore Laboratorio Terapie Cellulari Avanzate di Vicenza, e diventano delle cellule che sono in grado di fermare l’infiammazione da Covid e anche di avere un effetto rigenerativo sull’epitelio del polmone danneggiato dal virus.
Oltre 1 miliardo le cellule raccolte da ogni cordone ombelicale, che potranno curare dai 6 ai 10 pazienti. Saranno infatti circa un milione e mezzo le cellule iniettate, ad ognuno, per ogni chilogrammo di peso.  
40 i pazienti in totale trattati, di età inferiore agli 80 anni. 10 quelli scelti tra Vicenza e Verona per la prima fase.
Sarà comunque il laboratorio vicentino a produrre le cellule anche per i colleghi veronesi.
I pazienti da sottoporre alla cura, sottolinea il dottor Marco Ruggeri, direttore del reparto di Ematologia di Vicenza, saranno scelti tra coloro che evidenziano una particolare insofferenza respiratoria, ma che non sono intubati.
Lo studio avrà una durata di circa un anno, prima di passare alla fase 2.
Un risultato importante raggiunto anche grazie il grande sostegno, di oltre 200mila euro, donati dalla Fondazione San Bortolo e dall’Associazione Vicentina per le Leucemie e i Linfomi.

nr. 05 anno XXVI del 31 gennaio 2021