Cinquantaquattro viaggi e 1.300 km. Questa la strada percorsa dalle ambulanze del nosocomio di Santorso in un solo giorno, a dimostrazione che il pronto soccorso dell'ospedale covid di riferimento della provincia non solo non si ferma, ma anzi corre più di prima.
L'ospedale dell'Alto Vicentino sta facendo i conti non solo con i malati covid, ma anche con tutti gli altri pazienti che si recano al pronto soccorso per altre patologie. Rispetto alla prima ondata, che aveva visto una decurtazione del 60% degli accessi, ora c'è stato un aumento del 30%, in particolare di codici meno gravi: «Questo comporta per il personale lavoro aggiuntivo, perché tutti i pazienti che arrivano al pronto soccorso vengono sottoposti a test rapido, e questo aumenta i tempi di attesa», ha detto Aldo Dibello, direttore del Pronto Soccorso. Se il paziente deve essere ricoverato, ecco che scatta anche il tampone molecolare, indipendentemente dall'esito del test rapido, con un ulteriore aumento dei tempi di attesa: «Se l'esito è positivo, il ricovero avviene al Santorso, mentre i negativi vengono trasferiti negli ospedali di Asiago e Bassano – continua Dibello -. Questo comporta un grosso dispendio di energie e ambulanze». L'auspicio di tutti è che, con la campagna vaccinale, si possa finalmente vincere la pandemia così da permettere il ritorno alla normalità delle attività e dei servizi ospedalieri.
nr. 13 anno XXVI del 28 marzo 2021