NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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La Bertoliana

di Mario Giulianati
25 gennaio 2014

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Interventi

È di pochi giorni la notizia, una bella notizia, della donazione Vajenti alla Bertoliana, che dovrebbe imprimere coraggio e determinazione alla Amministrazione Comunale e convincerla che questa nobile istituzione non è la cenerentola di Vicenza ma è un bellissimo fiore all’occhiello. Certamente con qualche petalo un po’ appassito ma pur sempre un fiore profumato e raffinato. Ma, al contrario pare quasi che la generosità del privato verso la nostra biblioteca sia suonata come un allarme che suscita il timore, la preoccupazione, spinga a serrare a riccio la struttura, faccia intendere che vi sono rami da tagliare e che il tutto vada rivisto in termini di riduzione del servizio verso l’utenza.

VARIATI (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Una utenza molto articolata, che va dai ragazzini, dagli scolari, agli studenti, ai studiose, a quanti frequentano le scaffalature della pubblica lettura, alla emeroteca. Certo si è parlato, in termini di cose da fare nei prossimi dieci anni di nuova biblioteca. Un sogno che avrebbe dovuto iniziare da tempo ad essere realizzato ma che non ha visto se non un minimo timido inizio con la promessa, che ci si augura sia mantenuta, di liberare le scuole Giuriolo ed assegnarne i volumi alla Bertoliana. Ricordiamoci che già il piano Coppa prevedeva la chiusura e il cambiamento della destinazione d’uso della scuola media di via Riale.Qualche decennio fa. I problemi sono quelli di sempre: poco spazio, poco personale, poco denaro per procedere con un numero adeguato di acquisti. Ma a questo aggiungerei anche una indifferenza reale, non forse a parole, della Amministrazione Comunale, verso una istituzione che ha sempre dovuto, salvo rarissimi momenti di risveglio, temporaneo, fare i conti con una situazione di incertezza e di improvvisazione. Però negli anni, nei decenni, nei secoli, il trecentesimo è stato celebrato sei anni or sono, la Bertoliana è sempre stata capace di essere un forte, forse il più forte punto di riferimento per gli studiosi e per la distribuzione di conoscenza a migliaia e migliaia di vicentini, e non solo di vicentini. Traggo, tramite il testo di Luca Matteazzi che riporta brandelli della relazione del Presidente dott. Giuseppe Pupillo, su La Nuova Vicenza, la seguente frase “E si potrebbe continuare con le sedi periferiche, il cui funzionamento va completamente ripensato «riducendone le sedi e razionalizzando la distribuzione, non più in riferimento alle circoscrizioni, ma allo sviluppo della città». Le sedi in pericolo sono quelle di Anconetta, Laghetto e Riviera Berica. Tre su sei. E ancora non scatta l’allarme rosso. Mi permetto di ritenerlo un errore. La distribuzione periferica del sistema bibliotecario cittadino andrebbe ampliata, e certamente molto migliorata nelle strutture e nei depositi librari, ma non sicuramente ridotta in nome di una efficienza che sarebbe soprattutto a carico della utenza meno agile.

Ed ancora “La sede di palazzo San Giacomo è «sempre più inadeguata», piccola, «non climatizzata e priva di impiantistica elettrica all’altezza delle esigenze attuali». Palazzo Costantini soffre per «l’angustia dei locali, l’impiantistica obsoleta, gli ostacoli nei collegamenti tra i piani», e l’offerta per bambini e ragazzi, fondamentale in prospettiva futura, «è soffocata». “ Un ritratto realistico ma questa è semplicemente la diagnosi. Manca la definizione della cura e questo attende alla Civica Amministrazione, all’assessore alla crescita, il dott. Bulgarini D’Elci, anche se, a mio modesto avviso, la Bertoliana dovrebbe suscitare il diretto interessamento di un sindaco, Achille Variati, con ampia disponibilità di dialogare con la presidenza, rappresentata attualmente da Giuseppe Pupillo e, magari, confrontandosi con la città.

Non può essere sacrificato San Giacomo e non lo deve essere. Caso mai deve essere restaurato e organizzato per ospitare la parte storica, gli archivi importanti, gli studioli per studiosi, laureandi, ricercatori. Ne può essere,oggi nella speranza di una incerta soluzione futura, trasformata la scuola media in un deposito più o meno agibile. Creerebbe solo o una stabilità del provvisorio, o un secondo momento di

confusione in caso che si dovesse poi procedere all’abbattimento per sostituire il manufatto con una nuova struttura. Scrive Matteazzi “Bene che vada, ad essere proprio ottimisti, ci vorrà un mandato amministrativo per definire il progetto, e un altro paio per vederla realizzata". Circa quindici anni. Tanto vale prendere il coraggio a piene mani e radere questo palazzotto immediatamente. Insomma gettare il cappello al di la del fossato. Va tenuto conto anche del fatto che la Giuriolo si trova in pieno centro storico. Un edificio che dispone di una volumetria di circa 20.000 metri cubi f.t. e di un’area che non consente grandi espansioni e che nel rispetto del Centro storico non può essere costruita superando i livelli di palazzo Cordellina. Sostanzialmente una volumetria che non può comprendere il totale del fabbisogno degli spazi della Bertoliana. Caso mai è possibile inserire nel nuovo edificio le funzioni oggi svolte presso il Palazzo Costantini, ma nulla di più. Agire diversamente causerebbe un inconveniente di non indifferente portata con lo svuotamento di uno storico palazzo difficilmente utilizzabile per altre iniziative e in possesso di non pochi vincoli. Sono convinto che un soluzione come quella prospettata in queste note ha costi notevoli e che i momenti non sono quelli più favorevoli ma qualsiasi altra soluzione o non porta a nulla di veramente utile, rappresenta un arretramento e un palliativo, o rappresenta comunque un forte impegno economico. Si tratta ancora una volta di decidere cosa è prioritario per la nostra città e per tutta la comunità vicentina.



nr. 03 anno XIX del 25 gennaio 2014

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