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Interventi

Un piccolo mistero comunale

di Mario Giulianati
8 febbraio 2014

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Interventi

Un piccolo mistero comunale

 

In questi giorni sono state spedite ai dipendenti del Comune di Vicenza delle lettere che anticipano la richiesta di possibili restituzioni di somme “indebitamente erogate”. Queste lettere sono state inviate a quanti, dipendenti comunali, sono ancora in servizio o hanno già raggiunta l’agognata meta della pensione – con la speranza, ora delusa, di potersela godere in santa pace- e, pare, anche agli eredi di quanti hanno percorso, nel frattempo, l’ultimo sentiero.

Dopo aver illustrato la situazione, le concludono scrivendo: “Per quanto precede, Le si richiede formalmente di restituire all'Ente le somme, così come sostenuto dalla Ragioneria Generale dello Stato, non dovute e nonostante ciò percepite per i titoli sopra specifícamente indicati. La richiesta di restituzione viene effettuata espressamente anche al fine di costituirla in mora per interrompere il decorso del termine di prescrizione. La si informa che qualora l'importo da Lei dovuto non dovesse essere restituito con la maggiorazione degli interessi legali, l'Ente si vedrà costretto ad avviare i procedimenti di recupero previsti dalla legge”.

ZANETTI (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Sempre in queste lettere, alla lettura dell’oggetto si nota un termine che apre un ragionamento, probabilmente senza alcun valore giuridico ma che pone l’accento proprio sul fattore umano e anche morale. Precisamente viene scritto che si tratta di una richiesta da parte dello Stato di somme, percepite dal personale in servizio, indebitamente erogate. Quindi non dice affatto che siano state indebitamente percepite. Almeno sul piano morale i dipendenti del Comune sono del tutto incolpevoli. Se l’errore vi è stato non è certo imputabile alla maggior parte di loro. Si potrebbe anche sollevare la questione dello stile “letterario” utilizzato dai firmatari, il Direttore Generale arch. Antonio Bortoli e la Direttrice del settore “ Risorse umane” dott.ssa Micaela Castagnaro, che è anche Vice Direttore Generale e Vice Segretario generale, che è in perfetto burocratese, irto di riferimenti di legge e cose analoghe che obbligano a servirsi della consulenza di un esperto legale per poter dare un corretto riscontro. Ma, al di al della vicenda che è oggetto di un interesse fortissimo oltre che dei diretti interessati, nei quali ha provocato non poca purtroppo giustificatissima tensione (motivo per il quale a me sembra che abbiano diritto di un riconoscimento economico per il danno psichico e morale che questa faccenda ha loro causato) anche da parte delle sigle sindacali, vi è un particolare del quale non ho trovato alcun riferimento chiarificatore nelle pur ampie cronache dei giornali. Il Ministero trasmette al Comune le sue osservazioni, frutto del lavoro degli ispettori svolto tra il 30 marzo e il 30 aprile del 2010, il 23 luglio dello stesso anno. Il Comune risponde con le proprie osservazioni in data 15 maggio 2012. Quasi due anni dopo. Il Ministero invia al Comune le sua controdeduzioni in data 6 novembre 2013. Gli interrogativi che mi pongo sono quelli che dovrebbe essersi posto l’attuale Assessore al personale, oggi definito Risorse umane, dott. Filippo Zanetti, e precisamente: come mai sono trascorsi quasi due anni prima di rispondere alle osservazioni del Ministero, ed ancora, nel frattempo si è trovato il modo di dialogare con il personale almeno tramite le sue rappresentanze sindacali? E se non è stato fatto, per quale motivo? Ma con molta probabilità le risposte dovrebbe essere in grado di darle, in nome della tanto conclamata trasparenze, il Sindaco di Vicenza, Achille Variati. Oppure si trincera, come è avvenuto con la faccenda delle bollette dei nomadi,nella formula che recita “il sindaco non sapeva”?

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