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Gli intellettuali sfornano appelli

di Mario Giulianati
12 aprile 2014

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Interventi

RENZI (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Ormai accade di tutto, meglio dire che accade quasi di tutto, perché non accade quasi nulla di serio ai piani alti del Paese. Classe dirigente pubblica e privata. Tagli, sacrifici, tasse in aumento costante, benzina, Equitalia, caro vita, inflazione. Stipendi di platino e diamanti per qualche centinaio di “grandi servitori dello Stato”- Tutto sulle spalle della gente “normale”. I potenti i sacrifici li illustrano, agli altri. Non accettano nulla, o quasi, che intacchi i loro privilegi. Pare che il Premier Renzi ora ci provi sul serio, e la speranza di molti è che sia proprio così, ma partono già le bordate di “fuoco amico”. Il Presidente del Consiglio farebbe bene rammentare il detto popolare “Dagli amici mi guardi Iddio che dai nemici mi guardo io”. Certo, la benzina più cara la paga anche Paperon de’Paperoni, ma, in proporzione, per i vari paperoni è un nulla. A parole sono tutti bravi. Anzi bravissimi. Mai sentite tante belle parole. Dio PatCASALEGGIO-GRILLO (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)ria Famiglia sono cosucce in confronto agli appelli che provengono dal Governo, dal Parlamento, dalla Presidenza della Repubblica. Appelli che cadono in un vuoto pressoché totale, da buco nero nell’universo. Ma esempi veri, autentici, che facciano colpo positivamente sulla gente e facciano riflettere tutti noi, poco o niente. Quisquilie. Bazzecole. Cosucce da salotto. Sentire alcune dichiarazioni, da destra e da sinistra, e pure dal centro, sul futuro del Paese, viene da sorridere. A dire il vero ci sarebbe da piangere. A dirci oggi quel che doveva essere fatto l’altro ieri dagli stessi predicatori. A loro non costa nulla, ma che pretendano che a dettar le regole siano sempre gli stessi che nel passato di buono hanno fatto ben poco, costerà ancora assai caro a tutti noi e questo fa letteralmente rabbia. Una rabbia che sta montando sempre più e per ora si esprime con il voto ai grillini, o con la messa in cantiere del tanko (un messaggio che va compreso e non dileggiato come qualche commentatore ha fatto dimostrando di non comprendere affatto la situazione del Veneto) ma non passerà molto tempo, se il cambiamento, quello vero, concreto e pesante dovesse tardare ancora, che il voto di protesta, la scheda bianca, l’assenteismo dalle urne, le parolacce sulle schede annullate, non basteranno più a placare gli animi. Lo si potrà verificare in maggio, alla tornata elettorale per il Parlamento Europeo. Nella piena personale convinzione che i partiti sono lo strumento base della democrazia, indispensabili, gli attuali partiti ne sono gli affossatori: Ma i “vuoti” (a perdere) in politica non esistono. Se questi partiti RODOTA (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)falliscono, qualche cosa d’altro giungerà e prenderà il loro posto, riempirà gli spazi lasciati vuoti di idee e di fatti concreti. Ma questa rischia di essere la strada per giungere a forme di governo difficilmente definibili democratiche. Non certo con i colonnelli alla maniera greca, ma qualche cosa al di la della democrazia sostanziale è possibile che avvenga. Checché ne dicano i professori e non solo loro, e cito tra tutti Stefano Rodotà, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, firmatari di un appello (ecco un altro “appello” che serve solo a creare disagio e a rafforzare l’idea che proprio di “fuoco amico” si tratti) che suscita il fantasma della dittatura, credo proprio che, al di la delle personali simpatie, o antipatie, il Governo Renzi oggi sia una barriera, forse l’ultima, alla amara conclusione di un governo di sapore totalitario.



nr. 14 anno XIX del 12 aprile 2014

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