NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

Mandiamo in soffitta i test

di Mario Giulianati
6 settembre 2014

facebookStampa la pagina invia la pagina

Interventi

Un deputato vicentino, l’on. Filippo Crimì, un medico, si fa carico di lanciare una petizione diretta a mantenere in vita il rito dei test d’ingresso nella facoltà di medicina. Dice, su Vicenza Più "Nei giorni scorsi il Ministro dell'Istruzione Giannini ha dichiarato che dal 2015 non ci sarà più il test di accesso al corso di Medicina che verrà sostituito da uno sbarramento al termine del primo anno. Personalmente, dopo essermi consultato con il mondo studentesco e accademico, non trovo corretta questa forma di selezione."

FILIPPO_CRIMI (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Ritiene l’onorevole dottore la proposta della Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini non conforme alle idee maturate nel corpo accademico, e questa era una cosa nota e spiegata da alcuni docenti universitari e anche da un paio di rettori che affermano come sarebbe impossibile affrontare una massa enorme di studenti avendo scarsità di docenti e di ambienti adeguati, tesi questa sostenuta anche dagli studenti. E, sempre secondo l’on. Crimì, questo atteggiamento sarebbe condiviso pure da molti aspiranti medici. Può anche essere ma personalmente considero la proposta Giannini molto più adeguata alle necessità del Paese e penso questo utilizzando proprio i numeri citati dall’onorevole. Ogni anno circa 90.000 studenti affrontano i test e lo superano non più del 10/15%- Pressappoco tra i 9000 e i 13.500 aspiranti. Gli altri si rifugiano in facoltà diverse ma, quello che non dice l’onorevole è che non pochi di questi dopo essersi parcheggiati in altre facoltà riaffrontano, l’anno dopo, i test e in parte lo superano, naturalmente a danno dei nuovi aspiranti.

GIANNINI (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)La proposta Giannini ha il merito, a mio parere, di rompere con un sistema che non garantisce affatto una selezione svolta sul merito e sulla propensione alla professione medica. La morale della vicenda è che fra non molto, basta parlare con qualche dirigente ospedaliero, noi dovremmo importare medici dall’estero perché quelli che escono con una laurea in tasca non coprono già ora il fabbisogno nazionale. Allargare la platea degli aspiranti è come gettare una rete più grande in mare: qualche cosa di più si pesca. Dice ancora l’onorevole "Porre lo sbarramento dopo un anno, come promuove il ministro Giannini, significa illudere migliaia di aspiranti medici che si potrebbero ritrovare dopo un anno di studio nella impossibilità di proseguire, frustrati nelle proprie ambizioni". Ritengo invece che questo anno sarebbe utilizzato per far comprendere agli aspiranti medici se hanno o no la predisposizione all’esercizio della medicina e quindi essere loro stessi in grado di confermarlo con i risultati degli esami sostenuti in questo anno di “prova”- Non quindi uno sbarramento da superare più con la fortuna che con la autentica predisposizione e con un impegno solido e finalmente, in qualche misura, avremmo degli aspiranti medici selezionati in base al merito. Sui contenuti dei test ne abbiamo sentite e lette di tutti i colori. Meglio dimenticarcene.

 

nr. 30  anno XIX del 6 settembre  2014

« ritorna

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar