NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Anche i ministri rispettino i sacrifici

di Mario Giulianati
13 settembre 2014

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Interventi

MADIA (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)La vicenda dei contatti dei dipendenti pubblici bloccati anche per il 2015, e tutto fa supporre che non vengano sbloccati nemmeno l’anno seguente, ha fatto si che, per la prima volta nella storia della repubblica, le forze di polizia abbiano minacciato uno sciopero generale. Ma una alzata di scudi, seppur meno drastica ma non meno forte è pervenuta anche dalle altre categorie di dipendenti pubblici, scuola compresa. La Ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia, probabilmente sotto comprensibile tensione vista la delicatezza della materia, dichiara, su Il Messaggero, seccamente che «Non ci sono soldi, salari bloccati anche nel 2015» e prosegue «In questo momento di crisi le risorse per sbloccare i contratti a tutti non ci sono…” e, quasi a giustificazione, prosegue: “…i contratti hanno iniziato ad essere bloccati all'inizio della crisi”. Sempre su Il Messaggero leggo che la Ministro dice «visti i dati sull'economia» che «il governo è impegnato» a superare va fatto uno sforzo ulteriore. Uno sforzo che secondo il ministro deve coinvolgere «tutti» sia «il governo che le parti sociali». Mi suona strano questo messaggio decisamente negativo a fronte delle dichiarazioni del Premier Matteo Renzi che, alla chiusura della Festa dell’Unità a Bologna, a proposito dei famosi 80 euro, affermava che prima di essere una manovra economica era una questione sociale perché era l’inizio della restituzione a chi aveva dato molto alla società e ottenuto assai poco. Cioè i lavoratori. Un paio di considerazioni mi corre l’obbligo di esprimere. La prima è che tutti i lavoratori pubblici sanno bene che il RENZI (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)blocco dei contratti, e quindi degli scatti o comunque degli aumenti, è iniziato nel 2010 e questo significa, per moltissimi dipendenti, vedi quelli della scuola ma anche tantissimi altri, che il mancato aumento, che era un diritto contrattuale, non causa solo una perdita per la durata degli anni del blocco ma si riflette sulle future pensioni, quindi per moltissimi dipendenti pubblici il danno è notevole e sproporzionato al loro reddito. Dice bene la Ministro Madia quando dichiara che lo sforzo di risanamento del Paese deve riguardare tutti, ma proprio tutti. L’impressione che hanno tantissimi lavoratori è che il peso maggiore sia proprio a carico delle categorie più deboli ed esposte e che vi siano coloro che i sacrifici proprio non li fanno. La seconda considerazione è relativa alla ripetitività di questo atteggiamento, drastico e contemporaneamente dichiarato legato a periodi relativamente brevi, un anno o due di sacrifici e poi siamo fuori dalla crisi, è comune a tutti i ministri dei tre ultimi governi ma poi, come si sa bene, le cose sono andate assai diversamente. È sperabile che questa terza volta, espressa ora dalla Ministro Madia ma anche dal Premier Renzi e dal Ministro Padoan, pronunciato alla romana e non alla veneta, le cose si risolvano al meglio ma un aspetto avrebbero comunque dovuto modificare, pure se la sostanza pur rimane quella. Il linguaggio con cui ci si rivolge non ai così detti poteri forti o gruppi elitari, ma alla spina dorsale del Pese, i lavoratori. Un linguaggio che dimostri rispetto verso coloro che pagano il prezzo degli errori altrui. Le buone maniere sono sempre apprezzabili.

 

nr. 31  anno XIX del 13 settembre  2014

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