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Marino sindaco e la legge

di Mario Giulianati
25 ottobre 2014

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Interventi

IGNAZIO_MARINO (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Leggo su ROMA.it questo passaggio di un intervento del Sindaco di Roma, Ignazio Marino. Dichiara il sindaco Oggi una coppia dello stesso sesso in Italia non può né sposarsi né vedere sancita ufficialmente la propria unione e il proprio amore. Questa è un’ingiustizia da sanare, nel nome dell’uguaglianza e della parità di diritti” – scrive sul suo sito il sindaco Marino. Che poi aggiunge: “Con la trascrizione non saniamo questa ingiustizia, cosa possibile solo se, come mi auguro e come ci auguriamo tutti, avremo presto una legge. Crediamo fortemente che tutti siano uguali e abbiano gli stessi diritti davanti alla legge. E allora quale diritto più importante del poter dire al proprio compagno o compagna ‘ti amo? ” In parole semplici il Sindaco di Roma ammette che non è perfettamente legale quello che egli sta facendo, cioè trascrivendo i 16 matrimoni gay in Campidoglio. Naturalmente il Prefetto di Roma, dott. Giuseppe Pecoraro si è detto pronto ad annullare d’ufficio l’atto di trascrizione dei matrimoni, come prevede la direttiva inviata dal Ministro dell’Interno Angelino Alfano. Si potrebbe sottolineare che con tutti problemi che ha Roma, dai buchi nei bilanci, alle situazioni di assoluta insicurezza della viabilità non appena cadono poche gocce di pioggia, ai problemi della sicurezza fisica dei romani, alle centinaia di senza tetto che dormono sotto i ponti, ecc- ma non mi pare che sia questo il punto focale della specifica questione, il sindaco dovrebbe preoccuparsi di ben altre faccende. Altre città stanno vivendo lo stesso momento di euforia matrimoniale, vedi Milano, anche se con minor rumore. Non entro in merito assolutamente al contenuto della operazione Marino, ritenendola una provocazione fatta contro il Governo anzitutto, poi verso la opinione pubblica diretta a sollecitare una soluzione ad un problema che non pochi italiani sentono importante. Il punto focale per quello che mi riguarda è la veste giuridica del sindaco. Quando si mette la fascia tricolore diviene al cento per PISAPIA (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)cento un pubblico ufficiale. Un rappresentante dello Stato. Un tutore e difensore della Legge. In questo caso, lui come altri, vedi sempre l’episodio analogo di Milano con il Sindaco Giuliano Piasapia che si comporta nella identica maniera, non hanno fatto solo una provocazione, comprensibile per quanti ritengono sbagliata una legge e cercano, in modo legale e democratico, seppur rumoroso, di farla cambiare sempre precorrendo la strada maestra della legalità. Hanno dato un cattivo esempio alla gente comune. Hanno detto che se hai un briciolo di potere puoi anche utilizzarlo contro una legge dello Stato. E questo non mi sembra proprio un buon insegnamento soprattutto rivolto al cittadino che ROMANO (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)oggi si trova in particolare difficoltà, ai giovani disoccupati, agli esodati, a quanti faticano far quadrare il bilancio famigliare. A tutti coloro che, onesti cittadini, fanno seppur faticosamente il loro dovere. Sullo specifico argomento concludo riportando una frase di Sergio Romano, dalla sua rubrica su Il Corriere della Sera “Quell’intervento ebbe un duplice effetto negativo (del Vaticano sulla proposta Prodi- ndr): privò l’Italia di una legge utile e dimostrò che il suo sistema politico poteva essere paralizzato da una interferenza ecclesiastica. Non è sorprendente, in queste circostanze, che alcuni sindaci abbiano deciso di colmare il vuoto lasciato dal Parlamento con qualche misura locale e parziale. Non possono celebrare unioni e dovranno evitare di violare leggi esistenti, ma possono conferire alla coppia omosessuale un minimo di identità amministrativa nell’ambito della città. Se si vuole evitare che questo avvenga in misura crescente e produca risultati aberranti, la soluzione è quella annunciata dal presidente del Consiglio negli scorsi giorni: fare una legge sulle unioni civili”.



nr. 37  anno XIX del 25 ottobre 2014

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