NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Proverbi

di Mario Giulianati
14 febbraio 2015

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Interventi

VARIATI_E_ROTONDI (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Ci sono un sacco di proverbi e detti popolari, che possono essere presi quali emblema della strana situazione in cui vive il nostro Paese. Da “chi troppo vuole nulla stringe” a quello che recita “tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino” oppure “la gatta frettolosa fa nascere i gattini ciechi” ecc- In effetti ci troviamo a osservare, più che a partecipare, lo sviluppo di una situazione politico- amministrativa, dove non solo i registi, ma i protagonisti e perfino le comparse vogliono fare tutto in fretta, e non danno al pubblico, cioè al popolo, il tempo di assorbire, e comprendere, gli avvenimenti. L’unica cosa che questi spettatori riescono a fare è o applaudire, senza ben comprendere, o fischiare, in senso metaforico, continuando a non afferrare il senso compiuto delle cose. In realtà la fretta che vien messa in tante cose poi si traduce, non sempre ma spesso, in rumore, in annunci, in pressapochismo. Un aspetto viene comunque sempre rispettato, ed è presente sia a livello nazionale che locale. L’informativa preventiva è sempre carente, mai in misura sufficiente per potere essere utilizzata dalla gente per costruire una proprio ipotesi, ma viene costantemente accompagnata da una risonanza mediatica notevole. Questo vale per il progetto “La buona scuola” a livello nazionale, che pareva nata per essere una fonte di partecipazione alla elaborazione di un nuovo progetto della scuola italiana e ora come ora appare essere esattamente come quando è stata presentata. Così come per la vicenda Tav a Vicenza, salvo la questione del tunnel sotto i coli che solo l’alzata di scudi di molti vicentino e non vicentini ha obbligato, letteralmente, l’Amministrazione Comunale a chiederne la soppressione. Oppure la riforma del Senato, come pure per la riforma, che non c’è nemmeno sulla carta, della Legge Fornero, promessa da tanti esponenti politici e rimasta nel cassetto dei sogni di coloro che hanno sentito il peso di questa legge.

cavallo_mangia (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Ma si potrebbe continuare per un lungo pezzo, anche su cose vicentine del genere, per fare qualche esempio, della rotatoria del teatro che ogni mese che passa costa sempre di più, oppure del ponte di Debba che ormai pare divenuto una leggenda visto che anche il denaro messo a disposizione dalla Regione ora non c’è più. Circa 7 milioni di euro mi par di aver capito che sono stati dirottati verso altre opere dato che a Vicenza l’Amministrazione sa fare tante chiacchiere, tanti proclami ma alla fine” campa cavallo che l’erba cresce”-, o la pulizia dei fiumi che nessuno ha il titolo per farlo, per non citare le sorridenti affermazioni sulla sicurezza rilasciate dai preposti della amministrazione comunale, in primis il dott. Dario Rotondi, la qual cosa mi fa venire alla mente un altro proverbio ”Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare” e in questo caso se ne dicono tante ma se ne fanno assai poche, i balletti delle multe e di chi le paga e di chi non le paga, sia che si tratti di lucciole o magari anche di lanterne, intese come fari che dovrebbero illuminare del buon esempio l’intera città. Ma in fatto di proverbi va ricordato anche quello che dice “o mangi questa minestra o salti da quella finestra” che più che un proverbio appare un aut aut. Usato dal Premier Renzi con il Presidente di FI Berlusconi, ma anche dalla Amministrazione Variati nei confronti dei vicentini, ad esempio nella già ricordata Tav, oppure nei tre grandi eventi della Basilica Palladiana, o nei movimenti viabilistici che paiono il gioco del Lego, dove si spostano i mattoncini di qua di la, di su di giù e fanno divertire i bambini. I grandi un po’ meno. Oppure con il Parco della Pace, che da grido di guerra contro i barbari “invasori” (si fa proprio per dire perché la memoria dei vicentini, almeno di alcuni, pare proprio non esistere) si è trasformato in un colabrodo che mette a dura prova la pazienza e la professionalità degli artificieri ma che nell’attesa, ormai ridotta a quasi totale indifferenza, serve a riempire, non le buche lasciate dagli sminatori, ma le pagine dei mas media. Chiudo citando un ultimo proverbio “Aiutati che il ciel t’aiuta”- Ovverossia non aspettiamoci che qualcuno, che pur dovrebbe farlo, risolva i problemi della nostra città. Lo continuerà a promettere ma non lo farà mai.



nr. 06 anno XX del 14 febbraio 2015

 

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