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Interventi

Il 25 aprile e la Costituzione

di Mario Giulianati
2 maggio 2015

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Interventi

Il 25 aprile e la Costituzione

 

MATTARELLA (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)È trascorso il 70° anniversario del 25 aprile con le commemorazioni in tantissime piazze d’Italia, anche qui a Vicenza. Come altre volte nel passato, una commemorazione, in parte e da parte di alcuni, vissuta come un momento di propaganda elettorale. Sbagliando. Il 25 aprile è una data che va certamente ricordata, ma per quello che essa è, non piegandola, a seconda delle circostanze, ai desiderata di una parte politica piuttosto che di un’altra. E nemmeno, a mio parere, puntando sulle divisioni ideologiche. Il 25 aprile è una ricorrenza sentita come propria da un gran numero di italiani, ma non da tutti. Eppure sono trascorsi 70 anni dal 25 aprile 1945, e si sarebbe potuto legittimamente ritenere che fosse ben giunto il momento, non di confondere le diverse posizioni, ma di affidarle alla storia e che questa fosse in grado di scrivere pagine condivisibili. Ma, purtroppo, così non è stato e anche il 150° dell’unità d’Italia è trascorso senza che fosse messo ordine nelle interpretazioni delle vicende risorgimentali dando a Cesare quel che è di Cesare e dando ad altri quel che è loro. Vi è un passaggio nella intervista rilasciata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla vigilia di quest’ultimo 25 aprile che mi sembra interessante. Dice il Presidente: "Stiamo parlando di una guerra che ha avuto anche aspetti fratricidi. Credo che sia molto difficile, quando si hanno avuto familiari caduti, come si dice adesso, "dalla parte sbagliata" o si è stati vittime di soprusi o di vendette da parte dei nuovi vincitori, costruire su questi fatti una memoria condivisa. Pietro Scoppola, nell'infuriare della polemica storico-politica sul revisionismo, invitava a fare un passo avanti e a considerare la Costituzione italiana, nata dalla Resistenza, come il momento fondante di una storia e di una memoria condivisa. Una Costituzione, vale la pena rimarcarlo, che ha consentito libertà di parola, di voto e addirittura di veder presenti in Parlamento esponenti che contestavano quella stessa Costituzione nei suoi fondamenti. Tranne poche frange estremiste e nostalgiche, non credo che ci siano italiani che oggi si sentano di rinunciare alle conquiste di democrazia, di libertà, di giustizia sociale che hanno trovato nella Costituzione il punto di inizio, consentendo al nostro Paese un periodo di pace, di sviluppo e di benessere senza precedenti”.

SCOPPOLA (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Da anni sostengo che una data unificante non può essere che ricavata dalla Costituzione e sono lieto di leggere, nelle parole del Presidente della Repubblica, che il prof. Pietro Scoppola, nato a Roma nel del 1926 e scomparso a Roma il 25 ottobre 2007, storico e politico italiano,un esponente di grande prestigio del cattolicesimo democratico, sosteneva che la Costituzione è il momento fondante di una memoria condivisa. È innegabile che la Costituzione affondi le sue radici nella Resistenza ma è, a maggior ragione, significativo che il testo della nostra “magna carta” non citi mai la Resistenza. Non è un caso che i Padri della Patria abbiano fatto questa scelta. A mio avviso pensavano al futuro, a quando fosse giunto il momento, per l’appunto, di affidare agli storici e quindi alla storia di definire i contorni e i contenuti di tutta questa vicenda. Allora credo che sia giusto ricordare con solennità il 25 aprile ma se si ricerca veramente e sinceramente una “memoria condivisa” allora ci si deve affidare alla Costituzione, ai suoi principi fondamentali, alla sua realtà sopra le parti.

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