NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Il prezzo della buona scuola

di Mario Giulianati
2 maggio 2015

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Interventi

CONTESTAORI_A_BOLOGNA (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Il modo della scuola italiana è in fermento. Si sta preparando uno sciopero generale contro la riforma promossa dal Governo, con u n progetto chiamato “La Buona Scuola”. La Ministro Stefania Giannini a Bologna, alla Festa dell’Unità è duramente contestata fino ad obbligarla ad abbandonare il podio e andarsene senza aver potuto parlare. Ha ragione il premier Matteo Renzi quando scrive su twitter: “Un insegnante ascolta e rispetta le idee di tutti. Impedire ad altri di parlare è l'opposto di ciò che deve fare un educatore". Non solo gli insegnanti dovrebbero aver rispetto delle idee degli altri, ma penso che dovrebbe essere un atteggiamento assolutamente generale. Purtroppo non è così.

GIANNINI (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica) Ritengo anche che la Ministro Giannini non abbia ragione quando per definire i suoi contestatori dichiara che “Gli squadristi strillano, gli altri assistono passivi ma la rivoluzione si farà" (Corriere di Bologna). E insiste dicendo "Per descriverli non trovo altre parole, mi hanno insultata. Quello che arriva dai sindacati invece è un canto stridente, si sono arroccati senza guardare al merito del piano". L’impressione che se ne ricava, da questa frase e da tutta l’intervista rilasciata a Corrado Zunino quando per esempio, dice "Ho certezza che tra i docenti ci sia un'inerzia diffusa e avverto il rischio che non vogliano partecipare al cambiamento. Li comprendo: sono stati traditi tante volte e pensano "non lo farete mai”, è che la Ministro non abbia afferrato in pieno il senso di profonda frustrazione, di grande insoddisfazione, che non solo ed esclusivamente legata al fattore economico, in cui è precipitato il mondo della scuola: docenti e personale non docente, come pure gli studenti. Il timore è proprio che questa riforma si faccia e non piace alla maggior parte dei lavoratori della scuola. La questione legata al rafforzamento dei poteri del “dirigente” nasce proprio dalla scelta fatta di percorrere lo stesso sentiero del passato che ha creato questa figura che è, in nome della efficienza e managerialità, un elemento sconvolgente la realtà di una scuola. Sostituire alla figura del “preside” forte riferimento didattico, quella del “dirigente” è, di fatto, esaltare la parate burocratica sfavorendo proprio l’essenza della scuola, cioè la didattica- La scuola non è una azienda che debba dare, in nome della efficienza, utili di un qualche tipo. La scuola è un servizio delicatissimo e importantissimo che non può legarsi alla “efficienza burocratica” ma deve puntare alla” efficacia” per raggiungere il suo obiettivo che è quello di preparare il futuro del Paese. Già esiste, nelle nostre Istituzioni il sindaco- sceriffo, ed è un disastro. Se si vuol aggiungere anche il dirigente scolastico- sceriffo, il disastro sarà completo. Con i presupposti alla Giannini noi avremo delle figure che esprimeranno autorità ma non autorevolezza. La Ministro Stefania Giannini ha il diritto di essere rispettata ma ha anche il dovere di rispettare, in toto, il mondo della scuola e i suoi sindacati ma anche i suoi contestatori magari, se ci riesce, spiegando loro perché ritiene che abbiano torto, ma non definendoli squadristi. Scrive un lettore su Il Corriere di Bologna “Da insegnante ai genitori, agli studenti, ai bidelli e ai dirigenti e, in genere, a chi si interessa di democrazia: questa riforma comporta una gerarchizzazione assoluta della scuola con queste conseguenze: gli insegnanti avranno paura e dovranno ubbidire, non avranno più la libertà di insegnamento sancita dalla Costituzione…”. È sperabile che così non sia perché il prezzo lo pagherà, altissimo, la società italiana, ma la Ministro farebbe bene, a mio avviso, a rileggersi attentamente il suo progetto e, forse, troverà motivo per ricredersi almeno su qualche punto. Qualche volta la contestazione ha contenuti seri al di là del modo in cui si esprime.



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