NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Il Vangelo secondo Matteo

di Elena De Dominicis
elenadedominicis@virgilio.it

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Il Vangelo secondo Matteo

Anna Cappelli (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)@artiscenichecom

 

La scorsa settimane a Venezia hanno avuto luogo le attività di Biennale College, un progetto internazionale dedicato ai giovani danzatori che impegna tutti i settori della Biennale e che vede coinvolti celebri coreografi di tutto il mondo, incaricati dal direttore artistico Virgilio Sieni di creare coreografie inedite che poi vengono mese inscena in vari luoghi della città. Le performance riscuotono grandissimo successo e una consistenze affluenza di pubblico e addetti ai lavori. Abbiamo incontrato Virgilio Sieni, col quale abbiamo parlato della sua opera “Il Vangelo secondo Matteo”, del Leone d’oro di quest’anno e della collaborazione della Biennale danza con Bassano Operaestate. Foto performances nei campi Michele Memola.

 

Il tema di quest’anno è “La dignità del gesto” come apertura e costruzione di una polis fondata sul dialogo tra spazi e tracce dell’uomo. Dopo i fatti dei giorni scorsi (attentati terroristici in Tunisia, Lione e Kuwait ndr) come può cambiare secondo lei il rapporto con il gesto e come questo può influire sul cambiamento della percezione e della fruizione di tutto ciò che è immagine e corpo?

Il Vangelo secondo Matteo (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Virgilio Sieni: “I fatti di questi giorni seguono a tanti altri fatti degli ultimi anni e decenni, di tutto il ‘900 e andando a ritroso, quindi soprattutto la morte dei civili che pagano le patologie dell’umanità. A questo punto introdurre il discorso della danza, ovviamente, è complesso: é troppo shockante quello che accade. Certo, la danza destabilizza tutto quello che è una patologia, una struttura dell’uomo e lo pone in dialogo con tutto quello che è un corpo altro e una consapevolezza altra, quindi un rispetto, una cura, crescita accrescimento del senso della bellezza in rapporto alla tragedia, questo fa la danza principalmente”.

Le performance a percorso nella città: rispetto all’allestimento in un luogo preposto solo all’atto scenico come può essere un teatro, quanto una città come Venezia può influire sule scelte estetiche nella costruzione di un’opera e sulla reazione del pubblico? Ricordiamo che sono tutte opere prime, a parte quella della De Keersmaker.

“La città ci propone e ci dà un’opportunità per certi aspetti antica per certi altri tutta ancora da scoprire in avvenire che è quella appunto dell’abitare i luoghi e frequentarli secondo tutte quelle che sono le potenzialità. Per luogo si intende una traccia che ci viene dall’operosità dell’uomo del passato per arrivare ad oggi. Il campo in questo senso è una grandissima opportunità perché va ad anticipare tutto quello che potrebbe essere una città del futuro, io spero, cioè da frequentare e attraversare democraticamente”.

Il Vangelo secondo Matteo (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Come Biennale avete anche l’importante progetto Vita Nova che coinvolge i bambini delle scuole di danza di varie regioni e come partner per il Veneto avete scelto Bassano Operaestate. Quando si parla di bambini da anni si dice che il neonato non è tabula rasa perché ha già delle piccole esperienze soprattutto per quanto riguarda il suono, addirittura si dice che un’educazione musicale può cominciare fin dal periodo della gravidanza. L’esperienza tattile del bambino è già ampiamente studiata, esistono anche delle ricerche riguardanti le esperienze legate al movimento?

“Tutto il processo neurale, di crescita e maturità dell’uomo, tutto quello che accade dai primissimi giorni e mesi ovviamente è una dimensione determinante, è un venire alla vita e andare incontro alla vita. Anche tutto il processo dell’adolescenza e dei bambini tra i 10 e 15 anni, quelli chiamati a frequentare il percorso Vita Nova, è un tratto della vita fondante per quanto riguarda tutti i processi di apprendimento per l’elasticità e la plasticità della memoria. Io invito sempre i coreografi, a volte con esiti positivi altre con tentativi meno riusciti, a fare un lavoro legato proprio a un supermanto della metodica del coreografo stesso e cioè a lasciarsi guidare dai bambini per la loro capacità di memorizzare migliaia di cose e, allo stesso tempo, dare degli strumenti per iniziare ad ampliare tutto quello che è un vocabolario motorio che a quell’età si apprende molto molto velocemente. Un’opportunità che mi piaceva dare”.

Nella sua opera “Il Vangelo secondo Matteo” ha utilizzato persone di tutte le età, danzatori e non, anche dei non vedenti coi cani guida. La persone non vedenti come gestiscono il movimento nello spazio in relazione al fatto che ci sarà qualcuno che invece osserva questo movimento?

“Ci danno una percezione dello spazio diverso, tutto un altro modo di porsi del corpo accentuando una sensibilità che non è quella del vedente, un senso dell’orientamento che viene da dentro e dall’ascolto dello spazio, dalle risonanze, dai calori, dalle atmosfere, dalla timbricità. Emerge dal non vendente una qualità di movimento, una densità, estremamente edificanti per l’uomo, che lo accresce in tutto quello che è il suo paesaggio sensoriale”.

È un’opera monumentale che ha coinvolto molte regioni. Essendo la danza qualcosa che viene fruita prevalentemente dal vivo, uno spettatore che avesse voluto seguire il percorso: come viene strutturata un’opera del genere, dislocata?

“In maniera molto semplice: vari percorsi di creazione e quadri coreografici sono stati creati nelle regioni e nei territori stessi, dopodiché sono stati portati tutti a Venezia in tre cicli monumentali, ognuno comprendeva una decina di quadri. Chi voleva, poteva venire a Venezia e vederseli tutti insieme. Loro stessi come comunità si sono riuniti a Venezia, si sono incontrati, si sono scambiati tutte queste informazioni e adesso ognuno se li ripete nei propri territori, 3-4 quadri associati insieme. Tutta l’opera aveva un carattere di irrapresentabilità, quindi abbiamo creato questo evento unico”.

Il Vangelo secondo Matteo (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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