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Interventi

Addio al bicameralismo perfetto?

di Mario Giulianati
3 ottobre 2015

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Interventi

Addio al bicameralistmo perfetto?

 

Questa è la stagione della grande discussione: la riforma del senato e, all’interno della riforma, l’articolo 2. Si possono presentare e menda menti oppure no? Senza entrare in merito ai tecnicismi, dove uno privo di competenze specifiche affonderebbe come un sasso nello stagno, quello della nostra politica evidentemente, mi soffermo sul folclore della vicenda. Ma prima preciso il mio pensiero in merito al Senato e al sistema bicamerale del quale noi godiamo, si fa per dire, gli effetti da settanta anni. A mio avviso il bicameralismo perfetto ci condiziona soprattutto sul terreno della dinamicità delle scelte. Una dinamicità che salvo rarissimi casi si avvicina paurosamente al quoziente zero. In democrazie solide e più anziane della nostra vige il sistema bicamerale ma, cito una per tutti gli Stati Uniti, Il sistema opera senza sovrapposizione di poteri e con un numero assai più limitati del nostro, meno di un terzo dei senatori. Eppure è un Paese che ha una popolazione di circa 325.000.000 di abitanti, più di cinque volte quella italiana. Infine i costi che, come in ogni istituto statale italiano centrale, ha costi particolarmente elevati che creano disagi nel comprensibile confronto tra le diverse realtà del Paese e pesano molto sul bilancio statale.

Quindi ben venga una riforma che libera la struttura legislativa dell’Italia dalla sovrapposizione dei ruoli e dei compiti, salvo pochissime eccezioni, che limiti di molto il numero dei senatori, che abbassi il più possibile i costi della istituzione: senatori e collaboratori di tutti i livelli. Però, concludo il mio pensiero in merito, che tutto questo avvenga non solo presto ma anche rispettando un elemento fondamentale della democrazia sostanziale. Cosa questa che cozza robustamente, ma credo anche inutilmente, contro la blindatura che è stata fatta dal Governo Renzi relativamente all’art. 2 della riforma. Giungo alla realtà dei fatti di questi giorni Scrive la Repubblica che “Il ministro per le Riforme, in Aula al Senato: "Abbiamo sempre riconosciuto il valore sacro del Parlamento", "noi crediamo nel valore del confronto politico" non nella creazione di un "algoritmo". Mentre il suo sottosegretario Luciano Pizzetti promette, di fronte all'ostacolo di 82 milioni di emendamenti, l'uso di "metodi straordinari" se non passerà "il principio della ragionevolezza".

CALDEROLI (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica) "Calderoli usa un metodo nuovo? E noi useremo un metodo anti-ostruzionistico". Linguaggi diversi ma un obiettivo unico: quello di bloccare la valanga degli emendamenti del Senatore Roberto Calderoli. Perché il Sen. Calderoli, che con il computer deve essere un mago, ti sforna bel 82 milioni di emendamenti sul l’intero decreto legge della riforma. Personalmente ritengo, al di la dell’effetto mediatico e al possibile raggiungimento di un record da Guinness dei primati, una battaglia, pur legittima, parlamentare fatta con questi strumenti, sia facilmente ascrivibile alla riduzione goliardica del dibattito politico.

ELENA_BOSCHI (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Ma anche le dichiarazioni della Ministro Maria Elena Boschi hanno un sapore assai superficiale. Riporto, sempre da La Repubblica e sempre in riferimento alla riforma “Non è il frutto di un tentativo estemporaneo ne di un'approssimazione" ma è frutto di "70 anni" di dibattito sulla revisione della Carta costituzionale per il superamento del bicameralismo perfetto. "Possiamo oggi tentare anche di chiudere delle pagine lasciate bianche dai costituenti, e possiamo anche essere più ambiziosi". Non mi sembra che le cose stiano proprio così. Il dibattito sul superamento del bicameralismo perfetto è un fatto molto più recente e casomai sempre ostacolato in modo trasversale. Inoltre i Padri Costituenti non hanno lasciato per nulla delle “pagine bianche”. Se fosse così non ci sarebbe questa discussione attorno alla riforma.

Finocchiaro-Anna (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Ne sono prova le dichiarazioni della Senatrice Anna Finocchiaro Presidente della 1a Commissione permanente (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione) che ammette che fu al tempo dell’Ulivo che si iniziò a valutare la possibilità di affrontare il nodo del bicameralismo. Prima di allora toccare la struttura del sistema era giocare con il fuoco. Il Corriere della Sera scrive che il Presidente del Senato, Pietro Grasso, “ha fatto sapere che bloccherà qualsiasi tentativo di ostruzionismo a Palazzo Madama, specificando anche la valanga di modifiche proposte dal Carroccio rappresenta una «offesa alla dignità delle istituzioni».

PIETRO_GRASSO (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Credo che l’ostruzionismo o filibustering, come dicono gli inglesi, entro certi limiti, sia uno strumento di garanzia della democrazia parlamentare. Fa parte della espressione di volontà di controllo nell’azione del Governo che è un diritto sia del singolo parlamentare sia dei gruppi. Sarebbe bene che la classe dirigente, politica in questo caso, avesse sempre il senso dell’equilibrio nell’esercitare il proprio mandato, tenendo conto che dovrebbe essere un servizio reso alla società.

VERDINI (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Certamente che il troppo storpia (più di 80 milioni di emendamenti, altro che superamento dei limiti) e, per dirla alla maniera veneta, quando il troppo storpia, qualcosa si rompe e “i cocci sono suoi”. Come non trovo di buon gusto la battuta dell’on. Denis Verdini (La Repubblica) quando dice "Io sono un taxi che porta da Berlusconi a Matteo. Così al potere altri 10 anni". Con queste premesse mi viene di dover pensare che il futuro Senato, con non poche probabilità, rischia di assomigliare ad un salotto buono (?) adatto a far quattro chiacchiere o poco più.

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