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L’odissea di Emma Dante

di Mario Giulianati
3 ottobre 2015

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Interventi

A Palermo esiste una realtà, legata al mondo del teatro, particolarmente interessante e, direi, anche molto importante. Il Complesso Monumentale “Parco Villa Pantelleria” ne fa parte.

VILLA_PANTELLERIA (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Leggo sul sito “ Nel 2005 l'Associazione Il Teatro per la Libertà, diretta da Lollo Franco, ha ottenuto in affidamento Parco Villa Pantelleria, bene confiscato alla mafia, e da quella data si è impegnata, e continua ad operare, investendo tutte le proprie risorse economiche e la propria attività lavorativa per il recupero degli spazi. É stata effettuata un'importante opera di bonifica, curato le zone verdi esistenti arricchendole con nuove piante, al fine di restituire alla città di Palermo questo L'Odissea siciliana degli attori-allievi di Emma Dante. Un inizio che invia anche un messaggio molto bello al di la della valenza artistica, ma certamente sul piano sociale e morale.

TEEATRO_DI_VILLA_PANTELLERIA (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Dello spettacolo effettuato dagli allievi di Emma Dante, ne scrive, sul Il Sole 24 ORE, il critico Giuseppe Distefano che, in realtà, più che esprimere un giudizio estetico, si limita, slavo sul finale, a un raccontare le varie sequenze dello spettacolo, certamente per finire con un elogio ai giovani attori ma il tutto si riduce a una frase Ai bravissimi interpreti si deve anche una parte creativa, come alcune canzoni (“Rapimi la porta”, “TerrAmare”) e musiche da loro composte”. Niente di più. Tento di farmi una opinione più precisa rileggendo la intervista che Emma Dante ha rilasciato al Giornale di Vicenza. Una bella intervista, ben condotta che rappresenta una specie di promemoria, un riassunto, della sua presenza in Vicenza e all’Olimpico. La parte che mi interessa in questa occasione è la risposta della regista alla domanda “Gli attori di questo secondo lavoro sono tutti allievi del teatro Biondo di Palermo. Se ha deciso di portarli a Vicenza saranno in grado di tenere come si deve la scena……”. La risposta è decisa e nettamente positiva “Certo. L’Odissea Movimento n.1 è uno spettacolo vero e proprio e non un saggio di fine corso”. L’opinione della giornalista Alessandra Agosti, sempre del Giornale di Vicenza, che fa autentica critica artistica, in buona misura sostenuta nella sua opinione anche dal collega Alberto Tonello che annota “Che teneri ragazzi (gli attori-ndr).

ODISSEA (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica) E qui è venuto fuori quello che tutti temevano e che, Alessandra Agosti, spiega perfettamente nella sua recensione, e cioè il fatto che lo spettacolo altro non è se non un saggio di fine anno, di alto livello, di una scuola di teatro prestigiosa e con la regia di una grande professionista, ma che non meritava l’ardua prova di un palcoscenico tanto importante…”. mi sembra sia di una opinione diversa. E lo scrive con la massima chiarezza, pur riconoscendo le doti della giovane compagine teatrale. Infatti scrive “…il 68° Ciclo degli spettacoli classici all’Olimpico è scivolato su una buccia di banana….che ha confermato di essere quel che sembrava: uno spettacolo di fine corso; simpatico, pieno di energia e buona volontà ma un lavoro scolastico…”. Quello che traggo da questi diversi elementi, e contrastanti, è una impressione che altre volte, nel passato, con altri direttori di teatro, anche del nostro teatro, ho avuto modo di notare. A volte questi non hanno rinunciato a valutare, con la obbiettività che meritava, uno spettacolo, pur dignitoso ma che non aveva ancora le caratteristiche per reggere il confronto con la scena dell’Olimpico. A differenza di altri comunque ad Emma Dante va riconosciuto il fatto che nella sua decisione di portare a Vicenza gli attori del teatro Biondo ha giocato probabilmente molto il legame tra maestra e allievi. Questo, in ogni caso. è una bellissima cosa. Un poco meno bello è l’atteggiamento assunto nei confronti di chi ha ritenuto di criticare il suo precedente spettacolo definendoli “provinciali”, anche se, a mio parere non è proprio il caso di ritenerlo un insulto visto come, qualche volta, si comportano i “non provinciali”.

 

nr. 35 anno XX del 3 ottobre 2015

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