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Scende in campo l'Onorevole Sbrollini
L’on. Daniela Sbrollini, una parlamentare del PD, che dalle trascorse tranquillità, si fa per dire, delle vicende parlamentari romane e non, da qualche tempo si tuffa con determinazione nelle storie vicentine, ricopre un importante incarico alla Camera. Infatti è vicepresidente della commissione Affari Sociali e Sanità. Con questa titolarietà è evidente, oltre che comprensibile, che si occupi della tristissima vicenda del San Camillo, oggetto da giorni della attenzione dei mas media oltre che di tutta una serie di personalità e personaggi che da un po’ di tempo il San Camillo se lo erano scordato. Eppure, magari in termini diversi, comunque sempre in riferimento alle carenza dei servizi, sia la stampa, che ne ha dato sempre ampia notizia, ma anzitutto le cosi dette autorità preposte, erano state informate sia dai famigliari sia da dichiarazioni sindacali. Qualche cosa al San Camillo non funzionava, tra le quali era evidente che esisteva un conflitto tra un sindacato e la gestione. Ma di questo le persone responsabili, o ritenute tali, locali pare si siano preoccupate, ma nemmeno la on.le Sbrollini. Traggo dal mazzo, subito, la figura dell’attuale Presidente dell’Ipab, che si è trovato, sua malgrado, in mezzo ad una bufera certamente subita e non provocata. Di responsabilità ritengo che ce ne siano molte. Del passato recente, qualcuna probabilmente del passato remoto, alcune anche di questi ultimi tempi. Tanto per gettare un sasso nello stagno mi parrebbe cosa buona, per una completa conoscenza dei fatti, che fosse svolta una “perlustrazione” conoscitiva della struttura burocratico-amministrativa che dalla Regione arriva fino a Vicenza, mettendo, solo per una lettura completa e, forse illuminante, i nomi e cognomi dei protagonisti, in fila. Funzioni comprese. Ora la on. Sbrollini scrive su Vicenza Piu’: “Ho informato il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin e il sottosegretario De Filippo in merito all’inchiesta Ipab San Camillo di Vicenza. È necessario fare chiarezza sulla gestione e su quanto accaduto, mi interrogo se questa volta non sia il caso di Commissariare la Regione”. L’impressione che ricavo da questa sua dichiarazione, che in verità mi appare affrettata, specie per una persona che riveste un incarico così importante e delicato, da ritenere che sia più una mossa politica, e anche strumentale, accompagnata dalla dimenticanza che a nominare l’attuale, come i precedenti, Consigli di Amministrazione dell’Ipab, è il Signor Sindaco di Vicenza che, tra l’altro, assegna anche gli indirizzi operativi allo stesso indicando, nemmeno sottovoce, chi dovrà essere il presidente. Quindi una responsabilità, e non di poco conto, sta anche nelle strutture comunali e ci vuol poco per individuarle. Da qualche tempo l’onorevole vicepresidente della commissione Affari Sociali e Sanità della Camera dimostra una accentuazione della sua attenzione alle vicende vicentine, e i maligni già stanno argomentando sul fatto che possa essere, oppure no, una antagonista al candidato in pectore alla successione di Achille Variati. I “tormentoni” dell’Ipab risalgono non solo al momento in cui, mi pare fosse il 2003, vennero accorpati i vari istituti vicentini della “carità”, termine antico e dimostrazione di un passato di solidarietà cittadine. Ma ancora prima quando la lotta interna si sviluppò alla conclusione dell’impegno del Presidente dott. Sante Bressan, ed eravamo allora in una stagione democristiana con aggiunte varie. Esistono dei testi e dei documenti sulla storia della carità vicentina. Esistono anche dei testimoni, almeno per gli ultimi decenni che hanno letto le varie vicende con ottiche diverse. Ricavarsi un bagaglio di corrette conoscenze non sarebbe certamente una cosa inutile.
