Il Presidente del Consiglio Comunale di Vicenza, dott. Federico Formisano ci fa sapere, tramite la stampa quotidiana, e nello specifico il Giornale di Vicenza, che vi è un “Ingorgo a palazzo (Trissino- ndr) 80 interrogazioni in attesa da due anni!”.
Per cercare di risolverlo propone una riunione straordinaria del Consiglio che, a suo dire “Sarà la riunione più noioso di sempre, ma va fatta”. La cortesia del giornalista, Gian Marco Mancassola cerca di attenuare il fatto che è una dimostrazione di scarsa sensibilità da parte sia della Amministrazione, e più precisamente dell’Esecutivo, sia da parte dei responsabili dei diversi uffici. Scrive infatti che è lecito domandare, eccoti le interrogazioni e le interpellanze dei consiglieri, e rispondere è cortesia, eccoti la responsabilità degli uffici sia sul piano politico che quello amministrativo. Più che scortesia direi perché è un diritto indiscutibile del singolo consigliere quello di porre domande alla Giunta, e un preciso dovere di questa dare le risposte entro i termini fissati dal regolamento. Il non farlo fa si che quello che descrive Mancassola sia una realtà nettamente negativa. Infatti scrive “…. C’è di mezzo anche una certa idea di democrazia in un’epoca in cui i parlamentini comunali vivono una crisi di identità. Sempre meno al centro della vita amministrativa, sempre più inghiottiti nel cono d’ombra delle giunte”.
Parole scritte in punta di penna, con gentilezza, ma sacrosante e pesanti nel contenuto autentico. Apprezzabile la decisione assunta dal Presidente Formisano, ma purtroppo non è sufficiente a far invertire la rotta. Sotto accusa non è tanto, e non solo la giunta vicentina, che pure ha piena responsabilità di quello che accade a Vicenza, ma è proprio l’impianto della legge elettorale comunale che porta a queste situazioni. Infatti il “potere” del Consiglio Comunale è praticamente quasi azzerato. Che spesso per il passato, quando l’elezione di un sindaco e di una giunta spettava al consiglio, ci fossero situazioni non gradevoli e a volte del tutto sgradevoli, nate da giochi sotterranei e da interessi non sempre trasparenti, è senz’altro vero. Ma la cura non ha migliorato la situazione. Spesso l’ha peggiorata e ci siamo trovati di fronte, a sindaci sceriffi, a giunte assolutamente estranee alla vita democratica di una comunità, a volte anche indifferente ai reali bisogni del territorio di appartenenza. Lo stesso Presidente Formisano parla (Vicenza Più) di “ leggero deficit di democrazia”. Ecco un altro modo cortese di rappresentare i fatti. Ma leggero o pesante il deficit di democrazia è sempre un danno che viene fatto alla società. Non è nelle possibilità di un qualsiasi singolo sindaco di porre rimedio a questo, ma il denunciarlo, senza titubanze potrebbe far si che la dove si può, si faccia in modo che questo errore venga sanato e, forse, la Sala Bernarda e le tante altre sale analoghe non somiglieranno più a un deserto.