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Il mondo ignorato dal segretario regionale del PD

di Mario Giulianati
17 ottobre 2015

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Interventi

A leggere le dichiarazioni del Segretario Regionale del PD, l’on.Roger De Menech, in relazione alla visita in Vento del Premier Matteo Renzi, si ha l’impressione che le sue siano più affermazioni di fede che obbiettive valutazioni di un fatto, appunto il tour veneto del Presidente del Consiglio. In effetti Matteo Renzi ha convinto sul suo progetto del prossimo futuro, larga parte della imprenditoria veneta che un passo in avanti, nel superamento della crisi avverrà nel 2016. I circa quaranta minuti del suo intervento sono stati un lungo e articolato messaggio di fiducia e di speranza che la fine del tunnel sia, se non immediata, almeno abbastanza vicina. Questo è stato senza dubbio un fatto importante e gli applausi riscossi sono stati certamente meritati. Però tra il dire, anche se positivo, e il fare, come dice un vecchio proverbio, vi è di mezzo il mare.

Il deficit di democrazia in Sala Bernarda (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)L’on. De Menech dovrebbe avere memoria del contenuto di questo proverbio visto che era abituato, qualche mese fa, a promettere vittoria alle regionali, per poi trovarsi con un partito praticamente in ginocchio, una candidata alla presidenza pesantemente battuta anche in casa propria, a Vicenza città e provincia, e un avversario, Luca Zaia, che si è portato a casa un cestone di voti. Renzi ha promesso il rilancio dell’economia, l’abbattimento delle tasse, la crescita dell’occupazione, il taglio dell’Ires, il superamento del patto di stabilità per i comuni virtuosi e quindi la possibilità, per questi, di fare investimenti. Tutte cose da considerate assolutamente positive ma che necessitano di verificare, nel prossimo futuro, come e quando si realizzeranno. Un altro proverbio che il Segretario Regionale del PD dovrebbe tenere a mente è questo “non dire gatto se non ce l'hai nel sacco” mentre afferma (VVOX) che «Matteo Renzi ha convinto i veneti. Non solo gli imprenditori, ma gran parte della società della nostra regione». E prosegue dicendo «Renzi convince non solo e non tanto per le riforme fatte o in via di definizione dalla scuola alla fine del bicameralismo perfetto, dal lavoro alla pubblica amministrazione, ma soprattutto per l’impostazione che sta dando al suo governo sui temi dell’economia». Sulla “Buona scuola” prima di esprimere un giudizio di merito sarà bene aspettare qualche anno per vedere esattamente quali siano i vantaggi e quali gli svantaggi di una riforma certamente necessaria ma che, almeno per ora, presenta alcuni fondamentali aspetti, non facilmente assorbibili dal sistema scolastico. Sul superamento del bicameralismo perfetto si può essere perfettamente d’accordo, sul principio almeno, assai meno sul metodo e sul risultato strutturale che ne consegue. Sul rilancio dell’economia, pur condividendo molto di quello che ha detto in Veneto, ritengo di dover sottolineare un particolare. Una dimenticanza da parte del Premier. Non ha detto nulla di nulla sulla tristissima vicenda che ha coinvolto le Banche Popolari del Veneto creando grandi disagi a diecine e diecine, per non parlare di ben più di centomila famiglie di risparmiatori, piccoli imprenditori, commercianti e artigiani. Tutti soggetti che sono, da sempre, la spina dorsale del paese. Eppure per il Monte dei Paschi di Siena il Governo si è mosso in modo molto robusto, scomodando anche le più alte cariche dello Stato. Due pesi e due misure? L’esaltazione del mondo produttivo veneto ignorando però la gente semplice, quella che, davanti alle difficoltà, abbassa la testa e lavora? E che alla fin fine paga il conto degli sbagli altrui.



nr. 37 anno XX del 17 ottobre 2015

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