NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Il pendolo scolastico e la demagogia applicata

di Mario Giulianati
21 novembre 2015

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Interventi

Tutti i tentativi, se fatti con onestà di intenti, diretti a cercare almeno di migliorare la struttura della scuola italiana, sono apprezzabili anche quando mostrano, a loro volta, di non risolvere appieno i centomila problemi della scuola stessa, ma puntano almeno a indirizzarla verso obbiettivi positivi e concreti.

CRIMI (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Ho letto, qualche tempo addietro una dichiarazione dell’on. Filippo Crimì, laurea in medicina e chirurgia, ventottenne esponente del PD,, componente, tra l’altro della VII Commissione Parlamentare della Cultura, Scienza ed Istruzione, quindi, presumibilmente, un esperto del settore. Dichiara l’on. Crimì, su Vicenza Più: Con la Buona Scuola non abbiamo scherzato. Quanto promesso lo stiamo portando avanti con determinazione, invertendo la rotta dei continui tagli perpetuata dai governi passati di centro destra e tornando ad investire. Le assunzioni dei precari ne sono una prova evidente”. Scherzato sicuramente no. In effetti all’inizio l’operazione “La Buona Scuola” ha attratto molto il mondo scolastico e anche personalmente ne sono stato conquistato. Ho memoria dei tanti tentativi fatti per il passato da Ministri presi dalla frenesia di firmare una qualsiasi riforma purché servisse, non tanto a risolvere i problemi del settore, ma a cancellare la memoria della Riforma Gentile.

scuola_lavoro (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica) A dire il vero nella Buona Scuola renziana non mi pare che ci sia questo tentativo. Forse perché puntava piuttosto a superare il passato costruendosi una visione di un futuro. La qual cosa è senza dubbio un fatto positivo. Esattamente quello che ha improntato, pur in termini, e tempi e situazione economica assai diversa, il lavoro di Gentile. L’on. Crimì insiste sulla assunzione dei docenti, precari soprattutto, ma non tutti. E questo è ancora un problema. Come è un problema il fatto di questa pendolarietà stranissima di docenti siciliani (è solo un modo per illustrare un effettivo incidente) che, per entrare in ruolo, debbono spostarsi di centinaia di chilometri, magari la moglie in Veneto e il marito in Sardegna. Naturalmente con cattedre specifiche a pochi chilometri da casa. Ma, si sa che le rivoluzioni purtroppo creano anche dei disastri ma è un prezzo da pagare, se utile alla società, cosa questa da dimostrare). Non spiega la stranezza dei “supplenti” che dovevano sparire dall’organico eppure proprio il Veneto è in spasmodica attesa che questi si rivelino. Delle assunzioni, fatte e da fare, concorsi compresi, l’onorevole fa il suo cavallo di battaglia e su questo non c’è che da augurarci che tutto procede come egli spera. Ma vi è un argomento che pare, almeno per ora, ignorare.

alternanza scuol lavoro (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)La formula della alternanza scuola-lavoro. Sono d’accordo con il Preside del Brocchi di Bassano, Gianni Zen, nel ritenerla una pagina importante e qualificante di una buona riforma della scuola. Però andrebbe, a questo punto dell’anno scolastico, almeno illustrato a che punto si trova l’avvio di questo progetto, non tanto sulla carta, ma sul concreto e non citando qualche episodio magari in terre lontane, ma qui, da noi, a Vicenza, in provincia di Vicenza. Terra di industria, commerci e professioni dove si ha, a tutt’oggi, l’impressione che questa ipotesi di alternanza scuola-lavoro sia, almeno per ora, solo una speranza. Poca cosa per non dire quasi nulla di concreto. Sono perfettamente d’accordo con l’on. Crimì quando conclude dichiarando “Per far crescere e migliorare il settore dell’istruzione in Italia non servono azioni demagogiche fini a se stesse, ma azioni concrete che portino a veri risultati e noi questo lo stiamo facendo con determinazione”. Ma è proprio quello che purtroppo sta accadendo al Ministero della Pubblica Istruzione.

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