NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Il cibo per il corpo e per la mente

di Mario Giulianati
23 gennaio 2016

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Interventi

BIANCHI__2 (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose, nel suo libro “spezzare il pane” cita, come concetto fondamentale nell’affrontare il cibo, ovverossia il mangiare, cosa indispensabile alla vita, la “sobrietà” e, conseguentemente, la “parsimonia”. Quindi “Mangiare è un atto che per l’umanità non può essere solo fisiologico, ma è sempre anche un atto culturale” Parole sagge e stimolanti che, appunto, mi portano ad una considerazione: la sobrietà, e conseguentemente la parsimonia, cioè l’utilizzo del cibo in modo equilibrato, senza sprechi inutili e, alla fine pur sempre negativi, sono rapportabili anche alla parola, al linguaggio. Le statistiche dimostrano che le società moderne occidentali, ma non solo, e anche la nostra, siano portate alla obesità, perché una parte consistente delle persone non sanno controllare l’appetito. Magari non solo quello del mangiare, ma anche in altri settori. Così si verifica che troppi personaggi pubblici, non necessariamente rappresentanti della politica e della amministrazione pubblica, sono degli incorreggibili affamati di un linguaggio esasperato e, per essere noi parsimoniosi, definibile assai sopra le righe. L’esagerazione è costante. L’uso di aggettivi altisonanti si riscontra ad ogni piè sospinto. Ad esempio si definisce “adorabile” un pavimento, una suppellettile, un piastrellato, ma rapidamente si giunge alle parolacce e, come accadde la notte del capodanno 2015/2016, in RAI, ci scappa la bestemmia inviata per e-mail e trasmessa senza un controllo preventivo. Sfuggita alla attenzione dei preposti. Se ci fosse, specie in alcuni settori che per il loro impegno istituzionale si rivolgono a grandi folle, una autentica “cultura” della sobrietà, un episodio del genere difficilmente poteva accadere. Ma va anche detto che del linguaggio sopra le righe, che spesso scivola anche nella volgarità, siamo un poco responsabili tutti noi, perché lo sentiamo in TV, lo leggiamo, lo ascoltiamo in luoghi pubblici e non reagiamo. Capita anche che, a volte, ci si diverta, piuttosto che girare canale, oppure alzarci ed andarcene, o infine inviare una e-mail di protesta. Sobrietà e parsimonia nel cibarsi, è cosa importante ma altrettanto importante è esercitarla nel nostro linguaggio quotidiano. È, a mio avviso, non solo un segno di civiltà ma anche di buona educazione. Cosa questa che non guasta mai.



nr. 02 anno XXI del 23 gennaio 2016

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