NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Le fantasie del mondo della scuola

di Mario Giulianati
23 gennaio 2016

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Interventi

Il mondo della scuola riserva sempre qualche sorpresa. Non c’è Natale che non faccia parlare di se per via delle celebrazioni natalizie da farsi, non farsi, come farsi ecc. mettendo sul piatto tutti i possibili, positivi argomenti per sostenere il presepe, e altrettanto trovare che argomenta il contrario, per me negativamente, in nome e per conto di tutt’altre ragioni che, sempre a mio avviso, non mi sembra siano tali. Ma scoppia il caso, ad esempio del gruppo, numeroso, di docenti di un liceo locale, che ritengono di non dover accompagnare i propri studenti a visitare le mostre-eventi della basilica Palladiana. Decisione criticata da tanti e difesa da altrettanti. I primi per tutelare quello che ritenevano un grosso investimento culturale, oltre che economico, gli altri ritenendo, e ancora per me giustamente, che un conto è organizzare una gita scolastica, cosa certamente piacevole e forse anche, in alcune circostanze, utile. Altra cosa è organizzare una visita guidata ad una mostra, che in realtà dovrebbe essere una lezione fuori classe di particolare interesse. Obbiettivo questo difficilmente raggiungibile in un frenetico ” mordi e fuggi” come spesso capita in queste circostanze. Ora salta fuori la proposta di un gruppo di insegnanti di un prestigi oso istituto tecnico vicentino che invita il mondo della scuola ad attivarsi affinché ogni plesso scolastico inserisca nella propria struttura una diecina di profughi-clandestini-richiedenti asilo oppure no (?) in modo da poter avviare un procedimento di integrazione tra una lezione e l’altra e tra un “lavoretto” e l’altro.

CORA (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)È sempre bello e interessante che la scuola riesca esprimere proposte frutto di fantasia e piene, magari, di tanta buona volontà. Ma penso anche che la fantasia e la buona volontà, andrebbero accompagnate da una seria valutazione della situazione, dei possibili sviluppi, delle caratteristiche dei soggetti che verrebbero messi a contatto. Insomma un po’ di prudenza e di buon senso non guasterebbero. È vero che la scuola promuove gli scambi culturali con altre scuole straniere. Ma alle spalle della classe che si trasferisce per una settimana o due, casi assai più rari, in un altro paese e partecipa alle attività di una classe parallela, ha alle spalle delle famiglie, delle strutture scolastiche ben individuate, delle dirigenze che responsabilmente controllano e quindi garantiscono la percorribilità della iniziativa. La piena reciproca conoscenza dei curricula scolastici sia degli studenti sia dei docenti ecc. ecc.- Inserire in un istituto, per lezioni e lavoretti, dieci soggetti dei quali magari non si sa nemmeno il nome vero, la provenienza, il livello culturale, la natura della loro presenza in Italia e specificatamente in Vicenza. Appunto: profughi, clandestini, richiedenti asilo, in fuga dalle guerre o da che cosa? Con quello che sta succedendo verrebbe anche da chiedersi se tra questi non vi siano anche portatori di messaggi non rispettosi dei principi fondamentali che regolano la nostra società.

integrazione (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Non dimentichiamoci che il terrorismo ha fatto proseliti proprio nei paesi occidentali e che questi, purtroppo, si sono dimostrati più “bravi” dei loro maestri. Magari quando lo spirito di solidarietà umana spinge a operare, con sincera volontà di fare il bene, cosa sicuramente presente nella proposta di questi signori insegnanti, non sarebbe male che prima di esternarsi svolgesse una pausa, pur breve, di meditazione e valutazione dei pro e dei contro. Magari servendosi dell’”avvocato del diavolo”.Il promotore dell’iniziativa, che la definisce “operazione inedita, mai sperimentata prima in Italia” dice di essere “in dirittura di arrivo”. Fortunatamente, almeno per ora, il Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale, dott. Giorgio Corà, ricorda che la normativa precisa che per essere ammessi nelle classi gli auditori una delle condizioni è quella che ci sia una regolare domanda di iscrizione da parte della famiglia. Cosa questa che appare assai difficilmente realizzabile nella situazione che risulta essere la presenza dei soggetti eventualmente interessati che, da quello che si conosce, di famiglie alle spalle ne hanno, almeno in Italia,molto poche. Come è normale che avvenga, la proposta è stata portata alla discussione dell’organo deliberante che ha titolo per decidere, e questo, cioè il Consiglio d’Istituto, ha deciso per il no. Scrive il Giornale di Vicenza “. Lunga e sofferta la discussione tra i componenti, oltre al preside Alberto Frizzo, quattro genitori, otto insegnanti e quattro studenti che per ore hanno snocciolato pro e contro dell’iniziativa alla quale da tempo stavano lavorando alcuni docenti dell’istituto, a cominciare da Silvano Caveggion, professore di fisica, militante nelle file dei Corpi civili di pace, movimento che si batte per costruire alternative non violente e abbassare la conflittualità sociale”. Al di la della indubbia volontà di fare una cosa buona e bella, mi pare proprio che abbia avuto la meglio il buon senso. Almeno per ora.



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