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Tra libertà di opinione e buon gusto, che non c’è

di Mario Giulianati
28 maggio 2016

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Interventi

smuraglia (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Circa una settimana fa, o poco più, il Corriere della Sera riportava una opinione di Gian Antonio Stella titolata“Che tristezza il no dell’Anpi imposto sul referendum”, quello costituzionale si intende. Il fatto è semplice: “…. a febbraio quando il presidente dell’Anpi Carlo Smuraglia manda una lettera ai responsabili regionali, provinciali e locali dicendo che l’associazione ha deciso di schierarsi per il «No alla riforma del Senato ed al Sì sui quesiti referendari». E chi per caso non è d’accordo? «Riconosciamo non solo il diritto di pensarla diversamente, ma anche quello di non impegnarsi in una battaglia in cui non si crede. Ma non riconosciamo e non possiamo riconoscere il diritto a compiere atti contrari alle decisioni assunte». Pare una questione risolta con un bel po’ di decisionismo da parte del presidente nazionale dell’AMPI, ma, ritengo giustamente, il giornalista G.A.Stella non la pensa così. Ma altrettanto la pensano altri componenti dell’AMPI. Infatti i partigiani di Bolzano non sono d’accordo e decidono, alla unanimità, di «non obbedire al diktat» in nome della libertà di opinione. Ma anche a Rimini, in sede congressuale “il presidente altoatesino Orfeo Donatini, difendendo Giorgio Napolitano vittima di «inaccettabili attacchi» per il Sì alle riforme, sbotta: «Nemmeno il centralismo democratico ai tempi del Pci di Giancarlo Pajetta mi ha mai ordinato di allinearmi con tanto rigore». Il risultato è che Orfeo Donatini, Sandro Schmid di Trento e Ivano Artioli di Ravenna rischiano di ritrovarsi deferiti ai probi viri, anche se il presiedente dell’AMPI in realtà lo nega. Gian Antonio Stella conclude scrivendo “….Sulle riforme si possono avere opinioni diverse. Anche molto diverse. E il «Corriere» ha dato spazio a tutte, comprese le più ostili. Assolutamente legittime. Mette malinconia però, vedere l’associazione dei partigiani imporre ai suoi la falange compatta…”.

boschi-maria-elena (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica) Un episodio emblematico per una Associazione che ha, o almeno dovrebbe avere, il culto della libertà. Ma la questione non finisce qui. Ad arroventare il clima ci si mette anche la Ministro Maria Elena Boschi ospite di Lucia Annunziata su RaiTre che dichiara, con una dose di ingenuità notevole, e se ingenuità non è allora con altrettanta notevole sconsideratezza, che i “Partigiani veri, quelli che hanno combattuto, voteranno sì a riforma”. Dimenticando che sono trascorsi 71 anni dalla fine della guerra e che, per questioni del tutto naturali, di partigiani combattenti ormai ve ne sono, purtroppo, pochini. 

 

nr. 20 anno XXI del 28 maggio 2016

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