NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Una rivoluzione francese made in Malo

Proposta: alla Casabianca di Malo e all'Istituto di storia e ricerche religiose di Vicenza, uno studio di Claudio Povolo

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Incisioni dell 800 - collezione Morandi - con due aspetti del contado ricco di Malo: La Casabianca e Casa Morandi

Chi fu l'uomo che pretendeva l'onore
(g. ar.) - Con grande fatica si esce da questa storia di soprusi e rivendicazioni, di popolo e aristocrazia, senza sentirsi accompagnati da una sensazione precisa: ma non è che a Malo nel corso del 500 si siano recitati i prodromi del vento rivoluzionario che prese il via dalla Bastiglia, ma 200 anni dopo? Difficile sfuggire a questa idea, anche se naturalmente Claudio Povolo analizza con minuzia una realtà geograficamente diversa. Eppure le analogie ideologiche, per così dire, ci sono. Nel momento in cui è cominciata la due giorni di Malo e Vicenza sul lavoro di Claudio Povolo dedicato al 500 veneto e maladense, un appuntamento che ha richiamato alla Casabianca una vera folla di studiosi e di studenti delle superiori, una cosa si è capita immediatamente: Bartolamio Pasqualin, uomo del popolo affrancatosi verso i vertici della società elitaria del suo tempo, è un esempio di come anche in regime di Serenissima ci fosse la necessità di far quadrare i conti tra diritti della gente e prevaricazione della classe aristocratica che deteneva mano a dirlo le leve economiche e di conseguenza quelle del potere. È una storia appassionante di una realtà e di rapporti, tra contado e città che sembra riscritta giusto oggi. Per noi.

Proposta: alla Casabianca di Malo e all'Istituto di storia e ricerche religiose di Vicenza, uno studio di Claudio Povolo
Uomini del contado e uomini di città nel Cinquecento: è il lavoro del prof. Povolo presentato a Malo alla Casabianca. È uno studio dei rapporti politici e sociali tra le città e i loro contadi nel Cinquecento. Studiosi di diversa provenienza hanno analizzato le relazioni della città di Vicenza con il suo territorio ed in particolare con Malo e il suo Vicariato, una giurisdizione che all'epoca riuniva sul piano politico-amministrativo le comunità limitrofe al capoluogo. Particolare attenzione per lo studio di biografie di uomini del contado che vissero nel corso del Cinquecento, emergendo sul piano sociale per la loro attività politica o economica. La scelta di Malo come sede non è casuale, in quanto è proprio in questo centro che si è conservato uno dei più ricchi ed interessanti archivi di tutta la provincia: carte, registri, documenti di diversa natura sono ancora esistenti, ad attestare la vivacità sociale e economica degli abitanti che vi vissero per secoli. Ad uno di questi, in particolare, il prof. Claudio Povolo dell'Università di Venezia ha dedicato il suo libro.
Il convegno, articolato tra Malo e Vicenza (Istituto di storia e ricerche religiose), è il primo di alcuni passi successivi. Gli altri sono: pubblicazione del libro su Bortolamio Pasqualin di Malo (editore Marsilio e Sempre In), collaborazione con l'istituto di storia (anteprima il prossimo febbraio), mostra dei documenti dell'archivio storico di Malo (tra marzo e aprile).
“L'uomo che pretendeva l'onore”, questo è il titolo del volume del prof. Povolo, che verrà dato alle stampe nei prossimi mesi; è la storia affascinante e straordinaria di Bortolamio Pasqualin, un uomo che visse per il corso di quasi tutto il Cinquecento, muovendosi tra Malo, la sua piccola patria, e Venezia, la grande città dominante. Dapprima mercante di seta e poi procuratore e difensore della comunità di Malo, Bortolamio Pasqualin rappresenta assai bene, con la sua lunga e densa biografia, le vicende sociali e politiche che caratterizzarono i rapporti tra il mondo rurale e quello cittadino. Un mondo, quest'ultimo, che, sin dall'acquisizione del territorio veneto da parte di Venezia, godeva di un'indubbia supremazia e di ampi privilegi.
Ci fu conflitto aperto e si svolse in particolar modo a Malo e dintorni, con un apice nel dicembre del 1552 quando scoppiò una sanguinosa rivolta, reazione alle prevaricazioni delle famiglie nobiliari che possedevano in quel territorio ville e proprietà. Il lungo conflitto raggiunse l'acme nel gennaio del 1577 con l'uccisione di Giovan Battista Pasqualin da parte di Girolamo Muzzan. Ma neppure la morte del figlio arrestò la determinazione di Bortolamio, il quale continuò quasi sino alla morte ad affiancare e sorreggere la rivendicazione della sua comunità. Un 1789 sui generis e... in largo anticipo.

Iniziative dedicate alla storia popolare
Non si può dire che Malo sia nuova ad iniziative di carattere culturale che possiedono tutte un filo conduttore: la valorizzazione della memoria storica e quindi della tradizione e delle radici. Il convegno di cui parliamo qui accanto ne è l'ennesima conferma. Il dipartimento Cultura del Comune ha del resto una mano prevalente in questo progetto che come noto non si distingue soltanto per iniziative come questa, ma ha svariato in diverse direzioni che hanno avuto come centro nevralgico la biblioteca e l'archivio storico. Non è un caso, anche, che proprio Malo sia la guida istituzionale di quella rete museale dell'Alto Vicentino che raccoglie in un'unica voce, da Valdagno e fino a Marostica, oltre una ventina di musei. Il libro di Povolo e il riversamento del convegno che lo ha riguardato anche su Vicenza. Vicenza nel senso di Giorgio Cracco e Istituto di storia e ricerche religiose. Vicenza in quanto leader della provincia in tutto questo, come in quasi tutto il resto, non ha purtroppo alcuna veste.

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