NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Palladio e il Cisa ad Istanbul

Quasi certo che in autunno il Centro allestirà una mostra dedicata al grande architetto nella capitale turca

di Giuseppe Brugnoli

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Brugnoli_palladio

Il "volo" mondiale di Andrea Palladio, dopo le grandi mostre in Gran Bretagna e in Spagna, e ora la serie di esposizioni in quattro città degli Stati Uniti, cominciando da New Jork, pare non debba concludersi nel nuovo mondo, ma raggiungere l'Asia, o almeno quella parte di Asia che sta cercando di diventare Europa, cioè la Turchia. Il presidente del Cisa, deputato europeo Amalia Sartori, ha annunciato in questi giorni che sono a buon punto le trattative con il governo turco perché la rassegna dei disegni originali di Andrea Palladio del RIBA di Londra, concluso il viaggio transatlantico negli Stati Uniti, al momento di ritornare in Europa sbarcherà ad Istanbul dove si sta approntando da parte dell'architetto Aldo Cibic, vicentino che ha casa e studio anche nella metropoli sul Bosforo, una sede di particolare prestigio per una mostra che si annuncia come un evento di carattere eccezionale.

Come sottolinea Amalia Sartori, che ha in corso importanti contatti con le autorità politiche turche e con gli esponenti della cultura del grande paese che sta disponendo le sue carte per entrare in Europa, la mostra dei disegni palladiani ad Istanbul dovrebbe avere un grande significato non solo artistico, dato che è la prima volta che  la ex capitale dell'impero ottomano, ma anche dell' impero romano d'Oriente, ospita l'esposizione di un grande architetto del Rinascimento italiano, ma anche politico, come segno di quanto la Turchia, che nella parte europea trova il più significativo stimolo per la sua richiesta di far parte dell'Unione, intenda con gesti concreti e non soltanto dimostrando il suo profondo desiderio, mettersi in condizione di veder accolta la sua richiesta. Entrando in Europa, la Turchia diventerebbe infatti da subito il Paese più popoloso dell'Unione, e se questo preoccupa anche nel nostro Paese più di qualcuno, anche a livello governativo, dagli spiriti e dalle coscienze più illuminate è visto come una favorevole occasione perché la Turchia sia veramente un "ponte" tra le civiltà, visto che necessariamente, entrando nell'Europa a pieno diritto, il paese di cultura mussulmana dovrebbe adottare principi che fanno parte della storia e della civiltà dell'Occidente, e quindi armonizzare le sue leggi e anche i suoi costumi con quelli in uso nella Comunità europea.

La grande mostra palladiana sulle rive del Bosforo dovrebbe dunque significare l'apertura della Turchia, in previsione e quasi in augurio per la sua entrata in Europa, ad una civiltà architettonica che ha caratterizzato non solo i grandi secoli della rinascenza italiana, ma che ha avuto importanti influenze sull'intero continente e prolunga la sua lezione oltre l'Atlantico. E nel luogo che per millenni importanti è stato ponte tra le civiltà dell'Oriente e dell'Occidente, e che per tante vicende ha avuto il rilievo di un punto d'incontro ma anche di scontro, ospitare un'esposizione che si riallaccia alla grande scuola architettonica che nasce in Grecia e che da Roma comincia la sua espansione in tutto il mondo significa anche riconoscere le comuni radici di una storia che trova proprio in Turchia grandi testimonianze delle diverse e scomparse civiltà elleniche ed ellenistiche.

Accanto al ponte che sul Bosforo di Istanbul allaccia non soltanto due rive ma anche due continenti, emerge in tutta la sua solare evidenza come anche la mostra dedicata ad Andrea Palladio sia quindi un ponte che unisce due civiltà, unite nel comune desiderio di contribuire al progresso civile e alla pace tra i popoli.


27 gennaio 2010

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