NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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L'antico maglio di Breganze

Un sito protoindustriale che racconta attraverso gli utensili che conserva la storia della lavorazione del ferro nel vicentino

di Giuseppe Bedin

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Maglio

Un luogo antico si trova a Breganze, annerito dalla fuliggine e grigio di cenere, abitato da secolari macchine e grandi ruote: il Maglio, una fucina del XVI secolo che ha saputo, grazie alla famiglia Tamiello che ne è proprietaria da generazioni, resistere al tempo e all'incuria.

Un sito protoindustriale, visitabile, che ci racconta, attraverso le macchine e gli utensili che conserva, la storia della lavorazione del ferro nel vicentino. Una testimonianza preziosa che l'Associazione Museo del Maglio, grazie al sostegno e contributo di enti associazioni e aziende del settore, ha raccolto in un libro- "L'Antico Maglio di Breganze: l'uomo, le macchine, gli attrezzi, i manufatti", presentato alcuni giorni fa a Breganze.



Un documento di particolare pregio

Un documento di particolare pregio, frutto di un lavoro di ricerca che si pone l'intento, come si legge nella premessa, «di descrivere il Maglio nel modo più semplice e piano possibile».

Descrivere un luogo, il Maglio, raccontare la storia di un uomo, il fabbro Angelo Giusto Tamiello, che di quella officina era padrone e custode, parlare della caparbietà di un figlio, Bruno Tamiello, per valorizzare e preservare la preziosa eredità lasciata dal genitore. Il lavoro si avvale di una pregevole documentazione iconografica, quasi un libro nel libro, che documenta la complessità del manufatto architettonico nelle singole parti che lo compongono e lo descrive nell'ambiente in cui è inserito. Particolare attenzione è stata posta alla fucina, ai manufatti, alle macchine e agli attrezzi presenti con la descrizione minuziosa delle singole parti meccaniche e la spiegazione del loro funzionamento.


Una accurata catalogazione

L'accurata opera di catalogazione fatta da Arianna Brazzale è di particolare importanza perché ci restituisce un pezzo di storia, in particolare la profonda interazione di questa attività manifatturiera con il mondo circostante.

«La schedatura», scrive la Brazzale, «è fatta per modalità: tipologia o famiglia di strumenti e per campioni, e fa riferimento agli attrezzi mobili, cioè al patrimonio di strumenti di lavoro (prodotti dal e usati nel maglio). Prima di inventariarli, sono stati identificati i processi di lavorazione: riscaldamento, formatura, lavorazione al maglio, lavorazione all'incudine, rifinitura, affilatura; ogni attrezzo a seconda dell'utilizzo specifico è stato collocato all'interno di questi processi e inserito in apposite schede. Oltre al nome italiano è stata riportata la terminologia dialettale, il peso, e il numero d'inventario».


I disegni di Franco Mastrovita

I disegni di Franco Mastrovita, curati nei dettagli, arricchiti da spiegazioni e particolari, sono il cuore del libro. Essi ci restituiscono la forza viva di questa forgia, ci raccontano dell'abilità del fabbro nel forgiare i diversi attrezzi. Le tavole illustrano nei dettagli le diverse fasi di lavorazione di vanghe, roncole, scuri, zappe e bidenti. La nota storica curata dall'Associazione Museo del Maglio permette di capire l'importanza di questo manufatto nel contesto breganzese. Lo scritto di Carmen Rossi restituisce le atmosfere e la magia della fucina, del lavoro del fabbro che piega i metalli con la forza del fuoco. A completare il libro le note biografiche su Angelo Giusto Tamiello, ultimo artigiano del Maglio, e la presentazione dell'archivio Tamiello, ad opera di Umberto Simonato.


nr. 4/15 - del 3 febbraio 2010

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