NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Bonizza Modolo in mostra a Venezia

Etimologie è il titolo dell’esposizione della pittrice vicentina allestita all’istituto Romeno di cultura e ricerca umanistica

di Resy Amaglio
resy.amaglio@fastwebnet.it

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Bonizza Modolo in mostra a Venezia

I neri, i grigi, i rossi, uno stralcio d'azzurro e qualcosa di giallo nell'atmosfera lattiginosa: e, tra gesto e segno, le velature, a scioglierne il peso e legare gli spazi: sono questi gli intrecci che tessono l'emozione pittorica di Bonizza Modolo. La pittrice vicentina espone a Venezia, presso l'Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica, un congruo numero di opere recenti con il titolo di Etimologie, per la cura di Francesca Brandes.

Anche in queste creazioni, datate soprattutto al 2009, permane un filo conduttore di senso drammatico e fortemente introspettivo, proiettato nel gesto indagatore, che anticipa il percorso severo dei cromatismi. La gamma cromatica è infatti limitata, essenziale, affinché meglio si radichino in tale povertà del mezzo gli etimi che danno il titolo alla rassegna e che dall'antitesi iniziale tra ragione e sentimento sono oggi evidenziati piuttosto in una maggiore fluidità dei ritmi e nella più accorta gestione delle articolazioni spaziali.

A fondamento dell'operare artistico della Modolo si pone una visione sofferta del nostro tempo, di una realtà frammentaria e connotata di contraddizioni; di essa l'autrice coglie, insieme, i gravami e la transitorietà, lasciando emergere sulla tela, sorta di palcoscenico esistenziale, grandi scie scure, che attraversano il luogo deputato del quadro spesso in maniera discontinua, aprendosi a brevi interventi cromatici, a solchi di luce chiarissima, o al dipanarsi veloce di graffiti nervosi.

Altrove domina invece il gioco di cromie appannate da veli. Volutamente opacizzati, stesi a strappo o sospesi in prospettive mutevoli, si affiancano e alternano su fondali nebulosi i pochi colori di un repertorio rigorosamente controllato e scarno, dalle sonorità insistentemente smorzate. Ecco allora le molte Variazioni, i Dialoghi, la criptica Emergenza, il Memoriale, brani pittorici complicati dal fugace apparire di venature luminose in rapida dissolvenza, oppure da abbozzi di forme, il foglio, il lacerto segnico, simili a moduli tematici carpiti a un segreto libro di memorie. Attraverso queste presenze fantomatiche e allusive si profilano nella Modolo i simboli di una costante analisi del proprio vissuto, a testimoniarne la consapevolezza, non disgiunta però dalla percezione dell'indicibile alterità delle cose, precaria eppure urgente perché ineludibile.

Sin dal suo esordio la pittrice, che è anche grafico di consolidata storia, ha caratterizzato la propria espressività secondando criteri linguistici risalenti all'espressionismo astratto, riveduti alla luce del presente, ma sempre sul filo di una personale tensione interiore partecipe di problematiche e lacerazioni collettive: la parte sta per il tutto, riflesso in ogni frammento.

L'impronta di derivazione espressionista non rappresenta pertanto una soluzione esclusivamente formale, non un criterio operativo, quanto piuttosto un modo di essere, di sentire e rappresentare ombre e luci del proprio stato d'animo, a specchio di una condizione generale.

Questa pittura pervasa da sottili inquietudini e non aliena da qualche dissonanza, nasconde tra le asperità cromatiche e l'imperativo gestuale impensate delicatezze. Disarmata da facili astuzie lessicali, essa offre scopertamente alla lettura pregi e incertezze, al modo di un ideale pentagramma sul quale l'autrice vada tracciando nel tempo le note di una composizione costruita con determinazione e senza timori di effetti disarmonici, possibilista e in continua evoluzione.

La mostra è aperta fino al 27 marzo.

nr. 10 anno XV del 20 marzo 2010

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