NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Ipab: l'amministrazione comunale e il commissario sapevano tutto

Il Comitato familiari spiega la propria posizione critica nei confronti dell'Ente e della amministrazione comunale attuale e passata, dopo i fatti registrati al Salvi. Intanto intervengono anche sindacati

di Luca Faietti
faiettil@tvavicenza.it

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Ipab: l'amministrazione comunale e il commissario

«Ci sono problemi di struttura (sia al Salvi, che al Trento vi sono edifici vecchi e malandati, del 1600 su cui non si è mai intervenuti), ci sono problemi di personale con molte persone che hanno chiesto il cambiamento di mansioni, poco turn over, mancata sostituzione in caso di malattia, problemi di conduzione. L'IPAB avrà bisogno di anni per uscire da una situazione così difficile, in cui la programmazione sia portata avanti con piglio manageriale, senza incertezze e con molto coraggio nelle decisioni». In questo modo la politica vicentina con distinguo di vario tipo a seconda del colore politico, analizzava la situazione che si è venuta a creare all'Ipab di Vicenza negli ultimi tempi, dopo che con una e-mail al nostro settimanale, la figlia di una anziana ospite aveva denunciato lo stato di grande difficoltà nell'assistenza da parte dei pur validi operatori interni. Diciasette giorni senza lavare la propria madre: basta solo questo dato a far rabbrividire e a far scatenare il dibattito politico su una situazione al limite della decenza. Dopo tante voci scendono ora in campo sulla questione i familiari attraverso il loro presidente Maurizio Chimento, la Cisl, con il segretario FP Renato Riva e l'ex presidente dell'Ipab Gerardo Meridio.

«Le do due o tre dati così vede che è successo -ci spiega deciso Maurizio Chimento- Il comitato familiari esiste dal 2003, e mensilmente ci riuniamo e redigiamo i verbali. Se andiamo a vedere nel tempo, queste cose sono note. I verbali li abbiamo dati a Giuliari già tempo fa e continuiamo ad investirlo delle problematiche, ne avevamo parlato con Variati, ed abbiamo fotocopiato i verbali del 2009 portandoli poi alla attenzione della quinta  commissione presieduta da Rolando e prima di Natale quando il Commissario Tiziano Zenere ci ha voluto conoscere, pur senza fare polemiche, gli abbiamo segnalato nel dettaglio quello che stava succedendo. Quello che è avvenuto adesso, con la denuncia della familiare che avete riportato, si può ripetere ogni tanto, ma è una situazione che non si può né si deve estendere a tutti i 580 ospiti presenti nella Istituzione. Ad agosto 2009 era già successo un episodio grave al Reparto 7 che per vari motivi legato a ferie e malattie, si era trovato in una situazione di carenza assoluta di personale, per cui vi era stata una situazione limite anche per gli ospiti. Per non parlare poi dei pasti, anche ora, se ci sono pochi operatori possono essere serviti freddi».

Ma al di là delle considerazioni temporali e di eventuale colore politico, sono situazioni che vanno accettate con fatalità o che vanno affrontate perché siano risolte?

«Bisognerebbe lavorare affinché non succeda più, sono problemi che si trascinano nel tempo: ci hanno sempre surclassati, come familiari, ed anche ora non è che ci considerino più di tanto; poi a volte vi sono dei familiari che hanno interessato direttamente i politici di Vicenza per risolvere le loro problematiche. Bisogna fare attenzione a non cadere nella trappola delle strumentalizzazioni».

Oggi può affermare che la situazione sia diversa dal passato? Gli ospiti stanno meglio?

«La situazione di adesso non è diversa da quella del passato. Periodicamente o perché c'è un bilancio da sanare o perché c'è l'inflazione e ci sono gli aumenti, o per chissà quale altro motivo, non c'è una qualità che aumenta. Nei nostri verbali denunciamo delle disfunzioni che succedono nei vari raparti. Il personale è quello che a livello di tabella i dirigenti ci dicono che la Regione ha previsto. Né più né meno. Due ospiti e mezzo per ogni operatore. L'ente afferma che ci sono più operatori di quelli previsti a disposizione, 2 ospiti per ogni operatore, più operatori che lo standard, dunque».

E come mai allora vi sono casi in cui l'ospite non viene lavato ogni 17 giorni?

«Il problema è che non tutti gli operatori possono svolgere le mansioni nello stesso modo. Avendo lavorato in sistemi non consoni si sono rotti fisicamente. A 50 anni non riescono più ad alzare l'ospite, ad esempio. Poi bisogna tenere nel giusto conto la tipologia di ambiente in cui si lavora. Le passate amministrazioni non sono state molto lungimiranti. Si è sempre "aggiustato" sulla emergenza momentanea in ambienti vetusti, reparti con 24 ospiti hanno una mole di lavoro molto più alta di chi, per farle un esempio, lavora in reparti nuovi. Se c'è una porta che non si può aprire perché vi sono dei vincoli, ciò comporta più fatica di dove invece c'è una struttura nuova che permette minor fatica. A livello strutturale non ci sono le possibilità per operare al meglio. Vedi il Reparto 7: basta vedere come lavorano gli operatori: hanno delle difficoltà a muoversi nello stabile del 1600».

Ma con l'amministrazione comunale come vi state muovendo?

«Questa settimana ci incontriamo con l'assessore al sociale Giuliari per fare il punto della situazione. Il Comune stesso  interviene direttamente con le rette per alcuni ospiti che non ce la fanno. Dunque quello che diciamo noi è che il Comune come entità ha due posizioni distinte. Da ente che deve fare il bene della comunità e poi come se fosse "familiare" visto che ha degli ospiti dentro».

Non vi dà fastidio dovervi muovere sempre sul filo della politica?

«Speriamo che la nostra voce sia ascoltata. Mi dispiace che si sia detto che non si sapeva della situazione, come hanno fatto Rucco ed altri: o non si leggevano i verbali, o forse si ascoltava solo quello che conveniva».

E col nuovo Commissario che rapporti avete? Dite voi stessi che comunque le cose non sono cambiate nemmeno ora con Zenere e con la amministrazione di centrosinistra.

«Siamo su posizioni diverse da quelle del Commissario. Lui è lì per sanare. Credevamo però che forse non avrebbe fatto aumenti e che fosse il nuovo CdA a dover prendere eventualmente provvedimenti. Zenere doveva solo traghettare l'Ente verso un nuovo CdA. Nel 2009 abbiamo registrato un aumento del 3,4 per cento delle rette, anche se l'inflazione è stata dello 0,7. Mi  torneranno i soldi in più che abbiamo pagato? Ora un altro 1,5 per cento perché si dice, è l'inflazione programmata e non reale, ma non ci stiamo dentro».

Che chiederete a Giuliari?

«Punti forti: deve aumentare la qualità del servizio sennò non è nemmeno giusto chiedere aumenti delle rette, anche se non è solo una questione economica. Bisogna intervenire per sanare le problematiche dell'Ente, non è che si risolve tutto in pochi giorni, ma con l'aumento che la Regione dà per supportare le famiglie in un momento di crisi si sperava fosse calmierato almeno il discorso delle rette. Non è successo».

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