1) avvicinamento a casa Piotto; 2) inizio della trattativa con i tedeschi; 3) un tedesco si lascia disarmare, ma un altro comincia a fuggire nel campo posto a nord della stradina Piotto; 4) pochi istanti dopo risuonano alcuni colpi di pistola, uno dei quali raggiunge Masaccio alla schiena e altri tre feriscono l'interprete Hannig ai piedi; 5) redarguito da Hannig Andretta riconosce di aver sparato senza motivo, ma non si mostra per nulla pentito di quel che ha fatto; 6) mentre si allontana in bicicletta per recarsi all'ospedale di Mottinello, Hannig sente risuonare nell'aria una raffica di arma automatica; 7) Hannig denuncia lo spostamento del cadavere di Masaccio dal luogo dove era effettivamente caduto.
Anche i giudici di Treviso non credettero alla versione molto dettagliata di Hannig e sposarono la tesi dell'incidente, mettendo sullo stesso piano la precisa deposizione del tedesco con le fantasiose ricostruzioni di Andretta e Crestani.
La versione Hannig venne però confermata dall'avv. Pietro Monico, che all'inizio del 1946 svolse personalmente alcune indagini sul luogo del delitto, su incarico degli amici di Masaccio. Alla fine di maggio Andretta venne arrestato. Fu detenuto a Treviso e messo a disposizione della Corte d'Assise straordinaria di quella città. Ma Egidio Ceccato, l'autore del libro "La morte del comandante partigiano "Masaccio": delitto senza castigo" (Centro Studi Ettore Luccini) non è mai riuscito a leggere il fascicolo dell'istruttoria e i giornali del tempo parlavano dei processi contro i fascisti, ma non di quelli contro i partigiani. Inutilmente gli amici di Masaccio si batterono per l'accertamento della verità, che non si doveva conoscere. L'avvocato di Andretta, il comunista Alberto Mario Possum, definiva "panzane" la ricostruzione dei fatti del tedesco Hannig e sosteneva la tesi del suo assistito: «I tedeschi sparavano di fianco e alle spalle del gruppo dei partigiani: qualche pallottola tirata bassa, sfiorò ai piedi il tedesco Hannig e colpì purtroppo Masaccio poco discosto». L'avvocato Monico accusò invece gli amici di Masaccio. Il tutto per non screditare la Resistenza dei partigiani di Castelfranco Veneto. Toni Andretta fu prosciolto in istruttoria con formula dubitativa, per insufficienza di prove.
nr. 11 anno XV del 27 marzo 2010