NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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La mostra ispirata dalla Bibbia

Allestita alla Vigna la mostra “Ospitare gli angeli”. Quattordici artisti si sono espressi sul tema dell’accoglienza

di Pietro Omerini Zanella
pedro-zanna@hotmail.it

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ceramiche

Henry Miller ha scritto: «L'arte non insegna niente, se non il senso della vita». La mostra "Ospitare gli angeli" dall'8 maggio fino al 6 giugno a Palazzo Brusarosco, Gallo, Zaccaria (Contrà Santa Croce 3) è, dunque, una ottima occasione per non imparare nulla e sentirsi più ricchi nello spirito.

Quattordici gli artisti coinvolti che con maestria presentano la loro arte per la prima mostra legata al festival Biblico.

L'iniziativa è l'ultimo tassello, solo per ordine cronologico, della collaborazione tra il Festival, il museo della ceramica di Nove e la biblioteca la Vigna.

Curiose, poetiche, a volte enigmatiche, le opere esposte, sono il frutto visibile di una ricerca preziosa di forme e tecniche, ma anche di concetto.

Il tema scelto è quello dell'accoglienza, di se stessi e degli altri, perché, cita la bibbia, «...Alcuni, senza saperlo, ospiteranno gli angeli» (Ebrei 13,12).

Un soggetto alto, assolutamente contemporaneo, sviluppato da molti degli artisti partendo proprio da episodi biblici, con l'ausilio, là dove richiesto, di Don Dario Vivian che ha fornito alcuni spunti di riflessione ai partecipanti.

Così ecco "l'annunciazione" di Lino Agnini, opera in maiolica colorata e terracotta, momento principe di incontro e accoglienza dell'uomo, meglio della donna, e Dio.

La sacralità dell'accoglienza, il rapporto tra Uomo e Spirito, emerge anche in modo chiaro e spontaneo, nelle sfere in terraglia tenera di Floriano Gheno, opera titolata per l'appunto "Alterità divina e umana".

Non si scambi, tuttavia, la mostra per un percorso spirituale aperto a pochi, colti e preparati, quello allestito è più che altro un insieme di spunti di riflessione, talvolta anche sociale, eseguito da artisti più o meno noti.

La riflessione giunge, talvolta, alla critica, come nel caso della porcellana presentata da Giuseppe Lucietti: "Ecco la mia vita, ogni ruga un dolore", rappresentante l'accoglienza di se stessi, certo,

ma anche un raffinato punto esclamativo verso la cultura dell'immagine dei lifting e del botulino.

Richiamo d'obbligo anche verso l'accoglienza del diverso inteso come straniero, evidente in particolare nelle opere di bruno Lucchi, in cui l'accostamento di colori scuri e chiari, ricorda da vicino il tipico schema di una campagna antirazzismo o, banalizzando, una famosa pubblicità di una marca di biscotti.

A margine, lasciate fuori dalla mostra ma esposte con lo scopo di accogliere il visitatore, nel giardino e lungo il cammino che porta alle sale allestite, le installazioni di Margherita Michelazzo, artista vicentina che alla ceramica preferisce l'acciaio cor-ten, metallo che fa della ruggine la sua prima protezione. All'installazione "Le lune di Galileo", visibile per tutto il 2010 nel giardino della Biblioteca la Vigna, l'artista ha aggiunto altre tre opere, anch'esse sul tema dell'ospitalità, proprio in occasione della mostra.

L'arte sarà anche tutta inutile, come scrisse Oscar Wilde nel "ritratto di Dorian Gray", ma la mostra "Ospitare gli angeli" puo' essere un ottimo tuffo nella raffinatezza del pleonastico o un buon modo per spendere il proprio pomeriggio, del resto, si sa, niente è più utile del superfluo.

 

nr. 18 anno XV del 15 maggio 2010

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