NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

L’attività di un medico letterato
che fu anche “poeta della gioia”

La presentazione di un libro dedicato a Girolamo Selmo a Monticello Conte Otto ha offerto l’opportunità di delineare un quadro storico e sociale che da fine ‘800 va al secondo dopoguerra

di Mario Bagnara
mario.bagnara@fastwebnet.it

facebookStampa la pagina invia la pagina

L’attività di un medico letterato che fu anche “po

Professione medica e attività letteraria, poetica in particolare, è un abbinamento che si riscontra con una certa frequenza. Probabilmente Dante stesso ne ha dato l'ispirazione, quando nel 1295, per poter iniziare la carriera politica, in applicazione degli Ordinamenti di Giustizia di Giano della Bella, fra le varie corporazioni d'arti e mestieri scelse quella dei Medici e degli Speziali, senza avere alcuna specifica competenza in materia.

È una constatazione che viene spontanea dalla lettura del corposo volume (350 pp.), appena edito dalla Cooperativa Tipografica Operai, Girolamo Selmo. Medico innovatore e poeta della gioia di Lucio Presi e Mariano Illetterati del Gruppo Storico di Monticello Conte Otto.

La monografia si presta a diversi piani di analisi, ma la prima caratteristica che balza evidente fin dalla copertina sono i ricorrenti passi poetici, vere e proprie incastonature preziose che, al di là del loro valore documentario, rendono viva e palpitante la ricostruzione biografica dell'amato medico la quale, frutto di una diligente e appassionata ricerca in archivi storici, anagrafici e parrocchiali di quattro Comuni vicentini, nonché in quelli del Seminario, della Curia Vescovile, dell'Ordine dei Medici di Vicenza e dell'Università di Padova, potrebbe altrimenti suscitare un'impressione di aridità scientifica. E il tessuto connettivo poetico il cui tono pervade anche le testimonianze in prosa, in particolare i discorsi celebrativi, insieme con le numerose e suggestive immagini dell'elegante apparato fotografico d'epoca, fanno rivivere simpaticamente la figura indimenticabile del medico/scrittore.

Poesia di occasione, di molteplici e varie ricorrenze, potrebbe essere definita quella di Girolamo Selmo, ma sempre profondamente ispirata ed espressione di un'anima ricca di valori umani e spirituali la quale spontaneamente, nelle varie circostanze, più liete che dolorose, si fa interprete, autentico "uomo di popolo", anche dei sentimenti che altri, pur provandoli intensamente, non riuscirebbero a comunicare.

E su questo modo di concepire e praticare la poesia da parte del dott. Selmo, quasi "un aedo" che, pur "migrante", per motivi di servizio, in varie località della provincia vicentina, non dimentica mai il paese natale di Montorso, sempre pronto a farvi ritorno, per celebrare poeticamente gli eventi più gioiosi, vengono spontanei i riferimenti alla prosa Il Fanciullino di Giovanni Pascoli, soprattutto là dove afferma: «Il poeta, se e quando è veramente poeta, cioè tale che significhi solo ciò che il fanciullo detta dentro, riesce perciò ispiratore di buoni e civili costumi, d'amor patrio e familiare e umano».

 

"Poeta della gioia"

Intesa così, appare come poesia tutta la ricca esperienza esistenziale di Girolamo Selmo, autentico "poeta della gioia" che gli autori, dopo averlo accompagnato nella sua crescita a Montorso e nella sua formazione in Seminario e all'Università di Padova, son riusciti a delineare amorevolmente nei suoi ruoli di medico e quindi di ufficiale sanitario a Tonezza, a Monticello Conte Otto e nelle altre località delle successive supplenze, di marito e padre sempre premuroso, anche se sfortunato (per la perdita prematura della moglie e di due figlie), e di coinvolgente animatore della vita sociale, sensibile e generoso confidente di quanti potevano aver bisogno del suo aiuto. Di questa sua generosa dedizione agli altri questo volume è certamente una testimonianza autorevole, ma proprio per questo si presenta anche come un amorevole tributo di gratitudine che i familiari, in primis la figlia Sofia, hanno inteso rivolgergli insieme con le varie comunità, soprattutto quella di Monticello Conte Otto in cui la sua azione ha lasciato segni indelebili.

 

"Cuore di apostolo, animo di poeta"

"Cuore di apostolo, animo di poeta" quindi, come giustamente lo definiva G. Gasparotto in un articolo de "Il Giornale di Vicenza" in occasione del suo 90° compleanno. Fra gli interessi poetici, dominante fu il suo amore per la natura, avvertito già nella contemplazione del paesaggio di Montorso e coltivato poi sempre intensamente, avendo come ispiratore anche Giacomo Zanella di cui ebbe la fortuna, a Cavazzale, di essere, benché dopo 15 anni dalla morte, ammirato concittadino. Tra i vari passi riportati, particolarmente intenso è il suo sentimento idillico nel sonetto dedicato a Caltrano: «Non v'è cielo più terso sorridente/ del cielo che risplende su Caltrano,/ né v'è un aere più puro che alla mente/ doni il risveglio e serbi il corpo sano./ Ampia si stende e sì profondamente/ la sua valle che incanta ogni occhio umano», anche se osserva subito dopo: «Siam nella valle dell'industria ardita». Un aspetto poetico che l'affezionato nipote Silvano in una commovente testimonianza ancor oggi ama rievocare: «Salivamo da Caltrano su per le scalette...Ci si sedeva all'ombra di un cipresso centenario, che mio nonno amava particolarmente per il suo vigore e il suo svettare in alto, verde e frondoso, quasi gareggiando all'insù con il campanile», davvero, come aggiunge poi riportando un ricorrente paragone del tenero nonno, «una sentinella posta a guardia del passaggio, che dall'alto del monte, attraverso Camisino, porta a Caltrano». Nessuna meraviglia quindi, se nel 1951, quando il medico abbandona Caltrano dopo dodici anni di permanenza, per trasferirsi nella "villetta graziosa a due piani" che si è nel frattempo costruito nell'immediata periferia di Thiene, le autorità e gli amici gli donano due pini delle montagne di Caltrano da piantare nel giardino, «perché il Dottore possa nella longevità... assidersi poeticamente all'ombra di essi». E questo ricordo documentato di Caltrano, nei due affezionati autori di Monticello Conte Otto, suscita un certo rammarico per non essere riusciti, per ora, a trovare testimonianze del commiato sicuramente solenne, tributatogli anche dai loro predecessori dopo "ben 36 anni di lavoro e di presenza pubblica" nel loro Comune.

 

Il quadro storico e sociale: da fine ‘800 al secondo dopoguerra

Poeta quindi e testimone, nella sua lunga esistenza di ben 94 anni (30.11.1869-12.03.1963), di un periodo storico che va dalla fine dell'Ottocento e giunge fino al secondo dopoguerra avanzato, comprendente quindi, oltre alle dolorose esperienze coloniali dell'impresa libica che colpirono duramente anche Monticello Conte Otto e quindi il suo medico condotto, ben due devastanti guerre mondiali. In tale contesto trovano ampia giustificazione le rigorose premesse storiche, supportate dall'accurata bibliografia finale, su Montorso, Tonezza, Monticello Conte Otto, Caltrano e Thiene che costituiscono lo spazio nel quale è racchiusa l'appassionante biografia di Girolamo Selmo.

Particolare attenzione viene rivolta ai problemi sanitari per i quali è illuminato, tenace e talora eroico l'impegno del dott. Selmo, soprattutto per scongiurare il pericolo della pellagra e debellare la "spagnola" e il vaiolo, anche risolvendo il problema del risanamento dell'acqua potabile mediante la costruzione di pozzi d'acqua non inquinata, in perfetta sinergia con l'amico parroco don Luigi Mattiello, ex compagno di Seminario.

Dal punto di vista sociale poi, le puntuali annotazioni che gli autori propongono sulle vicende del canapificio "Giuseppe Roi" di Cavazzale e sulla figura e le opere umanitarie del benemerito fondatore/mecenate (salutato ufficialmente proprio dal dott. Selmo durante i funerali nel Duomo di Vicenza il 7 dicembre 1926 con un «Vale, o grande cittadino, per tutto il bene che hai fatto nel mondo, e a noi in particolare, pel tuo amore, pel nostro amore e sii benedetto»), dopo la recente scomparsa dell'ultimo erede della famiglia, il marchese Giuseppe (Boso per gli amici) Roi, assumono un significato storico di profonda suggestione.

 

nr. 19 anno XV del 22 maggio 2010

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar