NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Il messaggio artistico
di un austriaco di Linz

La scomparsa di Aldemar Schiffkorn, grande amico e comecenate per gli artisti del suo paese venuti a conoscere la Casabianca di Malo, viene celebrata da Giobatta Meneguzzo con una pubblicazione speciale e un incontro tra amici. Più di vent’anni in cui si è dimostrato che pubblico e privato possono ben convivere anche nell’arte

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Il messaggio artistico di un austriaco di Linz

(g.ar.) - Forse Aldemar Schiffkorn, austriaco di Linz, è uno dei pochissimi personaggi approdati, transitati e più volte ritornati alla Casabianca di Malo, pur non occupando in pieno una posizione di grande notorietà nel contesto dell'arte grafica internazionale moderna. Ma la prerogativa di Schiffkorn oltrepassava quella dell'esperto o dell'artista, e affondava invece le sue radici forse più interessanti nella sua stessa professione che era quella di alto funzionario dello stato federale della Ober Osterreich, la parte più settentrionale dell'Austria, all'incrocio formato dal confine con la Baviera e la Repubblica ceca. Nella sua qualità di alto funzionario del Land di Linz, la Stiria, Aldemar Schiffkorn ha creato un rapporto di grande interesse con gli artisti italiani e con tutto il mondo che gravita attorno alla Casabianca, favorendo la conoscenza diretta di tanti artisti austriaci che nell'arco di oltre vent'anni sono diventati grandi amici.

Un rapporto profondo nel quale Schiffkorn ha recitato assieme a Giobatta Meneguzzo un ruolo molto prossimo al mecenatismo puro, favorendo attraverso quello che la legge permetteva e permette, varie iniziative che si sono sempre svolte con la massima soddisfazione di tutti. Ora che Aldemar Schiffkorn se n'è andato, Giobatta Meneguzzo lo ricorda con affettuosa intensità e ne traccia il lavoro e la vicinanza continua all'Italia e soprattutto a Malo. Gli ha dedicato l'ultimo dei suoi Fogli Dodici oltre ad una presentazione in piena regola che si è tenuta alla Casabianca con l'allestimento dello spazio dei granai tutto dedicato all'amico austriaco. Quasi un'ironia, quella di pensare al prossimo anniversario della Strafexpedition, lugubre ricordo di una guerra che proprio nel Vicentino ha avuto uno dei momenti più terribili. L'ironia è tutta racchiusa in questo stridente contrasto tra le trincee di allora, i milioni di morti, il dolore immenso che dilaniò tutta l'Europa, e invece la vicinanza di oggi, quell'amicizia che sembra per fortuna contraddire in termini tutto quel che è stato. Sotto questo profilo, Schiffkorn e Meneguzzo hanno stabilito e coltivato nel tempo un messaggio che è un punto di riferimento davvero unico. Arte e cultura, storia e amicizia, vi si intrecciano come ad indicare una via da percorrere ancora e sempre più con la massima convinzione.

 

A Malo rimane ben viva la Domus Artium

 

A Malo rimane la Domus Artium - l'atelier degli artisti austriaci- nonché l'opera di Georg Stifter ai piedi del Montecio, dal titolo da lui coniato: Concordia. Così si perpetua la vicinanza ad un personaggio che dalla sua Linz ha manifestato a Malo, alla Casabianca e a Giobatta Meneguzzo, un'amicizia a prova di tempo.

Aldemar Schiffkorn lascia in questo modo un segno indelebile attorno e dentro Malo, attorno e dentro la Casabianca di Giobatta Meneguzzo, che negli anni ha maturato una grande amicizia ed un grande rispetto verso quest'uomo che pure esercitando una professione che qui da noi non è proprio sempre benedetta, quella di dipendente pubblico di primo livello, ha interpretato nel modo più corretto e creativo un rapporto da subito diventato di grande stimolo e ricerca per entrambe le parti.

Oltre a Fogli Dodici, il particolare opuscolo della collana Esercizi di Comunicazione edita dalla Casabianca a testimonianza dei personaggi di Cultura che sono stati vicini al museo e agli amici della Casabianca, Schiffkorn viene ora ricordato direttamente nel museo, nello spazio degli ex granai, cioè l'area polivalente delle attività temporanee. È uno spazio ora lasciato vuoto, dismesso e libero da qualsiasi riferimento, con tendaggi mezzi accostati e afflosciati, dove si è voluto creare un luogo tra il metafisico e ... altro.

Tanto le strutture verticali quanto quelle a pavimento che denotano un tempo appena trascorso, dove alcuni assemblaggi tridimensionali rappresentano un'installazione che può essere interpretata, sia per una possibile mostra in divenire, che per una mostra appena conclusa. Il tutto sta come una opera in sospensione, ambigua tra passato e presente, tra una cosa viva e qualcosa che si abbandona.

È l'omaggio personale di Giobatta Meneguzzo ad Aldemar Schiffkorn: «Aldemar Schiffkorn rappresenta per me la Funzione Pubblica -dice Meneguzzo- e cioè il ruolo istituzionale di promozione dell'arte. Aldemar ha sempre considerato gli artisti come "soggetti produttivi", persone che nel lavoro di creatività artistica incarnano quello della rappresentazione sociale. Nel suo ruolo di alto funzionario pubblico, portato avanti nella sua vita con autorevolezza e sensibilità, gli riconosciamo la capacità di riuscire a concentrare in sé e a trasmettere agli altri tali principi. Nel nostro incontro (il primo risale al 1990) e così anche nei successivi, si è creata quell'intesa reciproca che partiva dalla mia concezione di privato arrivando fino alla sua di servizio pubblico, nel mondo dell'Arte».

Ora che non c'è più a rappresentare quella autorità di funzionario illuminato, ereditata dalla tradizione asburgica che i veneti hanno avuto modo di conoscere direttamente, «mi domando chi potrà sostituirlo, continuandone il lavoro con la stessa efficacia». Aldemar Schiffkorn amava l'Italia e amava la cucina italiana con i suoi prodotti, che portava a Linz costantemente; proprio per questo amore verso l'Italia ha voluto che i suoi artisti mitteleuropei andassero a cercare ispirazione a Malo e a Paliano sui Colli Romani. «Molti reciproci riconoscimenti si sono incrociati tra noi in questi vent'anni di frequentazione, a testimoniare la reciproca stima. Aldemar Schiffkorn ha rappresentato un solido e tangibile "filo conduttore" al quale -conclude Meneguzzo- faremo riferimento per confrontarci in Europa».

 

nr. 23 anno XV del 19 giugno 2010

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