NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Difenderemo l’acqua, insieme

Trova consenso trasversale la strategia di tutela della falda vicentina. Vie le discariche dalle zone di ricarica e bonifica dei siti

di Tommaso Quaggio

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Difenderemo l’acqua, insieme

Palazzo Nievo alza gli scudi sull'acqua. La recente approvazione del Ptcp (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) da parte del consiglio provinciale mette sul piatto una nuova strategia a tutela della falda vicentina impegnandosi a tutelare questo prezioso patrimonio, che non solo disseta Vicenza, ma anche buona parte del padovano, con due emendamenti che sono stati approvati all'unanimità e proposti dal consigliere di minoranza del PD Matteo Quero. Nello specifico la chiusura delle discariche autorizzate nella zona di ricarica delle falde acquifere e la bonifica di questi siti definiti tecnicamente «degradati» e che si trovano in prevalenza a nord della falda acquifera. Una delle caratteristiche principali dell'acqua che sgorga dai rubinetti della città dalla grande falda vicentina è la sua purezza. Una qualità che la rende una delle poche a non essere clorata. Una virtù che però rischia di essere compromessa per delle scelte fatte nel passato che incombono proprio sul futuro di questa preziosissima risorsa che non per nulla è chiamata anche «l'oro blu». Nel periodo antecedente ai primi anni '80 infatti era diventata quasi un'abitudine creare e chiudere discariche a cielo aperto, con pochissimi controlli, che venivano semplicemente chiamati «siti degradati». Uno dei problemi però è che queste zone di stoccaggio, la maggior parte realizzati senza le adeguate misure di sicurezza, sono state realizzate e nella zona pedemontana dell'Alto Vicentino a ridosso delle zone di ricarica della falda acquifera, e di queste l'ufficio ambiente della Provincia di Vicenza ne ha individuate una moltitudine di cui le più pericolose sono 20. Da qui la presa di posizione del consigliere del PD Quero che ha fatto introdurre nel Ptcp due emendamenti che hanno inserito nel piano territoriale due novità: la prima l'indirizzo di chiudere e bonificare, di concerto con le amministrazioni comunali interessate le discariche nella zona della falda entro il loro esaurimento, ma soprattutto di non concedere più nuove autorizzazioni. In secondo luogo l'intenzione di bonificare le aree interessate da queste discariche.

«Sulla tutela dell'acqua abbiamo compiuto un passo avanti strategico - commenta Quero - Con il voto sui due ordini del giorno presentati dal Partito Democratico, e che sono stati approvati all'unanimità da tutte le forze politiche, si comprende che non è stata solamente data un'indicazione precisa per alcuni siti della nostra provincia. È stato fatto qualcosa di più. È stato fissato uno standard, un criterio, che varrà per il futuro. Si è ribadito che l'acqua è un patrimonio della collettività e che la tutela della falda è una scelta senza alternative. Il voto che è stato dato appare ancora più importante se si considera come la tutela dell'acqua, il risparmio del suo consumo e la garanzia della sua qualità, siano ormai diventate una priorità a livello europeo. Quando in gioco c'è il futuro di un bene così prezioso, le divisioni di schieramento sono fuori luogo. «L'auspicio - prosegue il consigliere del PD - è che a questo primo passo ne seguano altri. In primo luogo, auspico che il consiglio approvi al più presto l'ordine del giorno presentato dal collega Ugo Retis, in cui si chiede di impegnare la Provincia a tutelare l'acqua come patrimonio dell'umanità e l'accesso al servizio idrico come un diritto umano fondamentale. E poi c'è un quadro più generale da tener presente. Oggi i gestori della rete idrica e le autorità d'ambito sono appesi alle incognite di un quadro legislativo incerto. Ad essere penalizzata è la loro capacità di azione, a partire soprattutto da quegli investimenti che sono essenziali per garantire elevati standard qualitativi e costi competitivi. Contro l'attuale incertezza dovrebbero allearsi tutti gli attori in gioco: comunità locali, Comuni, Provincie, Autorità d'ambito, gestori. L'acqua è un patrimonio di tutti. Che va difeso per il presente, ma anche per il futuro delle nostre comunità».

Un impegno che lo stesso assessore provinciale alle risorse idriche ed energetiche Paolo Pellizzari ha sposato in modo completo. «Esistono delle aree molto più adatte ad accogliere queste discariche - precisa Pellizzari - è stato un errore storico quello di destinare a luoghi di raccolta le cave di ghiaia o luoghi simili. Sappiamo che hanno dei diritti acquisiti e quelli rimangono, ma introdurre nel Ptcp nuove regole su questi fronti sarà un bene per il futuro. È stato un lavoro ammirevole quello del consigliere Quero che mi ha sempre tenuto aggiornato sul programma. Il voto all'unanimità è stato un chiaro esempio di come su argomenti di questo interesse non si possono creare divisioni. I siti che sono stati individuati sono delle "bombe" che potrebbero scoppiare da un momento all'altro, non possiamo più correre questo rischio». La ricerca di queste discariche è frutto di un intenso ed articolato lavoro fatto dalla Provincia che negli ultimi anni ha avviato un progetto di mappatura del territorio provinciale individuando le zone molto a rischio in prossimità del grande bacino d'acqua sotterraneo. Un lavoro che ha portato a redigere una lista di siti molto lunga sulla cui pericolosità è stata data priorità proprio a 20 di questi.

«In tutto il territorio - spiega l'assessore all'Ecologia Antonio Mondardo - abbiamo individuato le zone che tra gli anni '50 fino all'80 sono state impiegate dai comuni come zone di discarica. Certo un errore del passato che oggi non sarebbe più possibile commettere, ma che ha lascito un segno che con il tempo dobbiamo mettere in sicurezza, onde evitare brutte sorprese. Dalla Regione abbiamo ottenuto un'ingente finanziamento, circa 300 mila euro, che ci ha permesso di realizzare alcuni pozzi sentinella nelle discariche su cui dobbiamo avere delle attenzioni maggiori. Di queste, quelle da tenere sotto stretto controllo sono 20. Dobbiamo anche precisare che se fino ad oggi non è successo nulla in termini di inquinamento, il rischio che si verifichi qualcosa nei prossimi anni è molto basso. In queste zone nel corso di decenni è stato gettato di tutto, forse però meno plastica rispetto al passato dato che un tempo se ne utilizzava molto meno. Ma sulla sicurezza del sito, in termini di impermeabilizzazione del suolo, non era stato fatto nulla».

I due indirizzi inseriti nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale hanno avuto anche l'approvazione del presidente del consiglio di amministrazione dell'Aato Bacchiglione, che regola il ciclo idrico integrato di 140 comuni vicentini e padovani, ed ex numero uno di Aim Acque Vicentine, Giancarlo Corò che ha definito la scelta "coraggiosa".

«Indicare ed impegnarsi a salvaguardare ancora di più la falda - argomenta Corò - significa assumersi una grande responsabilità. La qualità della nostra acqua che non dobbiamo mai dimenticare non serve solo Vicenza, ma anche Padova, va sempre tutelata. Individuare i siti, avviare un indirizzo di bonifica, non prevedere su queste nessun ampliamento, e capire che il lavoro è stato fatto bipartisan, denota che su questo argomento non ci possono essere divisioni. Queste discariche sappiamo che esistono e che rappresentano un elemento di rischio, fondamentale è circoscrivere e bonificarle per evitare qualunque rischio».

Anche il neo presidente di Acque Vicentine, Angelo Guzzo, accoglie favorevolmente i due ordini del giorno inseriti nel Ptcp.

«Non posso che esprimere un giudizio pienamente positivo sugli indirizzi adottati all'unanimità dal Consiglio Provinciale sulla tutela del patrimonio idrico vicentino. Proposte - spiega Guzzo - che aprono la strada ad un Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale dove la protezione delle falde acquifere assume un ruolo di primo piano. Questo passo rappresenta un ottimo criterio di riferimento per il futuro, si è ribadito che l'acqua è un patrimonio fondamentale e che la tutela della falda è una scelta senza alternative. Questo voto appare ancora più importante se si considera come il risparmio del consumo di acqua e la garanzia della sua qualità, siano ormai diventate una priorità a livello europeo. È stato fatto un costruttivo lavoro bipartisan, il fatto che il Consiglio Provinciale ponga l'acqua tra le sue priorità, al di sopra delle appartenenze politiche è senza dubbio un segnale di grande importanza. Solo in questo modo si potranno affrontare le grandi sfide che ci attendono in questo campo. Ad oggi, siamo ancora appesi alle incognite di un quadro legislativo incerto: ad essere penalizzata è la nostra capacità di azione, a partire soprattutto da quegli investimenti che sono essenziali per garantire elevati standard qualitativi e costi competitivi. È solo facendo sistema, mettendo fianco a fianco comunità locali, Comuni, Province, Autorità d'ambito e gestori, che potremo superare questo periodo di scarsa chiarezza normativa senza far venire meno l'attuale livello di qualità del servizio e di protezione della risorsa, che oggi fa del nostro territorio un'eccellenza a livello nazionale nella gestione del bene pubblico».

nr. 22 anno XV del 12 giugno 2010

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