NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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Le lucciole ripopolano la notte della città

L'associazione Mimosa: “Numeri in aumento nei primi sei mesi del 2010”. L'assessore Dalla Pozza: “Per noi il fenomeno sta calando, ma possiamo fare molto poco, serve una risposta del Governo”

di Tommaso Quaggio

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Le lucciole ripopolano la notte della città

La macchina percorre adagio alle 22,30 di un giorno qualunque della settimana la strada che da viale Venezia porta fino a viale Verona fino ai confini con Creazzo. Loro sono lì, sopra il marciapiede in attesa che qualcuno si fermi. Una, due, dieci, venti, trenta, quaranta. Vestite di nulla aspettano il loro turno. Quello che balza subito agli occhi è che la prostituzione in città non è assolutamente un fenomeno marginale e proprio qui in questa zona sembra che il mercato del sesso abbia preso possesso del territorio dove le lucciole sono divise per nazionalità: le ragazze dell'Est Europa nelle vie principali, mentre quelle africane nei vicoli dell'ex Domenichelli. Anche di fronte all'ordinanza che vieta di fermarsi a contrattare con le ragazze sulla strada, pena una sanzione da 500 euro, il rischio viene corso. E così le auto si accostano, rimangono in fila, ripartono. Forse per capire meglio il peso della prostituzione in città servono dei numeri certi. A fornirli è l'associazione Mimosa che da quattordici anni si batte per il recupero e la tutela delle lucciole a Vicenza come a Padova. «I numeri con l'arrivo dell'estate hanno già iniziato ad impennarsi - ci spiega la neo presidentessa dell'associazione Barbara Maculan - Il Veneto per la sua posizione geografica si conferma al centro degli arrivi di queste ragazze che sono legati anche ai flussi migratori. La nostra associazione vuole essere un riferimento per tutte le ragazze che si prostituisco a cui noi diamo la nostra assistenza soprattutto per ciò che riguarda la tutela della loro salute. Da un primo confronto fatto tra il 2009 e i primi sei mesi del 2010 possiamo già dire che il fenomeno è in aumento sulle strade del vicentino, soprattutto a margine della città più che nei comuni limitrofi». Nel corso dello scorso anno sono state contattate 185 ragazze (un numero che non rappresenta la totalità di quelle presenti realmente sul territorio) attive sulla strada sulla direttrice centro città-Creazzo. Di questo totale, 80 sono stati nuovi contatti che hanno come prima destinazione nel mercato della prostituzione italiana proprio Vicenza per arrivare poi ad essere spostate in altre città del Veneto e non solo. Ma i dati raccolti evidenziano anche uno dei fenomeni più inquietanti legati al mercato del sesso: ovvero la giovanissima età delle ragazze. In base ai riferimenti raccolti dai volontari, ne erano presenti 31 tra i 18/20 anni di origine africana, 26 dell'Est Europa, mentre per i transessuali l'età si alza e sui 30 contatti tutti avevano tra i 25/30 anni.

Il monitoraggio dei primi sei mesi del 2010 ha messo in luce 123 contatti e ben 42 sono nuovi arrivi. Anche in questo caso sempre giovanissime le ragazze: ben 22 quelle dall'Est Europa dai 18/20 anni e 22 le africane.

«Quel che abbiamo analizzato - precisa la responsabile dell'associazione- è che anche dopo l'entrata in vigore dell'ordinanza che come a Padova è stata introdotta anche a Vicenza, i numeri sono rimasti praticamente gli stessi. Anzi, nei primi mesi del nuovo anno già osserviamo un aumento del fenomeno anche se c'è da specificare che con l'arrivo del periodo caldo la prostituzione su strada aumenta maggiormente. L'altro aspetto che si è notato è quello che riguarda le donne con più esperienza sulla strada, che dinnanzi alla repressione messa in atto dai comuni si sono spostate all'interno degli appartamenti utilizzando come mezzo di comunicazione internet». E su questo versante si apre un nuovo fenomeno di cui si conoscono solo a malapena i numeri, visto che per monitorare tutti i siti che mettono in mostra gli annunci servirebbero moltissime forze. Su tutto emerge però che il centro della prostituzione anche via web si concentra all'interno del residence Campiello di viale Verona, anche se di appartamenti trasformati in alcove ce ne sono anche in pieno centro. «Sono in rete - aggiunge la Maculan - abbiamo potuto monitorare solo una parte dei siti dedicati a questo con qualche giornale. Dal novembre 2008 a novembre 2009 su Vicenza abbiamo avuto un totale 525 contatti (447 donne e 151 transessuali) di queste 86 alternano la strada al chiuso». Numeri da capogiro, quindi, che fotografano solo a metà la situazione, visto che il monitoraggio è fatto solo su una parte del fenomeno.

Nelle settimane scorse l'assessore alla Sicurezza Antonio Dalla Pozza ha annunciato che nella zona intorno allo stadio saranno poste delle luci aggiuntive a quelle dei lampioni che «illumineranno quasi a giorno» la zona. Una soluzione d'impatto per cercare di debellare almeno in questo spicchio della città il via vai notturno di automobilisti. «Abbiamo fatto di tutto per cercare di mettere un freno a questa cosa - spiega Dalla Pozza - i dati in nostro possesso e che ci vengono forniti dalla questura ci dicono che il fenomeno è in diminuzione rispetto agli anni passati. Il nostro impegno però arriva ad un limite: non possiamo fare noi le leggi contro la prostituzione, le deve fare il Governo. Ricordo ancora la promessa, al momento rimasta nell'aria, dell'allora neo ministro Mara Carfagna che annunciava l'intenzione di rendere reato la prostituzione in strada. Bene se questa linea fosse passata, allora avremmo gli strumenti per debellare questa piaga. Ma altrimenti rimaniamo con il cerino in mano. Nel nostro piccolo abbiamo attivato un'ordinanza che in due anni ha prodotto 500 sanzioni e abbiamo speso 500 mila euro per impiegare uomini e mezzi sulle strade. Non mi sembra poco. Ma possiamo fare solo questo. E poi voglio anche ricordare che la polizia municipale è un organo che coadiuva il lavoro delle forze dell'ordine e oltre l'una di notte non lavora». Altro strumento messo in piedi dall'amministrazione comunale per dare anche una risposta ai cittadini che risiedono nella zona vicino al residence Campiello di viale Verona è stato il posizionamento di una telecamera di sicurezza che osserva la «vita notturna» in questa zona. Un occhio posizionato solo per vedere quello che succede. Nelle prossime settimane saranno anche installati dei cartelli che segnaleranno la presenza di una telecamera. «Diciamo subito che questo sturamento non è lì per fare le multe - precisa l'assessore - ma serve per monitorare una zona calda della città ed è anche un modo per dissuadere i clienti visto che vengano ripresi e visti dalla centrale. Io ci farei un pensierino prima di fermarsi da quelle parti. Rispondiamo quasi quotidianamente ai residenti che ci spiegano i loro disagi, ma possiamo arrivare fino ad un certo punto poi abbiamo le mani legate. Fino a questo momento abbiamo fatto anche più di quello che gli strumenti legislativi ci danno la possibilità di fare». Anche per contrastare la questione della prostituzione in casa sono poche le competenze che il comune può mettere in campo per scoraggiare chi intraprende questa strada. «Alcuni comuni hanno introdotto dei limiti per gli schiamazzi notturni - conclude Dalla Pozza - ecco su questa strada si può andare avanti, ma di certo gli agenti non possono entrare in una proprietà privata, non ci resta che attendere che il Governo prenda alcune decisioni su questo argomento, solo allora avremo la possibilità di intervenire davvero».

 

nr. 24 anno XV del 26 giugno 2010

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