NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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E se la soluzione per il Casabianca fosse bassanese?

Mentre proseguono gli incontri con la Regione e la Sovrintendenza, la prospettiva di una collaborazione diretta all’ombra del Grappa si fa sempre più realistica - Il precedente di un’esposizione grafica congiunta e la prospettiva della fondazione - Remota invece la carta della fondazione pubblica

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E se la soluzione per il Casabianca fosse bassanes

(g. ar.) - Niente di scritto o di definitivo, ma sembra che il futuro del museo Casabianca di Malo, una collezione di oltre tremila pezzi e serie di pezzi di grafica contemporanea internazionale, sia sul punto di trovare un futuro a Bassano. È quel che potrebbe accadere nel caso andassero a coincidere alcune circostanze che per ora sono tutte presenti senza peraltro aver trovato ancora la sintesi risolutiva. La storia del museo di Giobatta Meneguzzo esce da quella che si potrebbe perfino definire la banalizzazione dell'esporre: in quasi mezzo secolo di paziente lavoro collezionistico il patron del Casabianca non si è limitato a mettere assieme opere d'arte e nemmeno si è limitato a permetterne la libera fruizione del pubblico; ha fatto molto di più, infatti, nel momento in cui ha cominciato a collezionare anche la documentazione artistica delle opere, le riviste ed i libri specializzati, tutto quel corredo di informazioni che per un patrimonio museale risultano essenziali se si vuole andare a rin tracciare segni e percorsi, dalle origini fino al momento dell'attualità. La parola magica, in poche parole, è una sola: archivio. Chi è in questa condizione di poter offrire molto più delle cose che si vedono è anche in grado di salire ad un grado di diversa definizione nella classifica specialissima dei musei. Quanti godono davvero di queste caratteristiche? Pochi, si tratta di merce rara. Ed è proprio per questa sua caratterizzazione che il Casabianca di Malo potrebbe rientrare nei progetti futuri del museo di Bassano con il quale ha già collaborato e che rappresenterebbe così la soluzione vera del futuro. In questa logica, diventerebbe interessante anche il ruolo della Regione, che pure stretta dalla crisi finanziaria comune a tutti gli enti pubblici, in questo modo potrebbe trovare una via utile a creare prospettiva. Meneguzzo si preoccupa per ragioni anagrafiche di passare tutto il suo prezioso lavoro ad un interlocutore credibile. Questo potrebbe essere il modo giusto.

 

Si sta avviando l'importante lavoro della catalogazione

Il precedente c'è ed ha un certo peso: risale a quando Giobatta Meneguzzo è stato invitato a Bassano dov'era in corso una grande mostra storica della grafica per portare in una sala tutta riservata anche le sue opere moderne ed internazionali normalmente esposte alla Casabianca di Malo. È appunto da questo precedente che si può partire per capire come e perché sembra sempre meno probabile la soluzione pubblica per la fondazione che dovrebbe ereditare il museo di Malo ed invece sempre meno improbabile un'associazione proprio con Bassano il cui museo attrezzatissimo e molto ben presente anche in campo nazionale potrebbe diventare la sponda migliore per un futuro un po' meno incerto di quanto non sia ancora in questo momento.

Giobatta Meneguzzo ha avuto colloqui operativi sia con lo stato maggiore del dipartimento cultura della Regione, sia con il sovrintendente di Verona in procinto a quanto pare di trasferirsi come responsabile dell'ufficio di Venezia. Il senso di questi incontri è quello della ricerca di una soluzione che metta al sicuro il patrimonio artistico e di archivio della Casabianca anche per il futuro. La preoccupazione di Meneguzzo è appunto questa: evitare la dispersione e ottenere invece che tutto rimanga saldamente omogeneo in tutte le sue componenti.

La prima conclusione di questi incontri ha come risultato primo un successivo appuntamento al quale la Casabianca si presenterà con la documentazione completa dell'archivio storico artistico e documentale di cui è in possesso. Per questo lavoro il Comune di Malo ha deciso di affiancare a Meneguzzo una neolaureata che prende servizio in questi giorni. Occorrerà qualche mese per completare tutta la catalogazione, ma alla fine il discorso riprenderà per arrivare alla soluzione.

Da una parte la Regione, che creerebbe così una fondazione dentro cui far affluire il patrimonio del museo, dall'altra il museo stesso assieme ad un altro interlocutore che potrebbe essere o privato o pubblico. Sono tempi difficili per uno sponsor; molto più probabile l'opzione del secondo museo che per attrezzatura, capacità di intervento e presenza di operatori specializzati avrebbe le carte migliori per intervenire. È appunto dentro questa logica appena descritta che si sta facendo strada l'idea di Bassano.

Bisogna anche sottolineare che questa non è l'unica, ma certo la migliore delle soluzioni anche di prospettiva. Un'alternativa pareva offerta anche dal MART di Rovereto, ma per spazi disponibili e tipo di lavoro si tratterebbe comunque di trasferire solo una parte e non tutto il patrimonio. Bassano invece è in tutt'altre condizioni, ha una capacità contrattuale anche di livello nazionale molto più spiccata e oltre tutto ha mostrato anche nel passato più recente una notevole attenzione per il museo di Malo. Anche se l'appuntamento risolutivo con la Regione non è vicinissimo, dato che si pensa a concludere prima della fine dell'anno, è certo che si tratterà di un momento di svolta per il futuro della Casabianca: escluso un intervento finanziario diretto del governo veneto, rimane però il forte peso di una posizione favorevole di Venezia verso soluzioni che portino a mantenere nel territorio vicentino un unicum così insostituibile. Stante l'assenza totale di Vicenza da tutto quel che riguarda la sua stessa provincia, non ci stupiremmo affatto che la vera soluzione venisse proprio da Bassano.

 

nr. 24 anno XV del 26 giugno 2010

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